Riforma Sanità, Salvini a gamba tesa: "Fusione, Fi se la scordi" - Affaritaliani.it

Milano

Riforma Sanità, Salvini a gamba tesa: "Fusione, Fi se la scordi"

Martedì 14 luglio inizia in consiglio regionale la discussione sulla riforma della sanità. E si preannuncia una seduta campale, anche per le divergenze tutte interne al centrodestra. Nel dibattito è entrato anche Matteo Salvini, leader della Lega, che al suo collega di partito e governatore di Regione Lombardia Roberto Maroni fa sapere: “Non metto becco su altro, ma se qualcuno pensa di giocare a risiko sulla pelle di bambini e medici... Non esiste il voto della Lega. E se qualcuno si arrabbierà, gli passerà. Ne discuteremo in aula martedì”. Lunedì sera incontro tra il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, e il governatore leghista Roberto Maroni per cercare di appianare le divergenze tra i loro partiti. Martedì, un'ora prima dell'inizio dei lavori, e' stata convocata un vertice di maggioranza per cercare di far arrivare compatto in aula il centrodestra.

FUSIONE: IL VETO DELLA LEGA/ L’aut aut del Carroccio riguarda la ventilata fusione tra Fatebenefratelli e Macedonio Melloni con il Buzzi: un equilibrio faticosamente raggiunto, secondo le desiderata di Forza Italia, che per Salvini “rimarrà un pio desiderio” poiché questa fusione “è l’ultima cosa da fare”. E quindi il Buzzi può fondersi ma con il Sacco. Accorpamento Fatebene-Buzzi per un ospedale del bambino sostenuto da Mario Mantovani, assessore lombardo alla Sanità e Luca Bernardo, primario di pediatria vicino agli azzurri. Ma Salvini punta i piedi e “si torna alla versione precedente: il Buzzi va con il Sacco!”.

ALTITONANTE (FI): "OSPEDALE DEL BAMBINO: PERCHE' SI'"/ Fabio Altitonante per Forza Italia ha replicato a Salvini: “Sarebbe un grave errore. Accorpare Fatebenefratelli e Macedonio Melloni con il Buzzi - spiega - vuol dire creare un polo da 6.232 parti l’anno e 800 ricoveri in terapia intensiva neonatale. Senza questo progetto la riforma non avrebbe più senso mentre era l’occasione per dotare Milano di un vero ospedale del bambino". Intanto, anche i primari del Policlinico in una lettera aperta a Maroni hanno segnalato che nell’ambito della riorganizzazione degli ospedali il Policlinico dovrebbe essere unito con la clinica pediatrica Macedonio Melloni. Per creare un grande polo materno-infantile, visto che già la Mangiagalli (che il Policlinico comprende) ogni anno conta oltre 6mila parti.  Insomma, il tema dell'ospedale pediatrico rimette in moto gli equilibrie le fibrillazioni  interne alla maggioranza di Regione Lombardia.

GELMINI: "NON CEDIAMO SU LIBERTA' DI SCELTA E ASSESSORE/ “Sanità, Forza Italia non cede su libertà di scelta e assessore”. Tocca invece un altro tema Mariastella Gelmini. Ma la coordinatrice lombarda di Fi chiarito che “Mantovani non si tocca “ e che “abbiamo evitato lo sbilanciamento a favore del pubblico”, precisa a scanso di equivoci che “la libertà di scelta e la parità fra ospedali pubblici e privati non si toccano”. Alla vigilia del dibattito in consiglio sulla riforma, Gelmini in un'intervista al Giornale annota che “tra Forza Italia e la Lega ci sono stati momenti di grande criticità nella stesura del testo della riforma. Alcune volte ci siamo astenuti in commissione e abbiamo manifestato il nostro dissenso rispetto ad alcune posizioni della Lega”  ma non teme sgambetti da parte della Lega, “nessuno ha interesse a destabilizzare la maggioranza. E poi, se la presidenza della Regione è in mano alla Lega, è giusto che l'assessorato alla Sanità sia di Forza Italia. Punto. In Liguria, a parti invertite, Fi ha la presidenza e la Lega ha la sanità». E sulla questione dell’accorpamento degli  ospedali fa sapere che “ci sarà da discutere parecchio su questo. Noi vogliamo un'integrazione funzionale dei servizi. Bisogna stare attenti a ridisegnare la mappa degli ospedali per non creare disagi ai cittadini”.

