Milano
Regione, il consiglio approva la riforma delle autonomie
Licenziata dal Consiglio Regionale la nuova legge di riforma del sistema delle autonomie. “Una legge che corregge i pasticci di un’altra legge – spiega il consigliere Pietro Foroni durante il suo intervento in aula – e che mostra la rinnovata capacità di Regione Lombardia nell’assumersi le dovute responsabilità nella gestione dei livelli amministrativi intermedi come le Province. Tuttavia, come ex presidente di Provincia, quella di Lodi, posso solo esprimere il mio profondo rammarico nell’essere stati costretti a legiferare in conseguenza degli errori altrui. La Provincia di Lodi, autonoma al 99,7% grazie ai contributi versati dai lodigiani, funzionava egregiamente offrendo eccellenti servizi ai cittadini. Un collaudato assetto istituzionale che oggi non funziona più a causa della scellerata riforma del ministro Delrio. Una riforma sb agliata, in base alla quale il Governo Centrale ha apportato drastici tagli al sistema delle Province impedendole di fatto di funzionare. Per le sole Province lombarde sono stati tagliati oltre 200 milioni di euro. Si tratta di tagli che non rappresentano mancati trasferimenti del Governo ma tasse che i lombardi continueranno a versare con aliquote fissate dalle Province di cui, grazie alla riforma, lo Stato Centrale potrà appropriarsi. Mi sarei aspettato un dignitoso silenzio da parte del Pd che deve solo fare un mea culpa sulle scelte sbagliate compiute dai Governi Letta e Renzi. Ancora una volta Regione Lombardia si è trovata a dover mettere le pezze all’operato del Governo Renzi per garantire servizi essenziali ai propri cittadini. Mi aspetto - conclude il consigliere del Carroccio – almeno un riconoscimento da parte di quegli amministratori locali del Pd che, nonostante le pessime scelte fatte dal Governo Renzi contro gli Enti locali, potrann o continuare a svolgere il loro lavoro solo grazie a Regione Lombardia”.
“Il Consiglio regionale ha votato il mantenimento delle provincie per quello che sono, un ente svuotato dalla Delrio in mano ai partiti per mantenere i loro potentati locali e gestire quel poco di fondi pubblici che riusciranno ad accaparrarsi. La schizofrenia è completa, la legge Delrio è pura propaganda e questa legge regionale, approvata con il nostro voto contrario, è un toppa che è peggio del buco”, così Dario Violi, capogruppo del Movimento 5 Stelle della Lombardia sulla legge del riordino del sistema delle autonomie regionali. “Gli effetti dell’incapacità dei partiti di proporre una visione generale e coerente sul riordino dell’assetto istituzionale e dei ruoli intermedi sono sotto gli occhi di tutti: le strade provinciali sono disastrate, le strutture scolastiche fatiscenti e il trasporto pubblico locale ha subito tagli fino all’80% soprattutto nelle zone montane e ultraperife riche” continua Violi.“In questa legge non c’è coraggio: si poteva ragionare su aree omogenee, unione di comuni, comunità montane e consorzi BIM. I politici si sono limitati a difendere i loro territori a fini elettorali confermando lo schema che separa il cittadino dallo Stato in otto livelli. Restano in vita le province un mostro burocratico che non garantirà i servizi che meritano i cittadini”, conclude Violi.
"La legge Delrio è stata un fallimento da tutti i punti di vista. Invece di comprimere la filiera istituzionale, l'ha moltiplicata e resa più complessa. Ha fatto, insomma, tutto ciò di cui non c'era assolutamente bisogno in Italia. La Lombardia, come spesso succede, ha provveduto a riportare un po' d'ordine con l'approvazione di una legge che consentirà di creare una cornice di riferimento priva di ambiguità: da una parte ci sono le competenze regionali, dall'altra quelle appannaggio delle ex Province e della Città metropolitana». Così il presidente del Gruppo Forza Italia in Consiglio regionale della Lombardia Claudio Pedrazzini dopo l'approvazione oggi pomeriggio in Aula della riforma del sistema delle autonomie.«La foga “riformatrice'' di Renzi produce mostri – sottolinea Pedrazzini –. La riforma Delrio è l'ennesima dim ostrazione che l'esecutivo romano purtroppo si occupa più della forma che della sostanza. Dei risparmi che si dovrebbero ottenere non si vede traccia. Non sarebbe stato meglio coinvolgere le Regioni, confrontarsi con loro e dar vita a una riforma vera e non di facciata, piuttosto che obbligare le stesse Regioni a intervenire per mettere ordine alle macerie?.Con questa legge – conclude il Presidente azzurro – prevediamo, tra le altre cose, un nuovo ruolo per l'ex polizia provinciale, in particolare nel campo della vigilanza faunistica e ittico-venatoria. Inoltre, viene messo ordine anche nel trasporto pubblico locale con la previsione di bacini territoriali omogenei".
