Milano
Regione Lombardia, sì alla mozione della Lega contro il velo islamico
Forza Italia si astiene in parte sulla mozione della Lega che sollecita il Governo a vietare il velo a scuola e nei luoghi pubblici
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Regione Lombardia, sì alla mozione della Lega contro il velo islamico
Il consiglio regionale lombardo ha votato con voto segreto, come proposto dal Pd, e per parti separate, la mozione della Lega sul velo islamico. Il testo e' passato con i voti a favore della maggioranza, i voti contrari delle opposizioni e l'astensione di Forza Italia sul punto 3 della mozione che chiedeva il divieto di velo nelle scuole per studenti minorenni. Punto che non e' passato.
Un accordo in maggioranza, quindi, alla fine non e' stato trovato. La Lega chiedeva, infatti, di "sollecitare il Governo e il Parlamento ad adottare iniziative legislative volte ad introdurre misure che vietino l'utilizzo del velo islamico come burqa o niqab nei luoghi e negli edifici pubblici nonche' all'interno delle scuole; a dare piena attuazione alla delibera del 2015 di Regione Lombardia, rinnovando l'invito ai comuni al fine di assicurarne il rispetto presso i rispettivi edifici pubblici; a invitare il Governo a valutare l'estensione del divieto di copertura del volto e del capo con burqa, hijab, khimar, jilbab, niqab e chador a tutti gli ambienti scolastici, garantendo che tale misura non solo preservi la sicurezza, ma favorisca anche l'integrazione degli studenti di minore eta'".
I due emendamenti presentati dal centrodestra e quello del Pd
Al testo, definito "islamofobo" dal consigliere del patto civico Luca Paladini, sono state presentate due proposte emendative dagli alleati di coalizione. Forza Italia ha ottenuto la rimozione dell'aggettivo "islamico" riferito al velo e la specifica di "scuole" mettendo al suo posto un generico "luoghi pubblici" ("sollecitare il Governo o il Parlamento ad adottare iniziative legislative volte ad introdurre misure che vietino l'utilizzo di tutti quegli indumenti che possano coprire il volto come ad esempio burqa o niqab nei luoghi e negli edifici pubblici), diventato il punto 1 della mozione. Fratelli d'Italia ha invece chiesto di tenere il punto 3 ("invitare il Governo a valutare l'estensione del divieto dell'uso del velo in tutti gli ambienti scolastici per le minorenni non solo per ragioni di sicurezza e ordine pubblico, ma anche al fine di garantire la reale possibilita' per le giovani donne di autodeterminarsi liberamente riaffermando la centralita' dei diritti delle donne e favorendo cosi la piena loro integrazione") che Forza Italia chiedeva di togliere. In votazione segreta il punto e' stato bocciato, quindi stralciato dal testo.
Respinta invece la mozione abbinata del Pd che chiedeva di "ribadire che nessuno puo' imporre alle donne come vestirsi, sia esso uno Stato, una Regione, una famiglia, singoli individui o altro, riaffermando la centralita' dei diritti delle donne e della loro autodeterminazione" e garantire la piena applicazione della legislazione vigente".
Majorino (Pd): "Azione propagandistica della Lega)
Pierfrancesco Majorino, capogruppo del Pd, che ha parlato di "azione propagandistica delle Lega", aveva dichiarato a nome del suo partito di essere "pronti a ritirare la nostra mozione chiedendo alla Lega di fare altrettanto per affrontare diversamente un tema enorme che e' la qualita' dell'inclusione anche esplicitamente nei confronti del mondo islamico. Io ho scritto questa mozione in risposta a quella della Lega per ribadire l'ovvio, cioe' che c'e' una legge del 1975 che va applicata, e per ribadire il sacrosanto valore dell'autodeterminazione della donna".
Gallera (Forza Italia): "Integrazione tramite divieti? Errore gigantesco"
Appello inascoltato come quello del forzista Giulio Gallera, che auspicava il ritiro di entrambe le mozioni per fare "un lavoro piu' approfondito. Nella nostra regione - ha detto - non vedo casi eclatanti ma se avvengono e' bene censurarli. E su questo siamo d'accordo. Ma se pensiamo che l'integrazione e la garanzia di autodeterminazione delle donne si realizza tramite un divieto facciamo un errore gigantesco di comprensione di quello che sta succedendo nel nostro paese, le seconde generazioni, le baby gang, un processo di integrazione che e' fallito. E poi un conto e' qualcosa che vieta di vedere una persona, altro un velo che copre i capelli. Uno gira come vuole e dobbiamo rispettare tutti. Il lavoro che va fatto e' con le scuole e nelle famiglie. Un conto e' la sicurezza, un altro conto e' come lavoriamo con persone di culture diverse, non certo imponendo costumi. Queste non sono mozioni che a noi entusiasmano".
Di Marco (M5S): "Velo, ennesima sparata della Lega"
Di "ennesima sparata della Lega, dopo l'uscita dall'Oms poi ridicolizzata da tutto il panorama politico", ha parlato il capogruppo del M5S, Nicola Di Marco. "L'ennesima cialtronata, strumentalizzazione della Lega che non vuole discutere la sicurezza ma introdurre nella societa' il seme del dubbio per arrivare a mettere in discussione la liberta' di culto", ha concluso.
"Il tema deve trovarci tutti uniti. Questa mozione ha la potenzialita' di risvegliare le coscienze", la posizione di Silvia Scurati in difesa del provvedimento di cui e' relatrice.