NCD: "OTTIMIZZATO RIVOLUZIONARIO IMPIANTO FORMIGONIANO"/ “Siamo riusciti ad ottenere la stesura di un testo che completa e ottimizza l’impianto rivoluzionario inaugurato del governo Formigoni nel ’97 e che negli anni ha permesso al nostro sistema sanitario non solo di eccellere per gli elevati volumi di prestazioni e il loro standard qualitativo, ma anche di garantire un rapporto costi/benefici tra i migliori in Europa”. Mauro Parolini, assessore regionale lombardo in quota NCD, interviene alla vigilia delle sedute di Consiglio Regionale che voterà il Progetto di Legge di riforma del Sistema Socio-Sanitario lombardo, rimarcando in una nota “il contributo determinante dei rappresentati del Nuovo Centro Destra nell’importante lavoro di sintesi e di confronto che hanno svolto in Commissione”. “Arriva quindi in aula una riforma che tiene conto dei cambiamenti sociali e demografici che hanno mutato negli ultimi anni le esigenze dei cittadini e – ha aggiunto Parol ini - che al contempo garantisce quelli che erano e rimangono principi cardine della sanità lombarda come, ad esempio, libertà di scelta, la competitività tra le strutture pubbliche e private e la valorizzazione del ruolo del volontariato”. Parolini ha inoltre sottolineato che “l'aggregazione tra territorio e ospedale presente nella riforma porterà a una gestione migliore e più efficiente dei servizi prestati, in stretto collegamento con il tessuto sociale di riferimento e con le esigenze che esprime. In questo quadro di riferimento l’integrazione tra le funzioni sanitarie e quelle sociosanitarie, pur mantenendo una gestione separata, favorirà nuove e virtuose sinergie. La sanità lombarda mantiene l'organizzazione consolidata in questi anni e la rafforza avvicinandosi in modo più stretto alle necessità delle famiglie”.

OPPOSIZIONE: 18MILA ORDINI DEL GIORNO E 3.500 EMENDAMENTI/ :L'opposizione non si limita a guardare. Complessivamente, Pd, Patto civico e Movimento 5 Stelle hanno presentato piu' di 18mila ordini del giorno e 3.500 emendamenti. La discussione in aula iniziera' martedì e sono state calendarizzate quattro sedute questa settimana (da martedi' a venerdi') con la possibilita' di estendere le convocazioni anche al 4-5-6 di agosto. Tutte le opposizioni lamentano "l'assenza di discussione" in commissione Sanita' sulla riforma e annunciano quindi l'ostruzionismo in mancanza di "un ripensamento" da parte del centrodestra con la riapertura della discussione in commissione. Pd e Patto civico sottolineano che per discutere i loro ordini del giorno ci vorrebbero "55 sedute di aula da 12 ore" e altre "15 ore per gli emendamenti". In totale il centrosinistra ha presentato oltre 10mila ordini del giorno ed emendamenti. Il consigliere del Patto civico Umberto Ambrosoli ha sottolineato: "Vediamo se l'aula potra' finalmente essere la sede di una discussione adeguata". Da parte su, il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Enrico Brambilla, ha spiegato: "Siamo costretti a mettere in campo un'opposizione ostruzionistica, anche se preferiremmo poter svolgere un'opposizione costruttiva". Secondo il capogruppo "c'e' ancora tempo per fare un buon lavoro sulla riforma" che "va approvata entro la fine dell'anno". Sul rapporto con il Movimento 5 Stelle, Brambilla ha poi aggiunto: "Abbiamo insieme l'obiettivo di far riaprire la discussione in commissione. Dobbiamo lavorare per questo fine, poi entrando nel merito delle proposte emergono delle differenze importanti tra noi e loro, ma questo e' normale".

IL PD: "MONTAGNA HA PARTORITO TOPOLINO"/ Così Carlo Borghetti, Pd: "Per noi del Pd la montagna ha partorito il topolino: grandi aspettative lanciate a luglio 2014 da Maroni con il suo Libro Bianco, nessuna possibilità per le minoranze di discutere in Commissione, e una proposta finale che parla praticamente solo di accorpamenti di aziende e poco più. Per i lombardi nulla cambierà sulle lunghissime liste d'attesa, nulla sui ticket più cari d'Italia, nulla sui controlli che son mancati negli anni passati (e si è visto con quali conseguenze), nulla su nomine di manager che rispondano a criteri di esperienza e qualità delle persone. Non solo: da quando la maggioranza ha licenziato il testo in Commissione sanità più passano i giorni più aumenta lo scontento anche dai vari mondi che girano intorno alla sanità, e più il centrodestra appare diviso e in contraddizione. L'ultima è l'attacco di Salvini in persona a Forza Italia, circa le ipotesi che prevedono l'accorpamento di alcuni ospedali di Milano tra loro, sul quale il leader leghista la pensa diversamente dagli azzurri meneghini. Ma la politica non doveva fare un passo indietro dalla sanità? Dopo Formigoni non si voleva una sanità a prova di ingerenze? Perché si vuole buttare in pasto ai partiti di Maggioranza decisioni che dovrebbero invece discendere da ragionamenti scientifici? Forse dietro queste prese di posizioni si celano interessi che vanno oltre la salute dei cittadini? Che tristezza! E Maroni la chiama "evoluzione" del sistema? Di quale sistema? Così è una involuzione. Di tutte le ipotesi di accorpamenti di ospedali e territori che circolano, non esiste una che sia una spiegazione dei criteri che dovrebbero essere alla base di qualunque ipotesi. Noi in aula chiederemo che prima si discutano le finalità che si vogliono conseguire con gli accorpamenti, poi si decidano i criteri, e infine si ipotizzino gli accorpamenti. Tutto ciò che è deciso al di fuori di questo metodo evidentemente risponde ad altre logiche, estranee alla ricerca del bene comune".

