Milano
Regionali, la tristezza dei numeri bassi. Il commento
Tutto addormentato, perché della Regione, anno dopo anno si conferma che interessa poco un po' a tutti
Regionali, la tristezza dei numeri bassi. Il commento
La tristezza dei numeri bassi. E parliamo dell'affluenza prevista per le prossime regionali. Forse voterà uno su due. Forse. E parliamo dell'assenza di pubblicità sulle plance elettorali nelle città. Sono più gli spazi grigi che i faccioni e i simboli. E parliamo dell'assenza di dibattiti pubblici non solo tra candidati presidenti ma anche e soprattutto tra consiglieri, forze politiche.
Tutto addormentato, perché della Regione, anno dopo anno si conferma che interessa poco un po' a tutti
Tutto addormentato, perché della Regione, anno dopo anno si conferma che interessa poco un po' a tutti. E dire che la pandemia, e poi tutto il resto, avrebbero dovuto insegnare che invece la Regione è importante, e che la gran parte della politica passa da là, ancora di più che dai comuni. Invece no: la gente continua a pensare che il sindaco del proprio comunello, o grande comune, a seconda delle dimensioni, possa avere sulla sua vita un impatto più grande di chi governa la sanità e i trasporti. Non è così.
Ma niente, la Regione non sposta, non scalda. E questo è un peccato.
C'è solo una consolazione, in tutto questo. Tra cinque anni, nel 2028, si voterà insieme per il governo (se non cade prima, ovviamente), per la città di Milano e per Regione Lombardia. Se tutto va bene, almeno fra cinque anni l'affluenza dovrebbe essere garantita. Sempre che la politica non riesca a disgustare ancora più persone tanto da rendere inappetibile anche l'election day più enorme della storia recente futura.