Milano

Regionali Lombardia, corsa a 4: tutti i movimenti del centrosinistra

E' corsa a quattro per le regionali lombarde. Il centrosinistra propone 4 nomi, ma mister x e mister y sono ancora segretissimi. Inside

Regionali Lombardia, corsa a quattro nel centrosinistra

Corsa a quattro. Con due x. Mentre a Roma, per il Colle, tutto è nelle mani dei segretari dei partiti (e di un enorme numero di peones), nel momento in cui scriviamo, a Milano pare tutto cristallizzato sul fronte centrosinistra per quanto riguarda la lotta per il piano più alto di Palazzo Lombardia. L'anno prossimo si vota alle Regionali con grandi incognite. Se davvero la legislatura romana arriverà in fondo, saranno appaiate con le politiche, con tanti cavalli "di ritorno". Ovvero quei parlamentari che per effetto del taglio del numero globale torneranno sui territori cercando candidature nelle amministrazioni locali e ovviamente in consiglio regionale.

Regionali Lombardia, Cottarelli e Majorino

In questo scenario il centrosinistra deve muoversi con attenzione. Mai come questa volta la Lombardia è stata contendibile per tutta una serie di fattori, dei quali uno non irrilevante ma non unico è la gestione della prima fase della pandemia. Non unico perché è chiaro che sta giungendo al termine un periodo per la nomenklatura regionale, e per la sua burocrazia, che era iniziato sotto Sanese e Formigoni.

Uno dei più duri nel criticare la gestione Fontana è stato Pierfrancesco Majorino, storico alfiere della sinistra più radicale del Pd, ed europarlamentare dei Dem, che nel bel mezzo della partita per il Colle scrive su Facebook: "Tra un anno si vota in Lombardia. Probabilmente Letizia (Moratti, ndr) in quel caso ce la troviamo davvero di fronte. Dobbiamo batterla, dobbiamo batterli. Entro pochi mesi vanno scelti la persona da candidare e indicati i pochi punti qualificanti di un programma di cambiamento radicale. Se non lo facciamo la cosa è semplice: ce li meritiamo". Majorino di fatto suona la carica ai suoi. Majorino è anche uno degli sponsor più accesi di Carlo Cottarelli. Personalità nota sotto la Madonnina, asceso agli onori della ribalta perché premier incaricato per poche ore prima della scelta di Giuseppe Conte come guida del primo governo gialloverde e poi del governo giallorosso, Cottarelli è molto stimato da Pierfrancesco Majorino, che ha lungamente lavorato sottotraccia per convincerlo. Ad oggi la candidatura pare fredda, ma chissà. Majorino dà anche per scontato che sarà Letizia Moratti a sfidare il centrosinistra, e non un Attilio Fontana bis oppure un outsider interno alla Lega, per adesso ancora coperto.

Regionali Lombardia, l'opzione Del Bono sostenuta da Beppe Sala

Il sindaco di Milano, Beppe Sala, l'ha sempre detto senza dirlo: il profilo giusto è quello di un sindaco, che però non è lui. Quindi, Sala non corre. Giorgio Gori non correrà perché l'ha già fatto una volta. La lista è corta: il candidato in pectore, per Sala e per buona parte dei sindaci lombardi, è Emilio Del Bono, sindaco di Brescia. E' anche il candidato del Partito Democratico regionale, che avrebbe voluto una piena convergenza sul nome di Del Bono dal Movimento 5 Stelle, che tuttavia si è sfilato: meglio un nome civico. Per quanto riguarda il primo cittadino della Leonessa, è chiaro che farà passare del tempo prima di annunciare una propria disponibilità. Proprio il tempo che Majorino insiste nel non esserci: più tempo passa meno possibilità di far conoscere l'alfiere del centrosinistra c'è, e dunque meno possibilità di vincere in un round elettorale che - nella concomitanza delle politiche - sarà assolutamente ideologico.

Regionali Lombardia, i due outsider coperti

Ma non ci sono solo i due candidati ufficiali, nel centrosinistra. Secondo quanto può riferire Affaritaliani.it Milano ci sono anche due nomi per adesso coperti. Uno pesca dalla società civile. Una grossa personalità, molto in vista, potrebbe decidere di correre ma sta aspettando di vedere come finisce la partita del Colle e se il governo va avanti, ed eventualmente con quali rimpasti: la sua preferenza è infatti di ascendere a un ruolo di ministro più che di amministratore locale.

Una seconda persona, parimenti in vista, ha invece una tessera di partito in tasca. Su questa però non si sa ancora davvero nulla perché il Partito Democratico la tiene copertissima.

fabio.massa@affaritaliani.it







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