Renzi a Milano il 13 settembre: tentativi di mediazione in corso. INSIDE
Matteo Renzi a Milano il 13 settembre per il patto tra Governo e città. Sul tavolo non solo il nodo dell'immigrazione
di Paola Bacchiddu
Sarà l'immigrazione uno dei punti fondanti del patto stipulato da Renzi, tra il governo e la città, nella visita del premier a Milano, il prossimo 13 settembre. Affaritaliani.i Milano è in grado di anticipare alcune delle questioni che verranno affrontate a Palazzo Marino.
I continui appelli – non senza polemica – dell'assessore al welfare Piefrancesco Majorino su una certa disattenzione del governo, mentre la città viene colpita ogni giorno da flussi di nuovi arrivi, dovrebbero finalmente trovare voce nella risposta del governo centrale. Non solo contributi economici, ma anche accordi più strutturati per una più equa distribuzione dei profughi sul territorio. Del resto, dopo il provvedimento che sposta in maniera strutturale parte dei migranti nella caserma Montello, l'assessore ha dovuto far fronte al dissenso degli abitanti dei quartieri interessati, stanchi di subire le decisioni dall'alto, senza essere interpellati. Gli oltre 800 arrivi negli ultimi giorni - più di 2000 nell'intera Lombardia - non hanno aiutato a stemperare la tensione.
Ma il lavoro degli sherpa non si ferma qui. Diverse sono le questioni, in via di definizione, da discutere col premier. In questi giorni si lavora incessantemente sui dossier da sottoporre.
Periferie: il neosindaco Sala ne ha fatto la punta di diamante del suo programma elettorale, promettendo di riuscire laddove i suoi predecessori hanno fallito: forse la più grande promessa mancata della giunta Pisapia. Il governo dovrebbe assicurare a Milano una prima parte dei finanziamenti destinati alla riqualificazione dei quartieri, compresa la quota prevista per il nuovo piano di recupero degli scali ferroviari. Il decreto dello scorso primo giugno autorizza infatti un bando che prevede un fondo di 500 milioni di euro complessivi, per il 2016, per riqualificazione urbana e sicurezza delle periferie nelle città metropolitane. Anche su questo, in caso di vittoria, Sala potrebbe rigiocarsi un secondo mandato.
Città Metropolitana: E' uno dei punti su cui l'opposizione ha attaccato l'attuale giunta. Le casse vuote segnano un buco di 45 milioni di euro sul bilancio di previsione 2016. I detrattori politici del centro-sinistra hanno accusato il precedente sindaco, Giuliano Pisapia, di essersi completamente disinteressato della “Grande Milano”, generando l'attuale dissesto: appalti fermi e macchina bloccata. Il primo tentativo di Sala, lo scorso 22 luglio - nel bussare alla porta del sottosegretario alla presidenza del consiglio De Vincenti - non ha portato agli esiti sperati. A Renzi verrà ora chiesto di nuovo un aiuto concreto, per sbloccare l'impasse.
Trasporti: al governo sarà richiesta una quota di finanziamento per completare i prolungamenti delle metro. Mancherebbero all'appello 23 milioni di euro, ma Sala confida nell'erogazione dei 18 milioni del Cipe promessi da Renzi per settembre.
Territorio e dissesti idrogeologici: Renzi lo aveva annunciato lo scorso luglio, nella sua visita precedente a Milano: “Sarò presente alla posa della prima pietra dei cantieri per la messa in sicurezza del fiume Seveso e per inaugurare il cantiere dei lavori sul dissesto, che mi sembra un'assoluta priorita' . Lo abbiamo gia' fatto a Genova e in altre zone del paese”. Ecco perché una delegazione di Palazzo Marino lo accompagnerà in una visita alle vasche di laminazione e ai cantieri di allargamento del canale scolmatore di Senago.
Agenzia del Farmaco: Governo, Regione, Comune e Assolombarda ne hanno già parlato in queste settimane, dopo un'iniziale progetto sullo spostamento dell'Autorità bancaria a Milano, dopo il voto di Londra sulla Brexit. Ora, però, le forze convergono sull’obiettivo comune dell'Agenzia del farmaco. Gli incontri, nell'ultimo mese, si sono fatti sempre più frenetici, col presidente della Regione Maroni e il Ministro Martina al lavoro col sindaco Sala sulla possibilità di portare a Milano la sede dell'Autorità. Renzi spingerà di sicuro in tal senso, impaziente com'è di appuntarsi sul petto le mostrine di un primato italiano, agli occhi dell'estero, in un momento così delicato per la sua stabilità politica.