Milano

Sacchi: "Cultura nelle periferie e riaprire ai grandi concerti"

Il neo assessore milanese alla Cultura Tommaso Sacchi: "La Prima della Scala sarà diffusa. Dialogo con il Governo per i grandi concerti e incontrerò i trapper"

Sacchi: "Cultura nelle periferie e riaprire ai grandi concerti"

"La Prima della Teatro alla Scala sarà 'diffusa' anche quest'anno, è un progetto che amo e sarà potenziato insistendo sul tema delle periferie". Lo ha annunciato il nuovo assessore alla Cultura Tommaso Sacchi, questa mattina a margine della sua prima uscita pubblica, alla mostra dedicata al fondatore del Teatro del Buratto Tinin Mantegazza che si tiene al Teatro Munari in via Bovio. "L'inaugurazione della stagione del Piermarini di quest'anno sarà un momento di grande rinascita della città visto che avremo un pezzo di mondo a Milano. - ha spiegato Sacchi - La Prima è un momento riservato a pochi, allora perché non portarlo ancora di più nelle reti della città? Nel 2011 l'allora assessore alla Cultura Stefano Boeri ebbe l'idea della Prima 'diffusa', realizzata in collaborazione con il Teatro Ringhiera e con l'idea di dare valore a un evento centrale da diffondere in tanti luoghi della città, come aree periferiche, scuole o carceri. E' un progetto che ho visto nascere e mi sta a cuore e sono contento sia stato mantenuto dai sindaci Pisapia e Sala".

"Musica dal vivo, aprirò subito un dialogo con il ministero per riaprire ai grandi eventi"

"Voglio fare un grande lavoro sulla musica dal vivo: aprirò da subito un dialogo con il governo, con il ministero, per capire come ci stiamo orientando in tema di capienza per la riapertura dei grandi eventi". In particolare Sacchi ha precisato di voler aprire "un tavolo permanente fino al completo ritorno delle capienze dei grandi momenti di spettacolo con il ministero per capire quali sono i tempi, per permettere ai promoter di programmare. Credo che sulla prossima estate si apra una riflessione molto seria anche contando sulla generosità di capienza. Tratteremo la cosa con grande serietà, con attenzione e prudenza perché nessuno vuole ricadere nel limbo. Penso che sia nelle corde e nell'anima di una città come la nostra tornare a produrre la grande musica: vorrei mappare i luoghi adatti allo spettacolo dal vivo anche estivo che sono tanti, diversi, di diversa tipologia. Abbiamo i più grandi promoter, c'è la storia della discografia italiana, Milano è stata grandissima e può continuare ad esserlo nel mondo dell'editoria discografica. Abbiamo luoghi adattissimi per lo spettacolo, ai medi e grandi numeri, a tutte le scale della produzione artistica e musicale". Sacchi non preclude nemmeno un possibile ritorno di grandi concerti a San Siro: "E' presto per dirlo però non ho nessuna preclusione: voglio lavorare per portare il meglio a Milano, in centro ma anche in periferia. La musica deve tornare nei luoghi giusti senza creare problemi di discordia, luoghi che possano essere ben apprezzati da chi produce, da chi frequenta e da chi agisce sui palcoscenici".

"Lavorare tra le città per promuovere una cultura sempre più accessibile"

"Quando ho accettato l'incarico di assessore a Milano c'è stato un colloquio molto disteso con il sindaco Giuseppe Sala e il sindaco di Firenze Dario Nardella, come è naturale, visto che Sala e Nardella sono legati da amicizia e abbiamo parlato di progetti comuni. Credo che a partire da Firenze e da Milano voglio lavorare sulla possibilità di collegare l'offerta culturale di Milano a quella di altre città". "Che si passi dalla promozione dei titoli di accesso ai musei o ai progetti comuni su festival e teatri, credo che lavorare tra città sia una delle giuste chiavi per promuovere una cultura sempre più accessibile e integrata che si possa basare su una mobilità veloce". Commentando poi l'iniziativa del sindaco Nardella di prevedere un'offerta culturale integrata con il comune di Napoli, Sacchi ha spiegato: "Il sindaco Nardella ha giustamente a cuore questa idea di una promozione della cultura che coinvolge i colleghi, creando un'offerta integrata, possibile grazie all'alta velocità delle ferrovia, per un turismo che guarda oltre la singola destinazione: penso che questo sia un punto molto importante".

