Regione, serpeggia la paura. Rizzi e Severino, i due fantasmi di Maroni. Inside
di Fabio Massa
Le parole di Bossi, che alcuni prendono come una profezia e altri come una estrema vendetta per una rivoluzione politica (quella della Lega Nord 2.0) mai digerita. Ma anche i calcoli sulla Severino per il processo nel caso Malangone per le pressioni per l’assunzione per Maria Grazia Paturzo. E ancora, la paura strisciante per eventuali rivelazioni di Fabio Rizzi. E ancora, la paura di un secondo filone.
Il day after, in Regione Lombardia, è complicato. Ieri è stato il giorno degli arresti, ovviamente, ma anche e soprattutto del calcio rifilato (metaforicamente parlando) da Roberto Maroni a Fabio Rizzi. Chi lo conosce bene e ha partecipato al comitato di crisi subito convocato dal governatore, ha raccontato di una persona preoccupata, e arrabbiata. Secondo quanto può riferire Affaritaliani.it una parte non irrilevante delle riunioni che si sono susseguite hanno riguardato il caso Malangone, oltre che il caso Rizzi.
IL CASO MALANGONE
Christian Malangone è stato condannato a fine novembre per “induzione indebita” a quattro mesi in qualità di dg di Expo, sul quale Roberto Maroni avrebbe premuto perché la società assumesse come collaboratrice una sua vecchia conoscenza dei tempi del Viminale, Maria Grazia Paturzo. E poi, ancora, perché si accollasse i costi del viaggio di lei insieme a lui per una trasferta a Tokio proprio per Expo. Alla fine a Tokio ci va Mantovani, ma questo non conta. Malangone viene condannato. Tra poco inizia il processo. E la Severino non fa sconti: più di sei mesi di condanna e si viene sospesi. Il governatore - secondo fonti di Affaritaliani.it - spera in una assoluzione. Ma il problema è che Malangone è stato condannato, ed è difficile ipotizzare il solo reato dell’uno (accertato) senza il reato dell’altro. E quindi, la previsione più probabile e sperata a Palazzo Lombardia è che Maroni prende tre mesi o meno. Oltre sei mesi, sarebbe molto complicato andare avanti. Ovviamente si tratterebbe di una sospensione, con Maroni fuori dai giochi che prima di uscire nomina un vicepresidente non di Forza Italia, ma della Lega Nord. Equilibrismi complicati, complicatissimi. Anche perché il caso Rizzi rischia di giocare a un effetto moltiplicatore, a livello politico, delle due vicende giudiziarie.
IL CASO RIZZI
Poi c’è il caso Rizzi. C’è chi oggi vocifera di un secondo filone, o di altri addentellati all’inchiesta. Di certo Rizzi pare non abbia preso bene (e sarebbe normale) le dure condanne di Maroni e Salvini. Percorso obbligato, come individuato dal comitato di crisi, per difendere la Regione da un attacco durissimo: non c’è modo di difendere l’indifendibile. E quindi meglio scaricare. Ma lo “scaricato” come l’ha presa? E davvero non ci sono flussi di denaro che da un giro d’affari di oltre 400 milioni di euro non arrivano, per rivoli piccoli o grandi, a nessun leghista? Maroni si dice certo di questo. Ma la paura serpeggia a Palazzo Lombardia. E c’è già chi scommette su elezioni anticipate. Di certo è di fondamentale importanza il primo interrogatorio di Rizzi. E quello che deciderà di dire.
@FabioAMassa