Milano
Regionali, Violi (M5S): "Se Salvini perde la Lombardia, è morto"
Dario Violi, coordinatore lombardo M5S: "Lombardia, una partita aperta: avversari spaccati in due. E se Salvini perde in Lombardia, ha finito"
Regionali, Violi (M5S): "Se Salvini perde la Lombardia, è morto"
"Se Matteo Salvini perde in Lombardia ha finito. Tutto ha una ripercussione nazionale. E credo che queste elezioni potrebbero sancire la sua morte politica". Dario Violi, coordinatore lombardo del M5s, è convinto che per Salvini le regionali "siano l'ultimo banco di prova". In un'intervista ad Affaritaliani.it Milano si dice convinto che quella per la Regione sia "una partita aperta, con avversari spaccati in due". E assicura che per arrivare a un accordo con il Pd e con Pierfrancesco Majorino, dopo il voto della base, mancano adesso soltanto i dettagli: "Non abbiamo ancora chiuso definitivamente, stamattina abbiamo chiarito il tema della moralità nelle liste politiche con un documento che dovranno firmare i candidati. E Majorino è disponibile ad affrontare questo discorso. Stiamo aspettando l'ok formale da Roma".
Violi, con il M5s la candidatura di Majorino è più forte?
Io credo che dopo 28 anni di centrodestra questa volta la partita sia veramente aperta. Avrei preferito arrivare su un candidato in modo condiviso con il centrosinistra dopo il percorso sui temi. Ma con Majorino non c'è nessun problema, anzi. Ci interessa che i lombardi sappiano qual è la direzione che abbiamo deciso di prendere.
Come risponde a chi auspicava una corsa in solitaria del Movimento?
Che saremmo stati a guardare Attilio Fontana per altri cinque anni. Io sono tra quelli che torneranno a fare il proprio lavoro. E da lombardo non mi sarei sentito a posto con la coscienza a non averci nemmeno provato. Troppo facile fare i super puri quando si è certi che non si governa mai. Io volevo metterci la faccia.
Il Terzo polo, che sostiene Letizia Moratti, vi accusa di essere quelli dei 'no' a tutto.
Quando si riferiscono agli inceneritori, io dico che la Lombardia non può e non deve essere la pattumiera d'Italia. Abbiamo la peggior aria d'Europa, con percentuali di tumori tra le più alte e persone e famiglie che muoiono e soffrono. Calenda gioca con i morti, io no. Se ci sono impianti che sono innovativi e possono servire ben vengano. Ma se abbiamo impianti vecchi e vetusti è evidente che non rappresentano un interesse strategico né a livello nazionale né per i nostri concittadini. Poi quella di Moratti non mi sembra un'idea geniale.
In che senso?
Se avrà un cattivo risultato sarà colpa sua, se ne avrà uno buono non sarà lei a prendersi i meriti. Mi stupisce che una con la sua esperienza si faccia mettere il cappello da Renzi e Calenda.
Intanto ha imbarcato diverse vecchie conoscenze del Movimento, come gli ex Monica Forte e Roberto Cenci.
Non sono sorpreso, la storia del Movimento è costellata di duri e puri che poi si convertono sulla via della poltrona. Forte è una che veniva a controllare i nostri atti e sospettava anche dei colleghi. Adesso elogia Moratti che mi sembra sia condannata per danno erariale... vuol dire che ha fatto un’inversione a U. In bocca al lupo, io di faccia ne ho una e non ho mai fatto la morale a nessuno, a differenza sua.
Qualcuno dice che certe pratiche, come far votare i militanti su una piattaforma web, non sono in linea con l'evoluzione che sta avendo il Movimento.
Io sono orgoglioso di aver fatto votare gli iscritti, tra l'altro con una domanda secca e non tendenziosa. Due terzi hanno giudicato positivamente quest'alleanza e io sono felice che la comunità condivida questo percorso. Non vedo lentezze, quelle piuttosto sono nel centrodestra. È da prima dell'estate che Fontana spiegava che sarebbe stato lui il candidato. E anche nel centrosinistra Calenda aveva dato garanzie su Cottarelli, poi è andato con Moratti. A questo punto meglio far votare la base.
Nel 2018 era lei il candidato del M5s e in Lombardia prendeste quasi un milione di voti. Come si recuperano?
Con una strada di chiarezza e serietà e non pensando che da soli risolveremo i problemi del mondo. Abbiamo introdotto il reddito di cittadinanza, il 110% che ha fatto lavorare molte persone, abbiamo insistito sulla lotta alla corruzione. Abbiamo fatto tante cose dovendo mediare con altri e credo che questo percorso di maturazione debba andare avanti. Pensare di tornare vergini dopo che abbiamo governato con tutti è una pia illusione di chi non ha voglia di prendersi responsabilità.
Al Pirellone quattro consiglieri ex leghisti hanno formato un gruppo che si rifà al Comitato Nord di Umberto Bossi. Fontana saprà mediare o questa situazione può metterlo in difficoltà?
A me pare che Fontana sappia subire, più che mediare. Incassa le scelte degli altri e non ha una linea chiara: al contrario, lui è un presidente frutto di una mediazione a ribasso che soffre molto le ingerenze dei partiti.
Punterete tutto su sanità e trasporti?
Sulla sanità siamo la Regione che ha dato tutto in mano in privati e non possiamo più permettercelo. Dobbiamo rimettere al centro la sanità pubblica e valorizzare il personale sanitario. Sui trasporti mi pare evidente che questo rimpallo tra Regione e Trenitalia non faccia bene a nessuno: va trovata una soluzione. Ma non credo che lo sia la gara pubblica, perché rilancia il sistema solo dove è economicamente vantaggioso, come nelle grandi città. Le periferie ne soffrirebbero.
Candidato presidente nel 2018, coordinatore del Movimento in Lombardia, ma ai saluti per la regola dei due mandati. Cosa farà Dario Violi in futuro?
Farò il cittadino che torna a lavorare, a fare il volontario e a godersi la propria famiglia. Io sono stato rappresentante di classe e d'istituto alle medie e alle superiori, poi membro della consulta studentesca. La rappresentanza politica non l'ho scoperta in Consiglio regionale. Tornerò nella mia comunità con più esperienza da mettere a disposizione ma non mi metterò le mani in tasca: sarò un attivista del M5s.