Milano

Regionali, incombono le sentenze: Rimborsopoli e Maroni, le incognite

Il processo a carico di Roberto Maroni e quello per peculato sui rimborsi degli scontrini dei gruppi consiliari, che coinvolge 56 persone: le due incognite

di Fabio Massa

C'è un pensiero che riguarda moltissimi esponenti della politica lombarda di medio-lungo corso. Ed è il pensiero legato al processo per peculato sui rimborsi degli scontrini dei gruppi consiliari, avviato ormai da tempo, che dovrebbe arrivare a sentenza. C'è poi un secondo pensiero, molto meno minaccioso dopo la sentenza favorevole di assoluzione di Christian Malangone, che riguarda il processo - tuttavia ancora in corso - a carico di Roberto Maroni. Entrambi sono in svolgimento. Ma hanno probabili esiti molto molto diversi. La prima incognita è sul fatto che arrivino o meno a conclusione prima delle regionali. Partiamo da Roberto Maroni. La prossima udienza sarebbe dovuta essere il 9 novembre. Saltata per impegni istituzionali. Secondo quanto può riferire Affaritaliani.it Milano, siamo quasi oltre tempo massimo: altre due o tre date buche e il gioco sarà fatto per Maroni. Niente sentenza prima delle elezioni, anche se oggi i bookmakers puntano sulla sua assoluzione, visto l'esito su Malangone (anche se è da precisare che i due processi non possono "parlarsi", e quindi non si influenzano a vicenda).

Per quanto riguarda i presidenti dei gruppi consiliari, le posizioni aperte sono tantissime, ben 56. A rischiare di più, ovviamente, sono quelli che hanno l'imputazione di truffa. Ma il grosso risponde al reato di peculato. Il tam tam vorrebbe che almeno in primo grado, una parte di loro o tutti loro potrebbero essere condannati. Sarebbe un sconfitta troppo grande per la procura se fossero tutti assolti, anche se le cronache fanno registrare arringhe difensive particolarmente appassionate. Il tema, tuttavia, non è sulla condanna o sull'assoluzione, ma sul periodo nel quale arriveranno le sentenze. Proprio ieri, lunedì, c'è stata una udienza. In media, per ogni udienza, ci sono tra le 3 e le 4 arringhe difensive. Se non ci sarà una decisa accelerata, l'iter potrebbe non concludersi prima di marzo. Viceversa, se il calendario lo permetterà, allora arriveranno le sentenze. E se fossero di condanna alcuni di quelli che aspirano a tornare al Pirellone potrebbero vedersi la strada sbarrata non tanto dalle norme, quanto dai loro partiti che non vorrebbero ricandidare condannati.

fabio.massa@affaritaliani.it








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