Milano

Coronavirus Lombardia, fase 2: mascherine, test e norme anti assembramento

Dal 4 maggio, la Regione chiedera' al Governo di dare il via libera alle attivita' produttive con una serie di precauzioni

Contraria alla riapertura di librerie e cartolerie a inizio settimana, la Regione Lombardia ieri ha chiesto al governo Conte, con una nota ufficiale, la possibilità di riaprire a partire dal 4 maggio, dando «il via libera alle attività produttive». Salvo poi fare parziale retromarcia in serata, con il presidente della giunta, il leghista Attilio Fontana che ha dichiarato di essere stato «mal interpretato: non ci permettiamo di parlare di attività produttive, che sono competenza del governo centrale, sottratta a ogni nostra possibile valutazione. Noi parliamo di graduale ripresa delle attività ordinarie che sarà concordata con il governo ».

Annunci che hanno sollevato più di una perplessità a Palazzo Chigi: «sorpresa» per il cambio di linea, scetticismo per una proposta «intempestiva » e il sospetto che l’annuncio serva al Pirellone per distogliere l’attenzione dal caso giudiziario delle morti nelle Rsa. Più esplicitamente, il ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia ha fatto capire la sua contrarietà: «Fontana fa parte della cabina di regia nazionale - dice - se vuole fare delle proposte, quello è il luogo istituzionale per farle ». Non da meno il viceministro al Mise, Stefano Buffagni: «La richiesta della Lombardia è un errore. Da sempre Fontana ha sostenuto una linea rigorosa e restrittiva e oggi, sorprendentemente, decide - non si comprende su quali dati - di aprire». Critiche che hanno poi portato al mezzo passo indietro di Fontana

 

 

Regione Lombardia lancia piano per fase 2: mascherine, test e norme anti assembramento

"La Lombardia guarda avanti e progetta la 'nuova normalita'' all'insegna della prevenzione, della cura e della programmazione. Dal 4 maggio, la Regione chiedera' al Governo di dare il via libera alle attivita' produttive nel rispetto delle 'Quattro D': Distanza (un metro di sicurezza tra le persone), Dispositivi (ovvero obbligo di mascherina pertutti), Digitalizzazione (obbligo di smart working per le attivita' che lo possono prevedere) e Diagnosi (dal 21 aprile inizieranno i test sierologici grazie agli studi in collaborazione con il San Matteo di Pavia)". Lo comunica in una Nota la Regione Lombardia.

"Tutto questo - prosegue la nota - sara' accompagnato da un piano per riaprire in orario scaglionato uffici e aziende e, successivamente, scuole e universita'. Un esempio della 'nuova normalita'' saranno le aperture delle attivita' scaglionate e sull'arco di tutta la settimana per evitare il sovraffollamento dei mezzi pubblici. Facendo tesoro della prima fase della pandemia, l'ospedale straordinario alla Fiera di Milano (che e' costato zero euro pubblici) diventera' il presidio che vegliera' sulla salute dei lombardi come una vera e propria assicurazione contro il sovraffollamento delle altre strutture regionali".

"A queste strategie - conclude la nota - si accompagnano altri provvedimenti, su cui Regione Lombardia sta giocando un ruolo da protagonista: cassa integrazione con garanzia della Regione, piano di sostegno per piccole e medie imprese (sul tavolo c'e' un pacchetto di facilitazioni per l'accesso al credito, con la possibilita' di mobilitare risorse fino a un miliardo), provvedimenti a beneficio del personale sanitario (stabilizzazione e bonus economico con almeno 80 milioni di Regione Lombardia in aggiunta ai fondi del governo)"." E' la via lombarda alla liberta'" dice il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana. 

Lombardia, università coinvolte per progettare 'nuova normalità'

"Regione Lombardia vuole progettare la nuova normalita' con il tessuto sociale, culturale, imprenditoriale perche' deve essere frutto di un lavoro comune edisegnare priorita' di intervento e di investimento .Nel confronto con alcuni Rettori delle Universita' lombarde si e'condiviso un percorso di lavoro che da una parte deve indicare l'uscita dall'emergenza e dall'altra scenari di ripresa esviluppo", comunica Regione Lombardia. "Il percorso - prosegue la nota - prevede il coinvolgimento di tutte le Universita' lombarde, dei soggetti rappresentativi del 'Patto per lo sviluppo', del terzo settore e degli stessi gruppi consiliari regionali. Regione utilizzera' la sua piattaforma 'Open innovation' per raccogliere ulteriori stimoli e idee a livello internazionale sulle proposte che questo lavoro di confronto elaborera'. Il tutto - conclude la Nota - sara' raccolto dalla Giunta che intende riscrivere i documenti di programmazione della Regione per tradurre concretamente le proposte condivise".

 

Coronavirus: Fontana a Buffagni, parlo di attività ordinarie

"Il viceministro Buffagni ha evidentemente male interpretato tutto quello che noi diciamo. Noi non ci permettiamo di parlare di attivita' produttive, che sono una questione di esclusiva competenza del governo centrale. Parliamo di una graduale ripresa delle attivita' ordinarie": questa la risposta del governatore lombardo Attilio Fontana a 'Stasera Italia' su Rete4 alle perplessità avanzate da Buaffagni circ ail piano di Regione Lombardia per la fase due. "Una graduale ripresa che dovra' essere concordata con il governo. Io faccio parte della cabina di regia che deve provvedere alla riapertura e fare le scelte necessarie per ripartire - ha concluso - Credo che sia giusto iniziare a pensare come ci si dovra' attrezzare a convivere con questo virus". 

Coronavirus: Fontana, commissariare Lombardia? Speculazioni politiche

 "Sono speculazioni politiche che mi lasciano del tutto indifferente". Così il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, a chi gli chiedeva della proposta di molte opposizioni di commissariare la sanità lombarda. "Non ragionar di loro ma guarda è passa: è l'unica cosa da dire a chi vuole speculare mentre siamo ancora nel pieno della lotta al coronavirus", aggiunge a Stasera Italia su Rete4. "Io credo - dice - che in Lombardia si sia verificata una cosa che si è verificata solo in situazioni analoghe come a New York, un uragano che era imprevedibile, non paragonabile a nessun altro evento nel resto del Paese".Il virus "girava in Lombardia da parecchio tempo, forse da gennaio, e dai noi esiste una mobilità non paragonabile al resto del Paese". Anche gli appelli iniziali a rimettere in moto il Paese non hanno cambiato molto: "Già da quel momento il virus circolava in maniera impressionante". 







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