Milano
Ressa per i regali di Natale al Pane Quotidiano: 4mila in coda. VIDEO
Lunghissime code ai cancelli di viale Toscana a Milano, proprio a fianco del nuovo, scintillante campus Bocconi, per accaparrarsi un pacco di Pane Quotidiano
Ressa per i regali di Natale al Pane Quotidiano: 4mila in coda
Ressa di nuovi poveri in coda intorno ai nuovi splendenti palazzi della Bocconi, tutto cristalli e tecnologia. I pacchi di Natale vanno a ruba: ma non è una liquidazione, niente saldi intorno alla università dei manager, niente outlet di firme. Ecco spuntare all’alba tra la nebbia del Parco Ravizza e il freddo intenso della circonvallazione i primi operai che stanno rifinendo il modernissimo compound bocconiano, tutto vetri e acciaio: è in fase di completamento, infatti, il progetto del Nuovo Campus, a firma delle due archistar giapponesi Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa. Il campus abbraccia e quasi soffoca tre vecchi capannoni, sede novecentesca del Pane Quotidiano e riluce nel nuovo tessuto urbano di Milano, che va ad aggiungersi all’Edificio aule - meglio noto come "Velodromo", in piazza Sraffa, l'Edificio Grafton e la Residenza Bligny.
E accanto al campus, l’edificio Fame.
Gli operai stanno completando la nuova sede della Bocconi, composta da tre edifici (Master, Executive, Office), e un centro sportivo e ricreativo con piscina olimpionica, che sarà poi aperto alla città ma quelli che arrivano ogni giorno alla spiccolata verso le 7 del mattino non sono manovali. E’ una lunga di donnine dimesse con i carrelli, badanti e maturi signori con la borsa gialla della Esselunga, pensionati timorosi davanti alle telecamere, donne velate, africani e clochard intabarrati nei piumoni donati dalla Caritas. Tutti ignorano le nuove costruzioni delle archistar giapponesi. Chi si ripara il viso con logori sacchi azzurri dell’Ikea, chi si tuffa nel cappuccio del vecchio stinto eskimo, chi si volta imbarazzato e risistema la mascherina davanti ai flash dei fotografi… Non siamo in un reality, qui va in onda il talent della fame. Nessuna Lamborghini di Fedez, nessun influencer o vip dell’isola dei Famosi in vista: ma non è la prima della Scala, siamo all’outlet della nuova povertà. Ma impazzano i fotografi e i nuovi poveri vengono paparazzati come calciatori. Ma sono emblematiche e passeranno alla storia le immagini della fila dei senza reddito e dei senza dimora sullo sfondo dei nuovi padiglioni bocconiani d’acciaio e vetro e lustrini tecnologici. Due mondi nella fredda alba.
Stupiti i volontari del Pane Quotidiano, istituzione benefica con 120 anni di onorato servizio: “Doveva vedere prima, c’era il Tg 1, La7, Rete4 e tutta Mediaset, decine di telecamere a riprenderci : tutto merito di un residente della zona che ha filmato dalla macchina con il cellulare la fila dei nuovi poveri intorno al campus della Bocconi e l’ha mandata al Corriere”, racconta un volontario del Pane Quotidiano. Interviene un fotoreporter di una agenzia, avido di scoop: “Era un video amatoriale che mostrava senza nessuna pretesa una lunga fila di anziani, disoccupati, giovani, clochard, ex muratori albanesi, ex camionisti, pensionati ridotti in miseria che circondavano - e succede ogni sabato, da mesi. L'isolato della Bocconi viene circondato da loro. No, non era- ed è- un flash mob, è la nuova fame per Covid. Ci ha scioccato".
Poi il racconto del veterano del cronaca davanti a questo nobile outlet della solidarietà viene coperto dal rombo dalle betoniere e dalle scavatrici del rumoroso cantiere che abbraccia i fatiscenti capannoni dove vengono distribuiti i pacchi dono. E sono migliaia i regali preconfezionati di Natale avvolti in scatole multicolori con carta regalo, come si usa nei negozi, che vanno a ruba. Le donne anziane e i pensionati sfilano dopo due ore di attesa davanti all’ingresso principale in viale Toscana, dove i volontari porgono i doni; un pacco bambini, un pacco donna e un pacco uomo. I volontari dopo anni di distribuzione gratuita riconoscono al volo i più furbi che fanno il bis e il tris per accaparrarsi i pacchi regalo. C’è chi salta la fila lunghissima, chi protesta, chi denuncia inesistenti raccomandazioni e laison tra volontari e bellone, chi minaccia i fotografi, chi apre subito il pacco sorpresa e resta deluso: un panettoncino e una sciarpa, troppo poco.
Due sportelli: quello del pacco dono, e quello della spesa. Qui, oggetto del desiderio della chilometrica fila, un sacchetto con un litro di latte, quattro yogurt, un pacco di ravioli, del tonno, una lattina di aranciata, una scatola di Philadelfia e il pane, naturalmente.
Duecento ragazzi intanto si alternano nei vecchi capannoni che tracimano di arance e banane e cestoni di pane fresco. Sarà una Vigilia povera di regali: ma basteranno i pacchi dono del Pane Quotidiano di viale Toscana a rendere felici i nuovi poveri di Milano? “E il prossimo sabato ci sarà il clou", promette, avido di scoop, il paparazzo. E aggiunge con un filo di amara ironia: “E' la fame, bellezza”.