Regione, il capogruppo della Lega: "Donne pagate meno? Preferiscono i figli"
Il consiglio regionale lombardo discute di Pari opportunità nei cda, il capogruppo della Lega Massimiliano Romeo: "Le donne preferiscono stare a casa"
"La disparità di genere nei cda non dipende dalla discriminazione, ma dal fatto che spesso gli uomini rispondono sì, mentre molte donne preferiscono restare a casa e occuparsi dei figli": è su queste parole, pronunciate dal capogruppo della Lega Nord Massimiliano Romeo, che si è incendiata la seduta odierna del consiglio regionale lombardo. Si discuteva della approvazione delle nuove norme per la parità di genere, con una rappresentanza nei cda delle società regionali di almeno una donna su tre componenti. E Romeo ha esposto la sua controversa tesi: "Gli stipendi degli uomini sono più alti perché fanno più straordinari, le donne invece preferiscono stare a casa con i figli. Per esempio mia moglie è una che preferisce stare a casa".
PROTESTE ANCHE NEL CARROCCIO - Parole che hanno portato alla protesta dell'opposizione, tanto da costringere il presidente Raffaele Cattaneo a sospendere la seduta per qualche minuto. "Mentalità maschilista da medioevo", ha gridato la penstastellata Silvana Carcano, tra le più agguerrite. a fronte di malumori espressi anche da colleghe del Carroccio come Daniela Martinazzoli, Romeo ha poi precisato, ribandendo di fatto il medesimo concetto: "So di avere fatto un intervento politicamente scorretto ma bisogna uscire dall'ipocrisia. La sinistra spesso propone questi provvedimenti non considerando che spesso sono le stesse donne a rifiutare queste cariche perché preferiscono stare a casa con la famiglia". Il provvedimento è stato approvato alla ripresa dei lavori.
CARCANO (CINQUE STELLE): "SOLO COMPASSIONE..." - Duro il commento di Silvana Carcano, Cinque Stelle, anche su facebook: "Che vergogna. In aula oggi il capogruppo della Lega ha spiegato che è colpa delle donne se non fanno carriera come gli uomini, se non guadagnano lo stesso stipendio degli uomini a parità di competenze e se sono in numero inferiore nei ruoli di potere. È colpa nostra perché scegliamo di fare figli. Certe parole meritano solo tanta compassione...".
CREMONESI (SEL): "ALMENO UN PO' DI RISPETTO" - “Vorremmo ricordare alla Lega e al suo capogruppo - è il commento di Chiara Cremonesi, consigliera regionale di Sel - che lavorare meno e avere retribuzioni inferiori è tutt’altro che una libera scelta delle donne, come Romeo ha sostenuto. Ogni giorno devono combattere con l’insufficienza di politiche per la conciliazione mentre per il loro lavoro vengono pagate 0,47 centesimi per ogni euro guadagnato da un uomo. E nella maggior parte dei casi si fanno pure carico della famiglia e della gestione della casa. Da parte di un rappresentante dell’istituzione ci si aspetterebbe almeno un po’ di rispetto e magari anche qualche idea valida per affrontare il problema. Detto questo, la legge approvata oggi dà un piccolo contributo al lungo cammino per le pari opportunità. In questo ambito, l’Italia è al 71esimo posto su 136 Paesi e l’indice più critico è proprio quello della partecipazione delle donne alla vita economica. La democrazia paritaria è certamente un fatto di giustizia ma anche un fattore positivo per la competitività dell’economia, come dimostrato ampiamente da tutti gli studi in materia. Bene quindi questa nuova norma perché, nel rispetto dello statuto regionale e delle normative nazionali, fa compiere un passo avanti alla riduzione del gender gap. Che, precisiamo per la Lega, non è una parolaccia”.