Milano

Ressa per i regali di Natale al Pane Quotidiano: 4mila in coda. VIDEO

Video inchiesta di Claudio Bernieri

Lunghissime code ai cancelli di viale Toscana a Milano, proprio a fianco del nuovo, scintillante campus Bocconi, per accaparrarsi un pacco di Pane Quotidiano

Ressa per i regali di Natale al Pane Quotidiano: 4mila in coda

Ressa di nuovi poveri in coda intorno ai nuovi splendenti palazzi della Bocconi, tutto cristalli e tecnologia.  I pacchi di Natale  vanno a ruba: ma non è una liquidazione, niente saldi intorno alla  università dei manager,  niente outlet di firme. Ecco spuntare all’alba tra la nebbia  del Parco Ravizza e  il freddo intenso  della circonvallazione i primi operai che  stanno rifinendo il modernissimo compound bocconiano, tutto vetri e acciaio: è in fase di completamento, infatti, il progetto del Nuovo Campus, a firma delle due archistar giapponesi Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa. Il campus abbraccia e quasi soffoca  tre vecchi capannoni, sede novecentesca del Pane Quotidiano e riluce nel  nuovo tessuto urbano di Milano, che va ad aggiungersi all’Edificio aule - meglio noto come "Velodromo", in piazza Sraffa,  l'Edificio Grafton e la Residenza Bligny.

E accanto al campus, l’edificio Fame.

Gli operai stanno completando la nuova  sede della Bocconi, composta da tre edifici (Master, Executive, Office), e un centro sportivo e ricreativo con piscina olimpionica, che sarà poi  aperto alla città ma quelli che arrivano ogni giorno alla spiccolata verso le 7 del mattino non sono manovali. E’ una lunga  di donnine dimesse con i carrelli, badanti  e maturi signori con la borsa gialla della Esselunga, pensionati  timorosi davanti alle telecamere,  donne velate,   africani  e clochard intabarrati nei piumoni  donati  dalla Caritas. Tutti  ignorano le nuove costruzioni  delle archistar giapponesi. Chi si ripara il viso con logori  sacchi azzurri dell’Ikea,  chi si tuffa nel cappuccio del vecchio  stinto eskimo, chi si volta imbarazzato e risistema  la mascherina davanti ai flash dei fotografi… Non siamo in un reality, qui va in onda il talent della fame. Nessuna  Lamborghini di Fedez, nessun influencer   o vip dell’isola dei Famosi  in vista: ma non è la prima della Scala, siamo all’outlet della nuova povertà. Ma impazzano i fotografi  e i nuovi poveri vengono paparazzati  come calciatori. Ma  sono  emblematiche  e passeranno alla storia le immagini  della fila dei senza reddito e dei senza dimora  sullo sfondo dei nuovi padiglioni bocconiani  d’acciaio e vetro e lustrini tecnologici. Due mondi  nella fredda alba.

Stupiti i volontari del Pane Quotidiano, istituzione benefica con 120 anni di onorato servizio: “Doveva vedere prima, c’era  il Tg 1, La7, Rete4 e tutta Mediaset,  decine di telecamere  a riprenderci : tutto merito di un residente della zona che ha filmato dalla macchina  con il cellulare la fila dei nuovi poveri  intorno al campus della Bocconi e l’ha mandata al Corriere”, racconta un volontario del Pane Quotidiano. Interviene un fotoreporter di una agenzia, avido di scoop: “Era un video amatoriale che mostrava senza nessuna pretesa una lunga fila  di anziani, disoccupati, giovani, clochard, ex muratori albanesi, ex camionisti, pensionati ridotti in miseria che circondavano - e succede ogni sabato, da mesi. L'isolato della Bocconi  viene circondato da loro. No, non era- ed è-  un flash mob, è la  nuova fame per Covid. Ci ha scioccato".

Poi il  racconto del veterano del cronaca davanti  a questo nobile outlet della solidarietà viene coperto dal rombo dalle betoniere e dalle scavatrici   del rumoroso cantiere che abbraccia i fatiscenti capannoni dove vengono  distribuiti i pacchi dono. E sono migliaia i regali  preconfezionati di Natale avvolti in scatole multicolori con carta regalo, come si usa nei negozi,  che vanno a ruba. Le donne anziane e i pensionati sfilano dopo due ore di attesa davanti all’ingresso principale in viale Toscana, dove i volontari porgono i doni; un pacco bambini, un pacco donna e un pacco uomo. I volontari  dopo anni di  distribuzione gratuita   riconoscono al volo i più furbi che fanno il bis e il tris per accaparrarsi i pacchi regalo. C’è chi salta la fila lunghissima, chi protesta, chi denuncia inesistenti raccomandazioni  e laison tra volontari e bellone, chi  minaccia i fotografi, chi apre subito il pacco sorpresa e resta deluso: un panettoncino e una sciarpa, troppo poco.

Due sportelli: quello del pacco dono, e quello della spesa. Qui, oggetto del desiderio della chilometrica fila, un sacchetto con un litro di latte, quattro yogurt, un pacco di ravioli, del tonno, una lattina di aranciata, una scatola di Philadelfia e il pane, naturalmente.

Duecento ragazzi intanto  si alternano nei vecchi capannoni che tracimano di arance e banane e cestoni di pane fresco. Sarà una Vigilia povera di regali: ma basteranno i pacchi dono del Pane Quotidiano di viale Toscana a rendere felici i nuovi poveri di Milano?  “E il prossimo sabato ci sarà il clou", promette, avido di scoop, il paparazzo. E aggiunge con un filo di amara ironia: “E' la fame, bellezza”.








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