"Periferie e cultura: sarà un filo rosso delle mie attività"

"Come ha detto anche il sindaco quando mi ha dato delle indicazioni di mandato, il tema della periferia e della cultura di cintura rispetto al centro storico sarà assolutamente un filo rosso che accompagnerà le mie attività di assessore nel mandato della seconda giunta Sala". Così Sacchi a margine della sua prima uscita pubblica alla mostra dedicata al fondatore del Teatro del Buratto Tinin Mantegazza che si tiene al Teatro Munari in via Bovio. "Ci sono vari motivi per cui ho scelto questo bellissimo teatro. In primo luogo perché è un segno della Milano che cambia: vengo da una giunta fiorentina che ha dislocato diverse centri culturali in periferia. - ha spiegato Sacchi - Mi sento molto vicino al mondo del teatro e voglio festeggiare il ritorno al cento per cento di capienza del pubblico, siamo stati assenti da tantissimi teatri. Oltre a frequentare molto il mondo del teatro, mi sono attivato con molti assessori italiani come il mio predecessore Filippo Del Corno perché il teatro è uno dei soggetti più sofferenti di questo periodo pandemico. In secondo luogo perché serve attenzione anche a una Milano che promuove la cultura per tutti i livelli sociali, anche quelli dei bimbi dei più piccoli: è fondamentale lavorare in questa direzione. Oggi c'è un'offerta culturale che riguarda i più piccoli e voglio dare in tal senso valore a luoghi come il Buratto. Ieri mi sono emozionato a vedere duemila spettatori in una platea: questo mondo è stato il primo chiudere e solo l'altro ieri siamo tornati in piena capienza. Nonostante gli aiuti e i ristori pensiamo a quanto questa pausa ha fatto soffrire, anche nell'ottica della fidelizzazione del pubblico e del rapporto col quartiere", ha concluso Sacchi.

"Voglio incontrare gli artisti trap e rap"

"Tra novembre e dicembre sto programmando un incontro presso il mio assessorato con i protagonisti della musica di Milano di oggi, compresi i gruppi trap e rap". "Milano ha come nessuna città italiana questo carnet di diversità di genere musicale. Andiamo da artisti di fama mondiale che hanno scelto di vivere a Milano, si passa per tutta la scena della musica indipendente italiana che abitano nel centro di Milano e poi si arriva a una dimensione che ha molto a che fare con l'anima di quartiere che è quella della musica trap e rap. Si parla di numeri molto importanti, spesso sono nomi che ad alcuni non dicono molto ma muovono masse di appassionatissimo pubblico, che voglio invitare perché secondo me una delle narrazioni possibili della Milano che cambia è quella raccontata da questi poeti moderni che sono i musicisti del trap. I grandi talenti del trap italiano sono nati nella cintura milanese. E' un tema importante, ci voglio lavorare", ha concluso.

"Voglio lavorare sull'arte pubblica"

"Una cosa su cui voglio lavorare è l'arte pubblica. Penso che le piazze di Milano siano molto adatte ad essere considerate gallerie a cielo aperto. Credo che si possa lavorare, anche forte della mia esperienza a Firenze, sull'aspetto dell'arte pubblica". "Desidero poi stimolare la generosità che possono dare i grandi artisti a Milano. - ha aggiunto il neo assessore - Questo è interessante: fare un progetto per stimolare questi artisti a raccontare un pezzo della loro Milano. Credo che ci siano tutti i presupposti per lavorare bene con artisti e istituzioni". Sacchi ha poi detto anche di aver incontrato ieri l'artista Maurizio Cattelan, definendolo "un vulcano di idee prolifico nel raccontare idee per la città che ama"

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