Milano
Roger Waters a Milano, il concerto "politico":"Reagan ha ucciso 30000 persone"
Roger Waters a Milano: 50mila spettatori, sold-out per “This Is Not a Drill, il suo primo "tour di addio"
Roger Waters a Milano, il concerto "politico": "Reagan ha ucciso 30000 persone"
“Se siete qui per le canzoni di Pink Floyd siete pregati di andare a fare in culo al bar”. Roger Waters, nella prima data italiana del suo tour d’addio al Forum di Assago, non usa mezzi termini per indicare agli spettatori che una reunion dello storico gruppo sembra davvero impossibile. E lo fa proiettando il messaggio, aggressivo e diretto, sui grandi schermi che sono stati posizionati su dei parallelepipedi a forma di croce dentro la platea. Ma i messaggi lanciati da Waters toccano anche la politica. Con un attacco, senza fronzoli, a Ronald Reagan: “Quest'uomo ha ammazzato più di 30000 persone”. Insomma, uno spettacoli di suoni, luci e slogan.
Roger Waters a Milano: 50mila spettatori, sold-out per “This Is Not a Drill, il suo primo "tour di addio"
Il pubblico è accorso comunque in massa: 50mila spettatori, sold-out per “This Is Not a Drill, il suo primo "tour di addio", come lo ha definito lo stesso musicista. Aperto dalla mitica “Another Brick in The Wall”, canzone di protesta contro la rigidità delle istituzioni e della scuola. Il brano uscì nel 1979: 37 anni dopo, il fascino dell’incedere di basso e batteria con l’assolo di chitarra di David Gilmour non perde splendore. A proposito di anniversari, proprio pochi giorni fa l’album “The Dark Side of The Moon” ha spento le sue cinquanta candeline. E Roger Waters non si è sfatto sfuggire l’occasione di eseguire alcuni brani del disco assieme a pezzi dell’altro memorabile capolavoro, “The Wall”.
Durante l’esecuzione di “Sheep", il musicista fa volare sul pubblico, telecomandata, anche una pecora gigante
Sulle ali del rock psichedelico che abbraccia più generazioni, durante l’esecuzione di “Sheep", il musicista fa volare sul pubblico, telecomandata, anche una pecora gigante. E poi ancora politica: sugli enormi schermi che formano un muro a croce sul palco si leggono alcune parole tipo “propaganda, fake news' o accuse contro i "potenti" del mondo, contro le discriminazioni agli afroamericani, con annesso riferimento a George Floyd, o contro le violenze sulle donne in Iran e a difesa della Palestina, dello Yemen e dei diritti civili delle minoranze. I 'messaggi' più duri, però, sono riservati a vari presidenti degli Stati Uniti come Ronald Reagan, Barack Obama, Donald Trump e Joe Biden, tutti tacciati di essere "criminali di guerra". "Sono molto felice di essere qui", ha scandito Waters in italiano mentre alcune didascalie raccontavano la sua vita, soprattutto musicale, dal suo primo matrimonio all'amicizia con Syd Barret, leader dei Pink Floyd dal 1965 al 1968.
Waters suona, canta, racconta. E lascia il segno. Ancora una volta.