Milano

Rsa: inchiesta, nell'ultimo periodo forte riduzione decessi a Milano

Nelle ultime settimane si registra una forte riduzione dei contagi all'interno delle strutture e ci si avvicina a zero decessi

Rsa: inchiesta, nell'ultimo periodo forte riduzione decessi a Milano

C'e' stata una forte riduzione dei decessi nelle Residenze per anziani di Milano che sono sotto la lente della procura di Mlano a causa del dilagare dell'epidemia da coronavirus. Una ventina le Rsa coinvolte nell'indagine, coordinata dai pm Mauro Clerici e Francesco De Tommasi, tra cui il Pio Albergo Trivulzio. Il periodo preso in considerazione dei magistrati inizia il 31 gennaio e arriva fino al 15 maggio, cioe' qualche giorno fa. Secondo quanto si apprende proprio nell'ultimo periodo ci si e' avvicinati ai "morti zero" e quindi ad una forte riduzione dei contagi all'interno delle strutture. Con il miglioramento della situazione negli ospedali, infatti, gli anziani in condizioni piu' critiche vengono trasferiti e curati in reparto.

La maxi inchiesta diretta dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano ha per il momento portato all'apertura di oltre 20 fascicoli di indagine per morti sospette in altrettante Rsa del Milanese. Gli inquirenti, dopo le perquisizioni effettuati nelle scorse settimane dalla Guardia di Finanza al Pio Albergo Trivulzio e in altre Rsa della città metropolitana, sono ora impegnati nell'ascolto dei testimoni (medici, infermieri, sanitari delle varie strutture, familiari e parenti delle vittime oltre, dirigenti dell'Ats) oltre che sull'esame della documentazione sequestrata, tra cui le cartelle cliniche dei pazienti deceduti, le direttive organizzative interne alle singole aziende e i protocolli sanitari regionali e ministeriali. Un lavoro di analisi condotto sotto la supervisione dei cinque esperti (un virologo e un epidemiologo e tre medici legali) nominati dalla procura come propri consulenti di parte. 

Rsa: medici del Trivulzio su Fb: 'cattiveria contro di noi'

"Perche' tanta cattiveria? I vostri cari sono stati curati in scienza e coscienza come in ospedale e anche meglio. Il personale c'e' e c'e' sempre stato e ha operato con professionalita' e dedizione, ne sono testimone certa...", ha scritto la dottoressa Nadia Antoniotti, medico del Pio Albergo Trivulzio in un commento a un post su Facebook del 'Comitato Giustizia e verita' per le vittime del Trivulzio'. "Questa continua gratuita accusa ci offende - continua la dottoressa - Chi si vuol vendicare di 'non so che' fa solo del male a se stesso... Purtroppo c'e' chi nella lotta contro il virus non ce l'ha fatta, come in tutto il mondo, ma non per colpa dei medici o degli infermieri che hanno fatto di tutto per curarli..".

Anche un altro medico del Trivulzio Maria Cristina Neri, ha commentato lo stesso post. "Non capisco perche' tanto accanimento. Altre rsa hanno avuto avuto gli stessi decessi anche di piu' eppure nessun parente si e accanito cosi' ferocemente Che fine ci puo' essere dietro un accanimento cosi' agguerrito?". "Perche' - prosegue - raccontare una verita' cosi' distorta riportando falsita'? Sui giornali vengono riportate notizie molto distorte... con che finalita'? Non ci lasciate lavorare in tranquillita' ma io che lavoro sul campo posso assicurare che si eroga il massimo dell assistenza, se non siete soddisfatti potete portare i vostri cari in altri istituti". E infine: "La dirigenza sta facendo il massimo ma qualsiasi cosa faccia dire di che non vi potra' mai soddisfare. Un capitano non abbandona la nave se sa sa di averla gestita bene . Quindi per favore lasciateci lavorare In pace".







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