Milano

Regione, cadono Martina e Gori. E spunta l'ipotesi Pisapia. Inside

I contraccolpi del referendum si fanno sentire nei ragionamenti del centrosinistra verso le Regionali. Ecco i nomi in discesa e quelli in ascesa

di Fabio Massa

E così, tutto si rimescola dopo il referendum costituzionale. Era previsto, ed è successo. I contraccolpi sul comune di Milano, a livello politico, sono abbastanza contenuti. La maggioranza è abbastanza coesa, la maggioranza politica pure. Dove invece la pressione si sente più forte è in Regione Lombardia, soprattutto per le logiche future. Secondo gli ultimi rumors da Roma, infatti, si terrà solo il congresso nazionale. Questo vuol dire che i vertici milanese e regionale (Bussolati e Alfieri) potrebbero addirittura rimanere in carica fino alla fine del 2017. In caso di voto anticipato, ovviamente dopo le votazioni. Tuttavia, secondo quanto può riferire Affaritaliani.it, il segretario regionale Alessandro Alfieri non avrebbe alcuna intenzione di rallentare quel movimento di preparazione alla conquista di Regione Lombardia che aveva preannunciato settimane fa. Tanto che già giovedì nella direzione regionale si tornerà a parlare di come fare a riconquistare una Regione, la Lombardia, che oggi più che mai sembra davvero poco contendibile. Un secondo appuntamento in direzione sarà poi ai primi di gennaio, con qualche idea più chiara e altri nomi in campo.

Lo schema infatti che ha retto fino ad oggi, quella triade di nomi che vedevano lo stesso Alfieri, il ministro Maurizio Martina e il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, in un monolite renziano, come candidati alle primarie di coalizione per la scelta del candidato, pare non regga sulla lunga distanza e soprattutto non regga l'onda lunga del referendum. C'è chi vocifera che Maurizio Martina non avrebbe nessuna intenzione, oggi, di mettersi in gioco in Lombardia. Idem per Giorgio Gori, che vuole fare il sindaco il meglio possibile, e che non vorrebbe lasciare l'incarico in anticipo. Alfieri potrebbe rimanere in campo, e si aspetta ancora una proposta "di sinistra". C'è chi ha vociferato, nei giorni di scorsi, di possibili scenari con il nome di Pierfrancesco Majorino, già candidato sindaco di Milano alle primarie del centrosinistra. Ma pare un percorso difficile. Più facile invece la strada che lo porterebbe a Roma (o a rimanere a Milano). Altrettanto complicata è la via di Onorio Rosati, l'ex segretario della Camera del Lavoro, oggi consigliere regionale. Potrebbe partecipare alla tenzone? Ad oggi, i bookmakers lo danno in ribasso. Il ragionamento sul quale in molti si stanno soffermando è quello che invece che porta a un candidato del nuovo partito di Giuliano Pisapia, e potrebbe essere Giuliano Pisapia stesso. Chi infatti potrebbe riunire tutto il centrosinistra, distrutto dal no al referendum, con le correnti disciolte o in movimento? Pisapia è ovviamente un nome spendibile. Difficile capire se l'avvocato, la cui aspirazione è da sempre fare il ministro della Giustizia, potrebbe avventurarsi in una nuova sfida, e di questa portata. Il nome però ha un certo fascino. E in questo momento la politica (e la gente) sono molto sensibili al fascino di un bel nome...

@FabioAMassa
fabio.massa@affaritaliani.it







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