Regionali Lombardia 2018: la carica M5s. Tanti volti nuovi: ecco chi sono
Elezioni Regionali in Lombardia, Movimento Cinque Stelle: dal militante storico ai neofiti. Ecco i nomi più interessanti nella corsa al Pirellone
di Ma.TS.
Obiettivo 20 per cento con 13 consiglieri almeno. Questo è quello a cui puntano i pentastellati nella corsa a Palazzo Lombardia. L’ambizione però potrebbe scontrarsi con la realtà di una campagna elettorale smunta e i cui temi sono stati di fatto fagocitati dalle chiacchiere nazionali sull’immigrazione (pare sia solo questo il tema che tiene banco a tutte le ore e su tutte le tv alla maniera di un disco rotto). La cifra tonda però - secondo quanto ammettono anche fonti interne consultate da Affaritaliani.it Milano - pare difficile da raggiungere. Il 14 (e rotti) per cento del 2013 è destinato ad essere superato, ma in un range che va dai +2 ai (non oltre) +4 punti percentuali.
In questa ipotesi molto positiva il numero dei consiglieri andrebbe ad aumentare dai 9 della scorsa legislatura agli 11 al massimo della futura. Fra le poltrone centrali e in prima fila dell’aula di palazzo Pirelli a cambiare saranno però parecchie facce. A partire da quella di Stefano Buffagni, il cui posto (forse, se il risultato sarà eccellente) sarà a Roma alla Camera dei Deputati. Una sorta di scambio, quello per il quale il commercialista lascerà il posto in Regione ad un “collega” che invece a Roma ha già fatto la sua esperienza, Massimo De Rosa. L’ex deputato prenderà il treno di ritorno per Milano, dove ha fondato il primo meet-up di Cormano. A Montecitorio è stato vicepresidente della commissione Ambiente.
A parte la staffetta tra i due, i nomi dei consiglieri pentastellati andrebbero a rinnovarsi di oltre il 70 per cento. Sarà infatti confermato Dario Violi, capolista a Bergamo e candidato governatore. Il giovane bergamasco sta provando a resistere al gioco di pallottole spuntate tra Giorgio Gori e Attilio Fontana provando a gettare al centro del dibattito temi su cui argomentare. La campagna però è così poco interessante che l’esca pare non funzionare: ciò che riguarda la Regione - sebbene tocchi molto da vicino i cittadini - non appassiona. La valutazione è che gli argomenti facciano poca breccia nell’elettorato grillino, disaffezionato forse più degli altri, a questa istituzione. Dopo di lui in città alta è candidata Sara Paratore.
Per Mantova rimarrà in carica Andrea Fiasconaro, mentre la partita è totalmente aperta nei seggi Varese, da cui proveniva la consigliera regionale Paola Macchi, Brescia, territorio di Giampiero Maccabiani e Pavia, area di elezione di Iolanda Nanni. Gli uscenti tentano infatti il salto di qualità aspirando ai collegi uninominali delle elezioni politiche e lasciano il vuoto dietro di sé in Regione. I candidati entranti si giocano ad armi pari la loro partita: difficile individuare favoriti.
Meno mosse le acque milanesi dove Eugenio Casalino, consigliere uscente, dovrebbe riconfermarsi. Il ticket sarà con tutta probabilità con Monica Forte, sui cui sono puntati gli occhi dei vertici pentastellati sotto la Madonnina. Otto anni di militanza nel movimento, interessi ambientali e un’affinità con la uscente Silvana Carcano, di cui sembra la diretta erede. Sarà dunque la Forte a fare il pieno di voti soprattutto nel suo territorio, il sud Milano. Il nuovo seggio milanese che potrebbe però scattare nel gioco dei resti andrebbe ad ospitare un militante di vecchia data del Movimento Cinque Stelle a Milano, Bruno Giulio Misculin. Lui stesso si definisce la memoria storica grillina del capoluogo lombardo: fu l’organizzatore del primo V-Day e l’ispiratore del primo meet-up. La sua foto insieme a Beppe Grillo campeggia sul suo sito, in cui si descrive come un ex manager di una grossa azienda tecnologica ma soprattutto come un “cittadino in movimento”. Agguerrito nello scompigliare l’ambiente del Pirellone, Misculin incarna ancora lo spirito dell’apritore di scatolette che caratterizzava i grillini della prima ora, ora mitigato dal nuovo volto dialogante incarnato da Luigi di Maio. Fra i giovani invece l’ipotesi più accreditata è quella della 34enne Elena Tosini di Casorezzo, con un’esperienza all’estero e un ingresso nel movimento che risale al 2013.
Mentre nei militanti più agguerriti non ancora passati dalla piastra delle istituzioni c’è ancora la convinzione che le idee grilline “intimoriscano”, gli avversari per la loro dirompenza, nei più pragmatici la sensazione che serpeggia è quella di un risultato che, anche se sarà migliore del 2013, non sarà soddisfacente in assoluto, considerando il peso politico e demografico della Lombardia. La spiegazione tutti la cercano nello sfogo di Di Battista dell’altro giorno “Purtroppo, gli italiani, li vedo rincoglioniti”. Ai buoni lettori il compito di rintracciare la citazione.