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Milano
Rizzi, il legale: "Ha chiarito tutto". Cantone vuole vedere le carte

"Allevatore di maiali" o "allevatore di polli": cosi' veniva chiamato, stando alle intercettazioni telefoniche riportate agli atti dell'indagine di Monza, il consigliere leghista Fabio Rizzi. Ad appellarlo in questo modo "in piu' occasioni" erano Paolo Longo, il suo 'braccio destro', anch'egli arrestato, e l'imprenditore Stefano Lorusso, pure tra i destinatari dell'ordinanza cautelare nell'ambito dell'indagine sugli appalti nella sanita' lombarda. In particolare, in una conversazione del 4 dicembre 2014, l'appellativo "allevatore di maiali" viene affibbiato da Lorusso il quale, parlando di affari in divenire, afferma: "Per quanto riguarda quell'allevatore di maiali non si fa un cazzo, se la vede per cazzi suoi".

"COME POSSO SPENDERE DIECI MILIONI?" - Il consigliere leghista lombardo Fabio Rizzi avrebbe chiesto a Maria Paola Canegrati come spendere dieci milioni di soldi pubblici destinati all'odontoiatria sociale. E' quanto emerge dagli atti dell'indagine che ha portato all'arresto di 16 persone accusate di far parte di un'associazione a delinquere che avrebbe truccato diverse gare e tra i cui promotori ci sarebbero stati il politico e l'imprenditrice. In un'intercettazione, Canegrati esorta un dirigente dell'ospedale di Melegnano: "Dobbiamo, pero', guarda, essere dei martelli pum...pum...cioe' veramente essere dei martelli...ti vorrei dire una cosa...un nuovo progetto politico, legge passata in giunta e in consiglio, ci sono 10 milioni per l'odontoiatria sociale...il senatore Rizzi, che e' un amico, ci dice a noi...ditemi come li posso spendere questi soldi per l'odontoiatria sociale". Il dirigente risponde: "Lo sai benissimo, pigli i vecchietti, gli metti 3 impiantini, li fa loro dentro...". E Canegrati: "La dentiera".

IL LEGALE: "HA CHIARITO TUTTO" - Interrogatori in carcere, Fabio Rizzi avrebbe "chiarito tutta una serie di circostanze, tutto quello che riguarda l'impianto accusatorio. Ha fatto lunghe dichiarazioni e sono intervenute domande a chiarimento ma non ha fatto ammissioni", ha spiegato il suo legale, Monica Alberti, al termine dell'interrogatorio durato circa 2 ore nel carcere di Monza. L'avvocato ha chiesto la detenzione domiciliare. Si e' "difeso e ha chiarito tutta una serie di circostanze. Ha chiarito punto per punto", ha insistito l'avvocato Alberti aggiungendo che con il suo assistito non ha parlato delle vicende politiche, ma sicuramente Rizzi "e' consapevole che politicamente e' finito, non mi ha chiesto nulla, in questo senso, ma ha chiesto della sua compagna, di suo padre, tutto sommato e' sereno, e' molto lucido, un po' stanco per le condizioni in cui si trova. Rizzi e' concentrato sulla vicenda processuale".

LA "ZARINA" CHIEDE I DOMICILIARI - "Faro' chiarezza su tutto, ho fiducia nella magistratura", ha fatto eco dal carcere milanese di San Vittore dove' e' stata sentita per rogatoria dal Gip Luigi Gargiulo, Maria Paola Canegrati, la 'zarina' dell'odontoiatria lombarda, secondo il proprio legale, Leonardo Salvemini. Anche in questo caso il difensore ha presentato istanza in cui chiede gli arresti domiciliari per quella che viene considerata dagli inquirenti una delle promotrici dell'associazione a delinquere che avrebbe inquinato diversi appalti. Secondo la Procura, Canegrati avrebbe conquistato un "monopolio" nell'assegnazione degli appalti grazie anche all'appoggio decisivo di Rizzi e alla compiacenza retribuita di funzionari pubblici. In cambio, tra le altre cose, Canegrati avrebbe finanziato la campagna elettorale del 2013 che porto' Rizzi in Consiglio regionale. "La mia assistita - afferma l'avvocato Salvemini - e' molto provata, anche perche' ha un figlio di 13 anni. Studieremo le accuse punto per punto e ribatteremo ad esse per far emergere la verita'. Il mio pensiero va, ora, anche ai dipendenti del gruppo che vivono il disagio e il timore per il futuro".

SETTIMANA PROSSIMA INTERROGATORI DEL PM AL VIA - Con la prossima settimana iniziera' il giro degli interrogatori davanti al pm per gli arrestati nell'indagine che ha portato in carcere anche il consigliere regionale lombardo (ora sospeso) Fabio Rizzi. Nei primi giorni della settimana verra' interrogata dal pm di Monza Manuela Massenz una delle figure ritenute cruciali dagli inquirenti: Maria Paola Canegrati, la 'zarina' dell'odontoiatria lombarda, che si sarebbe aggiudicata con la sua galassia di societa' diversi appalti truccati grazie anche all'aiuto di Rizzi. Anche quest'ultimo, padre della riforma lombarda firmata dalla giunta Maroni, verra' interrogato nei prossimi giorni. Intanto, il primo ricorso al Riesame e' stato presentato da Giuseppe Nachiero, uomo del gruppo Canegrati, consigliere di Elledent e accusato di corruzione pur non essendo ritenuto dal gip un membro dell'associazione a delinquere. La Procura di Monza trasmettera' poi, come e' d'obbligo in questi casi, gli atti alla Corte dei Conti che dovra' quantificare l'eventuale danno erariale. L'inchiesta 'Smile' condotta dai carabinieri del Comando provinciale di Milano aveva portato martedi' mattina all'esecuzione di 21 ordini di custodia cautelare (9 in carcere, 7 ai domiciliari e 5 con obbligo di firma) emessi dal gip del Tribunale di Monza, su richiesta della Procura, per i reati di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, turbata liberta' degli incanti e riciclaggio. Tra gli arrestati anche Valentino Longo, imprenditore vicino allo stesso Rizzi.

