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Milano
Regione Lombardia, Majorino: il discorso integrale della candidatura
Pierfrancesco Majorino

Regione Lombardia, Majorino: il discorso integrale della candidatura

Oggi, il 3 dicembre, è la giornata internazionale delle persone con disabilità. Una giornata che riguarda tutte e tutti noi. E che rappresenta una enorme scommessa, quella di ricostruire una politica che investa sul valore della promozione e del riscatto delle donne e degli uomini. Fatemi dire che ritengo doveroso iniziare da qui. Perché quello della disabilità è il classico banco di prova per la buona politica.

E la nostra svolta, la svolta che noi, noi tutti insieme, rappresentiamo e incarniamo, deve - molto più che sulle formule, sui riti di palazzo, sui dibattiti surreali sul tasso di riformismo o estremismo dei candidati - concentrarsi su questo.

Le condizioni di vita materiali, la centralità dei diritti sociali umani e civili, il bene comune come orizzonte. Il 2 marzo del 2019, alcuni di voi se lo ricordano bene, riempivamo le strade di questa città, proprio nel cuore del successo salviniano, quando Salvini sembrava imbattibile, dicendo : People- Prima le persone. Ecco: sarà questo il filo della nostra proposta. Prima le persone per cambiare radicalmente in Lombardia. Nel ringraziare tutte e tutti voi per essere qui, e Martina Riva, e tutti voi che siete intervenuti,

Nel ringraziare le tante e i tanti che mi hanno chiesto di candidarmi a Presidente della Regione Lombardia - cosa che mi onora e mi fa tremare le vene ai polsi - nel ringraziare Vinicio Peluffo e tutti gli altri rappresentanti delle forze politiche della nostra alleanza di centrosinistra, voglio dire che noi saremo questo. Non una coalizione litigiosa che non sa parlare al cuore della nostra comunità e si ritaglia nei cantucci confortevoli delle proprie liturgie, non le forze politiche che scambiano le elezioni regionali per una resa dei conti interna

Ma una squadra tosta, unita, che mette al centro della propria proposta: il benessere, l’inclusione sociale, la lotta alle diseguaglianze - a partire dalla prima, quella tra i generi - le politiche per lo sviluppo sostenibile, il valore della difesa dei beni comuni, a cominciare dall’ambiente della terra di Lombardia nella quale viviamo Saremo questo.
Quelli che dopo 28 anni di governo di destra, rappresentati oggi dalla palese inadeguatezza di Attilio Fontana,
Si candidano a testa alta.
Si candidano per vincere.
Vincere, vincere per cambiare.
Perchè di cambiamento - come hanno detto tutte e tutti loro che sono intervenuti prima di me - c’è un gigantesco bisogno.

E’ chiaro che la sfida è difficilissima, questo lo sappiamo bene e so che continuerà il tam tam sul fatto che in realtà non c’è partita o la corsa a farsi fare i sondaggi su misura - ne abbiamo letto alcuni surreali-. Ma, lo dico ai nostri avversari, in particolare ai due che vengono dal centrodestra Attilio Fontana e Letizia Moratti,​ io non mi iscrivo al torneo di quelli che vogliono partecipare o, peggio ancora, a quello di chi ragiona sul come “perdere bene”. Io, noi, N-O-I siamo in campo per portare finalmente aria fresca e nuova, perché questa regione torni a respirare. Perchè c’è davvero bisogno di una svolta politica che dia alle cittadine e ai cittadini di Lombardia un governo regionale all’altezza delle loro necessità, dei loro interessi, delle loro e speranze e fatemelo dire, pure, dei loro desideri.

La nostra proposta di governo, la nostra agenda di priorità che renderemo sempre più evidente in queste poche settimane che ci separano dal voto, in questa autentica corsa contro il tempo, sarà dunque un’agenda ambiziosa. E’ in fondo l’unica condizione che mi sono permesso di porre a chi mi chiedeva di candidarmi. Dicevo “va bene, ci sto, lo faccio con passione e pure riconoscenza” ma a patto che quel che parleremo sarà il linguaggio di un cambiamento profondo

Se si tratta infatti di lasciare le cose così magari aggiungendo un pizzico di efficacia in più nella gestione della macchina io non sono il candidato giusto. E invece sono convinto che NOI siamo la squadra migliore di tutte e l’unica effettivamente credibile per proporre scelte radicalmente diverse da quelle effettuate sin qui. Ovviamente l’esempio purtroppo più facile e immediato è quello della sanità e della politica sanitaria. Dico purtroppo perchè la situazione è diventata allarmante Mi domando davvero una cosa : come, proprio in Lombardia, la terra delle straordinarie eccellenze sociosanitarie, la terra del welfare (di matrice ambrosiana e non solo) che da oltre cento anni ha visto crescere esperienze di altissima qualità, di natura pubblica e privata, ecco, come mai proprio in Lombardia siamo arrivati fin qui? Prima delle necessarie proposte riorganizzative del settore dobbiamo farcela questa domanda. Perchè per uscire dalla sorprendente crisi della sanità lombarda non sono più sufficienti solo grandi sforzi innovativi. Si deve ragionare sulle cause, per ricostruire.

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