Regionali Lombardia 2018: confronto pubblico tra i sette candidati
Regionali Lombardia 2018: in Rai il primo confronto tra i sette candidati. Stesse domande per tutti e nessun rilancio: ecco come è andata
Regionali Lombardia 2018: confronto pubblico tra i sette candidati
Primo confronto pubblico tra i sette candidati presidenti di Regione Lombardia: il format è stato quello della Tribuna elettorale Rai andata in onda ieri. Scintille poche, esaurite quasi tutte nel botta e risposta social durante la registrazione del programma, con il selfie rubato da Giorgio Gori, candidato del centrosinistra, ad Attilio Fontana, candidato del centrodestra: "Allora esiste!" Cui ha replicato l'ex sindaco di Varese con un'altra foto in cui evidenziava come al mommento di partire con la trasmissione fosse proprio Gori l'unico assente perchè in ritardo.
Domande uguali per tutte e nessuna possibilità di rilanci, a parlare del proprio programma anche Dario Violi di M5S, Onorio Rosati di Leu, Massimo Gatti di Sinistra per la Lombardia, Giulio Arrighini del Grande Nord, Angela De Rosa di CasaPound.
Se Fontana, nel suo appello agli elettori, ha spinto sul tema della continuità del "buon governo della Regione" anche per "terminare la riforma dell'autonomia", il sindaco di Bergamo ha al contrario spinto sui vantaggi di un cambiamento: "Dopo 23 anni c’è la possibilità di cambiare nel segno dello sviluppo e dell’inclusione sociale. La scelta è tra un candidato scelto da Salvini e uno che rappresenta una larga coalizione di forze riformiste e civiche". A scaldare maggiormente gli animi, il tema dell'immigrazione. Fontana è tornato a parlare dei "centomila clandestini" in Lombardia, trasformati in sbandati dalla gestione dei flussi migratori del governo nazionale a guida Pd, che avrebbe fatto "propaganda e ha lasciato soli i Comuni nella gestione dell’accoglienza". Sul fronte sanità, ad attaccare è stato Gori (ma dello stesso tenore sono stati i commenti degli altri cinque candidati), che ha invocato un cambio di passo andando contro il nuovo modello di presa in carico dei malati cronici che "ospedalizza ciò che dovrebbe essere territoriale. Per questo serve un cambiamento". Ma per Fontana la rifora Maroni "porterà dei benefici".
Molti gli spunti legati al tema del lavoro: Fontana ha ricordato che il centrodestra negli ultimi cinque anni ha dato modo "a 200mila lombardi di trovare un posto di lavoro", ma Gori ha rilanciato: "In tanti mi dicono di non riuscire a trovare collaboratori, evidentemente qualcosa non ha funzionato nell’incontro tra domanda e offerta". Arrighini ha prooposto di abbattere l’Irap tagliando i costi e riducendo ad esempio i consiglieri regionali da 80 a 12, uno per provincia.
Rispondendo alla domanda sulle tre priorità, Fontana ha parlato di sburocratizzazione, semplificazione dei rapporti tra la Regione e i cittadini, la sicurezza e il lavoro. Lavoro al centro anche per Gori, assieme ad ambiente e trasporto pubblico. Violi punta sul sostegno alle piccole e medie imprese, sul trasferimento di fondi dalle autostrade al trasporto ferroviario e sulla sanità. Per Rosati priorità al contrasto delle diseguaglianze, alla tutela dell’ambiente e al rilancio della competitività della Lombardia. Per Gatti imprescindibili ’annullamento della riforma sanitaria e rilancio del trasporto ferroviario. Quindi Arrighini, che ha indicato le tre I di impresa, immigrazione e istruzione. Per De Rosa, difesa del diritto degli italiani alla casa e al lavoro e stop al business criminale dei migranti.