PROVINCE, COSA PREVEDE LA RIFORMA/ Le Province lombarde continueranno ad esercitare le funzioni attuali ad esclusione delle competenze in materia di agricoltura, foreste, caccia e pesca, che saranno trasferite alla Regione. Solo la Città metropolitana di Milano e la Provincia di Sondrio continueranno a mantenere tali competenze e la Provincia di Sondrio sperimenterà forme speciali di autonomia espressamente riconosciute nella legge approvata oggi in Consiglio regionale con 43 voti favorevoli, 21 astenuti e 9 voti contrari. Con la riforma approvata oggi, in materia di trasporto pubblico locale il territorio della Lombardia viene suddiviso in sei bacini omogenei corrispondenti ai confini amministrativi di Bergamo; Brescia; Sondrio; Como, Lecco e Varese; Cremona e Mantova; Città metropolitana di Milano, Monza Brianza, Lodi e Pavia: in ciascuno di essi viene costituita un’Agenzia che provvede alla programmazione e all’affidamento dei servizi di trasporto e che subentra nella titolarità dei contratti di servizio sottoscritti dagli Enti locali.
Per la concessione di sovvenzioni, contributi, sussidi a persone fisiche, titolari di attività economiche e associazioni di volontariato operanti nei Comuni montani della Lombardia vengono stabiliti indici di premialità parametrati sulla base delle caratteristiche geomorfologiche del territorio; tali parametri verranno utilizzati anche per definire i piani di riparto in campo sociosanitario per i LEA (livelli essenziali di assistenza) e i LEAS (livelli essenziali di assistenza sociale). Alla Regione, e non più alle Province, faranno capo infine le concessioni idriche, le dighe, la destinazione transfrontaliera di rifiuti e le risorse geotermiche.
Per assicurare il corretto funzionamento e l’erogazione dei servizi previsti nella riforma approvata oggi in attuazione della legge Delrio, Regione Lombardia assicurerà ogni anno alle Province e alla Città metropolitana di Milano risorse pari a 195 milioni di euro, alle quali per il solo 2015 saranno aggiunti altri 10 milioni di euro finalizzati a garantire il trasporto dei disabili. "Regione Lombardia assicura così per quest’anno con risorse proprie il servizio di trasporto dei disabili –ha spiegato l’Assessore all’Economia Massimo Garavaglia- la cui competenza è però statale e alla quale dal prossimo anno dovrà in ogni caso provvedere lo Stato”. Via libera anche a un emendamento dello stesso assessore Garavaglia con il quale la Regione rilascia una garanzia di 20 milioni di euro (che si aggiungono ai 18 già garantiti in precedenza) per consentire la continuità aziendale di ASAM. La Provincia di Sondrio manterrà le competenze in materia di concessione e autorizzazione per le grandi derivazioni ad uso idroelettrico. Le sono inoltre riconosciute le funzioni di approvazione del piano provinciale cave e la gestione di specifici interventi per implementare la filiera bosco-legno e per la gestione degli impianti di risalita. Alla Provincia di Sondrio verrà inoltre riconosciuta la compartecipazione agli introiti derivanti da imposte e tasse riscosse, in particolare per quanto riguarda il bollo auto.
“Oggi abbiamo approvato un provvedimento che va nella direzione di rendere ancora più efficiente il percorso degli Enti a cui compete la gestione del territorio – ha affermato il Presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo –. È stato fatto un lavoro attento e scrupoloso anche per quanto riguarda la salvaguardia delle specificità, come nel caso del territorio di Sondrio. Si tratta di un provvedimento che rende concreti gli effetti della normativa nazionale vigente, che sarà poi modificata ulteriormente con l’approvazione della riforma costituzionale”.Soddisfatto il relatore Stefano Carugo (NCD): “Diamo attuazione alla legge Delrio con alcune novità tipiche lombarde che riguardano nello specifico il ruolo della provincia di Sondrio. Se la sperimentazione andrà bene abbiamo in programma di procedere nella stessa direzione anche con altre aree montane”. Nei vari interventi dei rap presentanti dei gruppi di maggioranza e in particolare di Massimiliano Romeo (Lega Nord), Stefano Bruno Galli (Lista Maroni), Claudio Pedrazzini (FI), Luca Del Gobbo (NCD) e Riccardo De Corato (FdI), è stato evidenziato come “con questa legge viene garantita e fatta salva la funzione degli Enti locali assicurando ai territori continuità nei servizi, grazie anche al reperimento delle risorse necessarie. Una scelta –è stato sottolineato- che va in direzione opposta a quelle fatte dal Governo Renzi sia sotto il profilo finanziario che normativo, e che in Lombardia dà fiducia ai territori e all’autogoverno”.Contrari gli esponenti del Movimento Cinque Stelle, secondo i quali “le province andavano abolite: invece la legge approvata non solo le tiene in vita, ma in taluni casi, come Sondrio, attribuisce loro addirittura maggiore autonomia”.“Luci ed ombre ci hanno portato a un voto di astensione – ha commentato Roberto Bruni (Patto Civico) - e se rispetto al testo portato in Commissione il provvedimento ha subito alcuni miglioramenti, registriamo purtroppo ancora negativamente il mancato stralcio della parte inerente il Trasporto Pubblico Locale”.“Oggi era necessario provvedere a garantire e assicurare alle Province le risorse necessarie per poter funzionare – ha detto Enrico Brambilla motivando il voto di astensione del PD - ma questo provvedimento manca di coraggio e di prospettiva, soprattutto sulla definizione delle aree omogenee e laddove non riconosce maggiori forme di autonomia anche ad altre aree e territori montani della nostra regione”. -