Milano

Regione Lombardia, Forte (FdI): "Fine vita, segnata una divisione profonda"

Il presidente della Commissione Affari istituzionali dopo l'informativa di Fontana sul primo caso di suicidio assistito in Lombardia: "Fermiamo qualunque protocollo in attesa di linee guida nazionali". L'intervista

di Nicolo Rubeis

Regione Lombardia, Forte (FdI): "Fine vita, segnata una divisione profonda"

"Sicuramente è apprezzabile che il presidente Fontana ci abbia messo la faccia" ma il fine vita resta un tema "che segna una divisione profonda" afferma il presidente della commissione regionale Affari Istituzionali Matteo Forte dopo l'informativa in Aula del governatore sul primo caso di suicidio assistito in Lombardia. Il consigliere di Fratelli d'Italia contesta il fatto che mentre il Consiglio discuteva sull'argomento e approvava una pregiudiziale di costituzionalità per ribadire che il tema non è di competenza regionale, la giunta aveva già istituito un tavolo per affrontare le richieste: "Un percorso parallelo, una sorta di commissione ombra" osserva Forte, che ora chiede alla Regione di non procedere più: "Fermiamo qualunque protocollo in attesa di linee guida nazionali".

Forte, in Aula avete ribadito la vostra contrarietà nel merito e anche sul metodo.

Naturalmente noi avevamo chiesto l'intervento dell'assessore che ha seguito la partita, ossia Guido Bertolaso, anche perché il famoso tavolo tecnico che ha studiato gli effetti della sentenza della Corte è stato istituito dal suo assessorato. Poi è voluto venire il presidente Fontana ed è sicuramente apprezzabile che ci metta la faccia ma questo è un argomento che segna una divisione profonda, al di là del merito. Ora si apre un altro tema: cosa accadrà se arrivasse un'altra richiesta compatibile?

Voi cosa chiedete?

L'intervento del nostro capogruppo Christian Garavaglia si è concluso con la richiesta chiara, rivolta alla giunta, di fermare qualunque protocollo in attesa di quello che, tra l'altro, ha detto lo stesso presidente Fontana, cioè che la conferenza Stato-Regioni dia delle linee guida valide su tutto il territorio nazionale o che il Parlamento intervenga legiferando. Ricordo che su questo, a livello nazionale, esista una proposta di legge di Fratelli d'Italia depositata qualche giorno fa.

Alla giunta contestate anche il fatto di aver 'scavalcato' il Consiglio.

Sì, diciamo che la cosa che è saltata all'occhio, e che veramente dimostra una non considerazione del Consiglio regionale, è che il 18 settembre noi audivamo in commissione l'ufficio legislativo del Consiglio, che ci spiegava che il tema non era di nostra competenza. Il 19 settembre, quindi neanche 24 ore dopo, veniva emanato questo decreto, non pubblico tra l'altro, che istituiva questo tavolo di lavoro, di cui noi non sapevamo nulla. Quindi sembra molto un percorso parallelo, quasi una commissione ombra rispetto a quella del Consiglio attraverso la quale stavamo lavorando per arrivare a una decisione, che, lo voglio sottolineare, è stata condivisa da tutta la maggioranza, cioè quella di votare la pregiudiziale sulla proposta di legge della Luca Coscioni.

Però la paziente aveva anche chiesto segretezza sull'argomento.

Ma nessuno ha mai voluto i dati sensibili della signora. Anche quando la Dg Welfare è venuta in commissione e ci ha parlato delle richieste che erano pervenute, non ha fatto nomi o cognomi, e ci mancherebbe. Qui, però, è stato istituito un tavolo di lavoro su un tema che noi stavamo trattando. Il fatto che non ci sia stato detto, fa nascere il sospetto che forse c'era una precisa scelta di andare parallelamente ai lavori del Consiglio regionale.

Oggi il Consiglio ha approvato anche l'introduzione di un'indennità differita per i consiglieri.

Intanto va sottolineato che non si tratta di un vitalizio, perché il vitalizio - che in Regione è stato abolito nel 2013 - prevede un automatismo. Mentre qui si tratta di un'indennità differita, la cui adesione è volontaria. Dal punto di vista delle coperture finanziarie, non c’è un aumento delle spese, anzi paradossalmente in una prima fase per la Regione ci sarà un aumento di entrate, perché versiamo dei contributi figurativi che non si versano più dal 2013. Lo stesso strumento è stato istituito da altre Regioni. Parliamo di 480 euro netti al mese che un ex consigliere può cominciare a percepire dai 65 anni, si tratta di una pensione minima.

In Aula praticamente nessuno ha voluto prendere la parola e anche nella minoranza ci sono dei distinguo. Cosa si aspetta?

Io rispetto le posizioni di tutti, quindi non sarò tra quelli che mirerà a brandire le teste di chi non ha votato e poi aderisce all'istituto. Una volta che è stata fatta una legge diventa una possibilità che un consigliere ha, aderendo volontariamente. Certo, chi ha enfatizzato il fatto che pesiamo sulle tasche dei contribuenti immagino che per coerenza non aderirà. Però voglio aggiungere un esempio: oggi un consigliere regionale che è in aspettativa, vede i contributi figurativi versati dall'Inps a carico della collettività, mentre se aderisce a questa indennità differita quei contributi non sono più a carico della collettività ma sono a carico suo. Questa è un’altra cosa da tenere a mente rispetto alla visione demagogica per cui i politici sono fannulloni che gravano sulle tasche dei cittadini.

 







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