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Milano
Riace, politica e giustizia: il solito vizioso intreccio italiano...

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C'era una volta la giustizia. Concetto complicato, la giustizia. Perché chi la amministra è uomo, imperfetto e dunque ingiusto per definizione. Ma ci si dovrebbe sforzare. Questo però non è il momento di parlare di giustizia. Perché io oggi non voglio parlare del caso del sindaco di Riace arrestato da un punto di vista giudiziario, ma da un punto di vista politico. La tesi oggi è: il sindaco di Riace non ha avuto alcun vantaggio personale, e dunque è innocente anche se ha trasgredito le leggi. La sinistra invoca questo, e parla di fascismo. Parimenti, il centro sociale Officina, sgomberato ieri a Milano, si mette nel solco dei disobbedienti che infrangono le leggi per fare del bene alla città, con luoghi di socialità. Ammesso e non concesso che questo sia vero, giacché è tutto da dimostrare, di fatto si sta dicendo: deroghiamo alla legge perché quello che facciamo è giusto ed è dunque superiore alla legge. Concetto difficilissimo da digerire in uno stato di diritto. Ma va bene, se non ci fosse questo concetto, non ci sarebbero stati Gandhi e Mandela. Quindi, possiamo anche passarci sopra. Quello su cui non passo sopra, ed è colpa di tutti, quelli della Lega che gioiscono e quelli del Pd che rosicano, è che con la giustizia si faccia politica. La giustizia è giustizia e stop. Non bisogna gioire per una condanna, figurarsi per una inchiesta. Non bisogna fare politica con le condanne e con le inchieste. Bisogna fare politica con le idee. Non è possibile che la Lega gioisca per un'inchiesta tanto quanto non doveva gioire il Pd per l'inchiesta e la condanna sui 49 milioni della Lega, e il Movimento 5 Stelle farsi le foto con le arance in occasione degli arresti al Pirellone. Chi ha cominciato tutto questo? Inutile tornare indietro e parlare di una certa sinistra, di Mani Pulite e tutto il resto. Giusto per dire che con la cronaca e con la giustizia non bisogna fare politica. Perché quando finisce la polemica su Riace, quando finisce la polemica sui 49 milioni, quando finisce la polemica sull'Unicef e il cognato di Renzi (dirla fa già ridere), quando finisce tutto questo rimane un Paese che va governato, dove è caduto un ponte, dove manca la manutenzione, dove c'è un sacco di disoccupazione giovanile, dove i giornali chiudono perché nessuno li legge e soprattutto dove si va dietro a questioni irrilevanti per giorni e giorni.

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