MOVIMENTO 5 STELLE: "AULA SARA' UN VIETNAM"/ E’ un no  senza sconti quello del Movimento 5 Stelle Lombardia alla riforma della Sanità Regionale di Roberto Maroni. Il Movimento ha predisposto oltre 10 mila ordini del giorno e 1500 emendamenti (attualmente sono stati depositati 5 mila ordini del giorno e oltre 400 emendamenti) per bloccare il dibattito sulla riforma e costringere la Maggioranza a emendare una legge che i 5 stelle definiscono “una truffa: è solo make up legislativo, si promette di cambiare tutto per non riformare nulla”. Per Dario Violi, capogruppo di M5S Lombardia, e Paola Macchi, consigliere regionale di M5S Lombardia, che hanno tenuto una conferenza stampa alla vigilia della discussione in Consiglio regionale, “l’aula sarà un Vietnam: questa riforma non è stata discussa in Commissione e deve essere ripensata per la gente e non solo per fare i comodi dei politici, a partire dalla sua evidente intenzione di privilegiare il privat o a scapito del pubblico. La legge mantiene in vita il poltronificio sanitario lombardo e il clientelismo dei partiti e introduce inutili e meccanismi di controllo. Se approvata così com'è la riforma non migliorerà i servizi nell’ambito socio-sanitario lombardo”.“I nostri ordini del giorno – spiegano i portavoce del M5S - affrontano temi ignorati da una Maggioranza più attenta a generare nuove poltrone che ai bisogni concreti dei lombardi. Chiediamo innanzi tutto che la prevenzione  sia una priorità che deve essere portata avanti da tutti gli operatori sanitari e non solo, la sanità deve occuparsi anche di prevenzione primaria a livello ambientale. Il nostro obiettivo deve essere mantenere le persone sane, ancor prima di curarle quando si ammalano”. Violi e Macchi concludono: “Sulla Riforma della Sanità, a meno di un atteggiamento più dialogante della Maggioranza, non concederemo sco nti, a costo di sacrificare le nostre notti in Consiglio Regionale.  Eccellenza non può essere sinonimo di ticket eccessivi, liste d’attesa infinite che magicamente scompaiono pagando la prestazione a una struttura privata, pronto soccorso intasatissimi, scandali per appalti e direttori generali indagati. I lombardi meritano davvero di più".

I SINDACATI: "COMPROMESSO AL RIBASSO"/ "La riforma della sanita' lombarda e' il frutto di un compromesso al ribasso". Questa l'opinione espressa dai segretari generali di Cgil (Elena Lattuada), Cisl (Osvaldo Domaneschi) e Uil (Danilo Margaritella). Il testo, che va in discussione da domani in Consiglio regionale, secondo i sindacati "e' il risultato di una confusa e continua ricerca di mediazione tra i gruppi di maggioranza". Il confronto con i sindacati "e' avvenuto su un testo diverso da quello che andra' in discussione", insomma "e' stato del tutto disatteso l'accordo" che il presidente Roberto Maroni "ha sottoscritto". Per questo la Regione deve riaprire "il tavolo di confronto" altrimenti i segretari minacciano "iniziative di mobilitazione". Cgil Cisl Uil della Lombardia avanzano in particolare tre critiche e altrettante richieste. "L'obiettivo centrale della riforma - sostengono - doveva essere il rafforzamento dei servizi territoriali", mentre "in realta' il disegno di legge regionale va in direzione opposta". Secondo i sindacati "vanno chiaramente esplicitati i servizi che, con la nuova riforma, il cittadino trovera' sul territorio in luoghi che devono essere identificabili". I sindacati denunciano anche che dalla Regione non e' arrivata "nessuna risposta" sulla riduzione delle rette delle Rsa e dei ticket. Le sigle sindacali "si oppongono" poi alla revisione del ticket subordinata all'aumento del gettito fiscale, "come previsto dal disegno di legge regionale" perche' "e' inaccettabile rivedere la compartecipazione alla spesa sanitaria attraverso un aumento delle tasse per i cittadini lombardi". L'abolizione del superticket, inoltre, "deve essere decisa e attuata con assoluta urgenza". Infine "il riordino del servizio sanitario regionale deve rappresentare l'occasione per valorizzare l'impegno e la professionalita' delle lavoratrici e dei lavoratori che operano nel servizio sanitario".








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