Sala, Cantone: "Una reazione eccessiva. Milano e Roma? Molto diverse"
Autosospensione di Beppe Sala: il cardinale Angelo Scola auspica che non fermi il 'Rinascimento' di Milano, Cantone parla di reazione "eccessiva" del sindaco
Il pensiero di molti è quello espresso dal cardinale Angelo Scola: che la città di Milano non si blocchi proprio ora che sembrava vivere "un momento di rinascita". La scelta di Beppe Sala di autosospendersi - o meglio, prendersi una assenza temporanea - dal ruolo di sindaco dopo la notizia di essere indagato dalla procura generale in merito all'appalto per la piastra di Expo ha spiazzato i milanesi. Sia i suoi sostenitori, sia chi non lo ha votato, compresi gli avversari politici. I quali, con diversi gradi e sfumature hanno giudicato eccessiva la sua scelta di fronte ad un avviso di garanzia per falso ideologico, chi - come Mariastella Gelmini di Forza Italia - per garantismo, chi, come l'ex candidato sindaco Stefano Parisi, parlando di una "reazione isterica" da parte di Mr Expo.
"L'AUTOSOSPENSIONE NON TERMINA LUNEDI'" - Sala "ha motivato la sua scelta con il fatto che ha bisogno di tempo per raccogliere le idee perche' giura di non ricordare se la firma e' avvenuta quel giorno oppure un altro". Questa la ricostruzione del leghista Alessandro Morelli, presente alla riunione dei capigruppo convocata dal sindaco nel pomeriggio di venerdì. Il timore che circola adesso e' che possa uscire dell'altro, ha proseguito Morelli, in quanto "Sala parlando ai capigruppo ha citato la legge Severino, cosa del tutto illogica in questa fase". "Il sindaco ha bisogno di qualche giorno per ricostruire nella sua mente la vicenda ma dice di non aver firmato nessun atto retrodatato. Speriamo in una sospensione non lunga, anche se oggi ci ha detto che probabilmente la cosa non si concludera' lunedì", ha aggiunto Gianluca Comazzi di Forza Italia.
CANTONE: "MILANO NON E' ROMA, DA SALA REAZIONE ECCESSIVA" - Il caso milanese è esploso nello stesso giorno della vicenda-Marra a Roma. Ma mettere le due realtà sullo stesso piano è una semplificazione che respinge anche Raffaele Cantone, presidente dell'Autorità nazionale corruzione. Che anzi definisce senza mezzi termini "eccessiva" la scelta di Sala. Intervistato dal Corriere afferma: "Non c'e' nemmeno un invito a comparire, solo una mera ipotesi investigativa". "Non ho elementi per dare un giudizio - premette Cantone - ma mi pare che l'iscrizione nel registro degli indagati sia un atto obbligato dal momento che la Procura Generale ha deciso di avocare e riaprire un'inchiesta che la Procura aveva chiuso con la richiesta di archiviazione". "La vicenda Expo - aveva detto ieri Cantone - indirettamente ci coinvolge perche' abbiamo fatto i controlli degli atti che sono stati avviati nel 2014, mentre l'appalto oggetto delle indagini e' del 2012, molto precedenti al nostro arrivo, atti che noi non abbiamo verificato". Cantone spiega che "l'arresto di Raffaele Marra a Roma e la proroga di indagini che riguarda a Milano Beppe Sala sono due vicende molto particolari e diverse. In un caso e' contestato un fatto corruttivo, in un altro un falso ideologico". E, "come gia' in precedenti occasioni - precisa l'ex pm - confermo che nel momento in cui siamo intervenuti i rapporti con l'allora amministratore di Expo e commissario straordinario Sala sono sempre stati improntati alla massima correttezza e lealta'".