Milano

Strage di Erba, la Cassazione respinge il ricorso: no alla revisione del processo

Parola fine dalla Cassazione sulla vicenda giudiziaria legata alla strage di Erba

di redazione

Strage di Erba, la Cassazione respinge il ricorso: no alla revisione del processo, resta l'ergastolo per Olindo Romano e Rosa Bazzi

Parola fine dalla Cassazione sulla vicenda giudiziaria legata alla strage di Erba. I Supremi giudici hanno rigettato il ricorso presentato dai difensori di Olindo e Rosa Bazzi, i coniugi condannati all'ergastolo, contro la decisione della Corte d'Appello di Brescia che ha già respinto l'istanza di revisione della sentenza del carcere a vita. Già Il pg di Cassazione aveva chiesto in mattinata alla corte di dichiarare inammissibile il ricorso:  "Le cosiddette prove nuove sono mere congetture, astratte", ha detto il pg.

La difesa di Rosa e Olindo: "Valuteremo il ricorso alla corte europea"

Non si arrende la difesa di Olindo Romano e Rosa Bazzi. "Dopo avere letto le motivazioni della Cassazione, valuteremo se ricorrere alla Cedu - dice all'AGI l'avvocato Fabio Schembri -. Resta poi ferma la possibilita' di chiedere altre revisioni se ci fossero delle nuove prove. Siamo comunque amareggiati, ci aspettavamo un annullamento. La Cassazione ha usato la formula del 'rigetto' del ricorso e non dell''inammissibilita'' come aveva fatto la Corte d'Appello di Brescia. Vedremo le motivazioni e capiremo perche'"

Si chiude definitivamente la lunga vicenda giudiziaria della strage di Erba

Si chiude definitivamente, quindi, la lunga vicenda giudiziaria della strage di Erba, che continua a dividere l'opinione pubblica nonostante la colpevolezza sancita in tre gradi di giudizio di Olindo Romano e Rosa Bazzi condannati all'ergastolo per il quadruplice omicidio avvenuto l'11 dicembre del 2006 di Raffaella Castagna, del piccolo Youssef Marzouk, della nonna Paola Galli e di Valeria Cherubini. L'udienza della Cassazione di oggi era chiamata a discutere la richiesta dei legali della coppia di annullare la sentenza della Corte di Brescia che, il 10 luglio 2024, aveva respinto l'istanza di revisione.

I legali speravano che la Cassazione avrebbe ripassato la palla a Brescia per svolgere quel processo di revisione che gli e' stato negato ritenendo "manifestamente inassimilabile" l'istanza. Richiesta molto tecnica, come si addice a un'istanza presentata alla Suprema Corte, nella quale vengono comunque richiamati tutti i temi dibattuti nel merito nei precedenti gradi. L'ultimo tentativo della difesa, insomma, tentava di mettere in crisi i pilastri sui quali si sono fondate tutte le sentenze fin qui di condanna: la testimonianza del superstite Mario Frigerio, la traccia di sangue sul battitacco dell'auto di Olindo di una delle vittime e le confessioni dei due imputati.

Nel ricorso vengono ribadite le "plurime acquisizioni scientifiche nuove" e i "dirompenti dati clinici nuovi", da leggere a loro volta "alla luce di nuove scoperte scientifiche" che, metterebbero in dubbio la credibilita' dell'unico testimone oculare. Si evidenziano i presunti "fatti nuovi", si enfatizza lo "strabismo motivazionale" nel descrivere le fasi della morte di Valeria Cherubini e si mette in dubbio la genuinita' delle confessioni, arrivando a definirle "false". Per i giudici bresciani invece le dichiarazioni di Frigerio "non furono annebbiate da un'amnesia anterograda", cioe' la difficolta' a ricordare eventi successivi a un evento traumatico. I magistrati lombardi avevano anche escluso un "complotto" che avrebbe portato "alla fabbricazione di falsita' di prove, o meglio della loro formazione" ai danni di Olindo e Rosa e che le loro confessioni fossero state in qualche modo non genuine.

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