Milano

Sala: "Pd cresce ma non basta, serve nuovo partito"

In un'intervista a Espresso+ il sindaco di Milano analizza lo stato dell'arte del Pd e auspica una sinistra più determinata

Sala: "Pd cresce ma non basta, serve nuovo partito"

"Io vorrei una sinistra piu' determinata e, per quanto riesco, sto cercando di portare il mio contributo. I giovani sentono poco la politica. Purtroppo sentono ancora meno il Pd, visto come un partito vecchio e litigioso. Ma questo ci mette davanti a una grande opportunita'. Non ci sono alternative. O il Pd riesce a cambiare rapidamente pelle e a presentarsi come un partito piu' moderno che affronta seriamente i temi piu' sensibili, dall'ambiente alla giustizia sociale, oppure ci pensera' qualcun altro". Dopo la vittoria a Losanna della candidatura di Milano-Cortina come sede delle Olimpiadi, il sindaco di Milano Beppe Sala lancia l'idea di un altro partito in un'intervista esclusiva sull'Espresso in edicola da domenica 30 giugno e in anteprima su Espresso+. E parla a tutto campo di politica italiana: la ricandidatura a sindaco, il processo per l'Expo, la Lega. "Vedo dentro la Lega una spaccatura tra l'estremismo di Salvini e un'altra parte che oggi abbozza perche' il leader e' molto forte. E' una contraddizione destinata ad allargarsi". Quanto alle possibili elezioni anticipate, "se si andasse a votare oggi non capisco quale sarebbe l'utilita' di vedere eletto un Parlamento di centrodestra a guida leghista che nel 2022 elegge il nuovo presidente della Repubblica, il successore di Sergio Mattarella. Io non auspico il voto. Spero che si voti piu' avanti".

"Il Pd puo' crescere ancora, ma non piu' di tanto - prosegue Sala - Solo un nuovo soggetto puo' riportare al voto qualcuno che normalmente non va a votare, qualcuno che ha votato per i 5 Stelle, e perfino qualche elettore della Lega che fa fatica ad accettare l'estremismo e la cattiveria salviniana. Anche per questo vedo in modo negativo elezioni a breve termine. Si rischia che il nuovo soggetto sia solo una figurina". Un soggetto moderato e centrista, insieme a Carlo Calenda? "Questo continuo parlare di stare alla sinistra del Pd, o alla destra, e' tutto sbagliato. I moderati sono la parte che mi interessa meno. Io mi considero, al limite, un moderato radicale. Se i 5 Stelle ci hanno insegnato una cosa e' che si possono prendere grandi consensi evitando questa orizzontalita' della politica: la destra, il centrodestra, il centro... Dobbiamo evitare le etichette e parlare dei temi. Giustizia sociale e ambientale: in tutto il mondo la sinistra progressista discute di questo". Sara' Sala a guidare questo nuovo soggetto? "Voglio essere sincero: mi piacerebbe, ma oggi non posso, me lo devo inibire, tanto piu' che c'e' questa nuova responsabilita'. Chi ha capacita', proposte, deve farsi avanti. Basta dire che non interpretiamo il disagio: facciamolo". Renzi l'ha chiamata per congratularsi del successo di Losanna? "No", risponde Sala. 

Calenda a Sala: lavoriamo insieme

"Al mio amico Sala con il quale abbiamo spesso e recentemente discusso della situazione politica italiana, ribadisco quanto detto 1000 volte, il moderatismo in Italia non serve ed è spesso stato sinonimo di gattopardismo. Bisogna lavorare su contenuti e programmi radicali". Lo dice Carlo Calenda a proposito delle parole del sindaco di Milano Beppe Sala che, all'Espresso, ha tra l'altro parlato di "un nuovo soggetto" rispetto al Pd. "Condivido anche la visione di un Pd che non basta. E penso che Sala sarebbe un pilastro fondamentale per una nuova aggregazione capace di battere i nazionalisti. Dunque iniziamo a lavorarci possibilmente insieme. Perché il tempo è poco e le divisioni già troppe", aggiunge Calenda.







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