SFIDUCIA A MARONI: IN AULA L'1 MARZO - Per quanto riguarda il fronte politico intanto e' stata depositata da Pd e Patto Civico, la mozione di sfiducia nei confronti di Roberto Maroni, sottoscritta anche dal M5S. Il testo della mozione, che chiede conto a Roberto Maroni delle responsabilita' politiche connesse alla vicenda degli appalti truccati nel settore odontoiatrico, insiste sul tradimento della promessa del presidente della Lombardia di "interrompere la catena di scandali che aveva portato alla fine traumatica della scorsa legislatura. Questa volta, oltretutto - si fa notare - il tradimento dell'Istituzione e' avvenuto ad opera di un uomo di totale fiducia di Maroni, vicesegretario della Lega Lombarda, estensore materiale della riforma sanitaria". La mozione sara' discussa in aula l'1 marzo: se approvata da almeno 41 consiglieri su ottanta, comporta le dimissioni della Giunta e lo scioglimento del Consiglio, dunque la fine della legislatura. A difendere Maroni e' sceso pero' in campo il segretario della Lega Matteo Salvini che esclude le dimissioni del governatore. "Chi ha sbagliato deve pagare e paghera', ma Maroni sta facendo bene, la sanita' lombarda e' la migliore e andiamo avanti".

CANTONE VUOLE LEGGERE LE CARTE - Il governatore ha incontrato a Roma Raffaele Cantone, presidente dell’Authority anti-corruzione. colloquo già fissato prima che esplodesse lo scandalo, ma in cui Cantoni ha espresso l'intenzione di chiedere le carte dell'ordinanza per "valutare se ci sono appalti ancora in essere da commissariare". Il governatore ha commentato: "Prenderemo una serie di iniziative per capire come evitare che succeda di nuovo quello che è successo: voglio massima trasparenza negli appalti", aprendo anche all'ipotesi di una collaborazione più stretta con Cantone, che è tornato a sottolineare l'importanza di affidare le gare pubbliche ad una unica stazione appaltante.

MARONI: "SE RIZZI E' COLPEVOLE, VIA SUBITO" - "Se fossero confermate le accuse lui non puo' stare in Consiglio regionale. Spero riesca a chiarire e a dimostrare che non c'entra nulla con le accuse mosse. Se non riuscira' a farlo, la prima cosa che deve fare e' andarsene". Lo ha detto il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, a margine di una visita a Esine Lario, rispondendo alle domande dei giornalisti in merito alla vicenda giudiziaria che ha coinvolto Fabio Rizzi.

L'INCONTRO CON I DIRIGENTI: "LA RIFORMA VA AVANTI" - "Voglio vederci chiaro, capire cosa sia necessario fare per evitare che succeda ancora in futuro. Faremo tutti gli approfondimenti sulla vicenda e le verifiche nelle strutture ospedaliere e sulle gare. Vi chiedo la massima collaborazione; da parte mia non c'e' altro scopo se non quello di garantire la massima e totale trasparenza". E' quanto ha detto oggi pomeriggio il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, in riferimento alla vicenda giudiziaria emersa negli ultimi giorni, incontrando a Palazzo Lombardia i direttori del sistema sanitario regionale.

"Abbiamo gia' gli strumenti, le regole, le procedure e gli organi di controllo - e' stato il ragionamento di Maroni -. La nuova legge istituisce l'Agenzia di Controllo che e' indipendente e sara' gestita da rappresentanti delle opposizioni. Salvo intervenire su eventuali lacune, il sistema che abbiamo oggi su appalti pubblici e assegnazioni di servizi e' fornito di regole, procedure e sistemi di controllo. Bisogna che siano applicati e rispettati". Nonostante questo, ha aggiunto Maroni "voglio capire da voi quali sono le cose da cambiare. Puo' darsi che ci siano alcune procedure che, secondo la vostra esperienza, devono essere modificate".
 
Maroni ha anche richiamato i direttori alla propria responsabili nelle decisioni: "dovete fare le scelte - ha detto - in base a cio' che e' giusto fare cioe' quello che serve ai cittadini. Tutto il resto a me non interessa e non deve interessare neanche a voi". "La riforma - ha aggiunto il presidente - continua nella sua attuazione. Confermiamo tutti gli appuntamenti che ci siamo gia' dati a partire dal prossimo a Brescia l'11 marzo. Non c'e' nessun motivo per ritenere che questa vicenda possa mettere in discussione l'impianto della riforma". "Possiamo cogliere anche l'occasione - ha concluso il presidente - per fare una serie di verifiche sull'esternalizzazione di alcuni servizi. Valutiamo se sia utile continuare per questo o per altri servizi. Non ho nulla contro la sanita' privata, anzi l'integrazione tra pubblico e privato e' una delle modalita' con cui si attua il sistema sanitario in Lombardia e funziona bene. Un rapporto equilibrato tra pubblico e privato e' fondamentale, sempre alla luce del servizio reso ai cittadini".

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