Milano

Processo Expo, pg: Sala non merita attenuante, sua condanna è esigua

Nell'atto d'appello si contestano anche le decisioni prese dal Tribunale in merito ad altre figure coinvolte nel processo insieme al sindaco di Milano

Processo Expo, pg: Sala non merita attenuante, sua condanna è esigua

La Procura Generale ha depositato oggi un atto con cui impugna la concessione al Sindaco di Milano, Beppe Sala, ex ad Expo, dell'attenuante dell'aver agito per motivi di "particolare valore morale o sociale"  precedentemente riconosciuta a Sala. Il Sindaco, in merito alla questione Expo, è stato condannato in primo grado a sei mesi convertiti poi in multa per falso. Per il pg l'aver agito al solo fine di evitare ulteriori ritardi dell'evento non e' motivo di particolare valore morale e sociale perche' non tutta la collettivita' lo considera prevalente sul bene giuridico della fede pubblica e della trasparenza dell'azione amministrativa. 

Nell'atto d'appello si ritiene inoltre che l'aumento della pena per Sala relativa ai contestati reati di falso sia "eccessivamente esigua". Il sostituto procuratore generale Massimo Gaballo che ha firmato l'atto, sostiene che "la sola incensuratezza non e' sufficiente", Sala "non ha mai collaborato alle indagini, facendosi interrogare o rendendo dichiarazioni spontanee, come sarebbe stato doveroso anche in considerazione del suo ruolo pubblico" e "nell'esame dibattimentale ha reso dichiarazioni ritenute mendaci dallo stesso Tribunale". La prescrizione del reato per Sala avverrà alla fine di novembre. Il pg ha pero' impugnato la sentenza dei giudici di primo grado. A partire dall'assoluzione di Angelo Paris, ex manager di Expo, anch'egli imputato per falso, in quanto il Tribunale ha "erroneamente ritenuto che (...) non abbia partecipato alla decisione di retrodatare gli atti pubblici in contestazione". Secondo il pg, l'ex manager ha preso parte alla fase decisionale "di retrodatare gli atti" in quanto le tre persone che prendevano le decisioni erano Sala, Paris e Chiesa e non, come ha ipotizzato la difesa, Chiesa, Cupiccia e Marzari.

Buona parte dell'atto di impugnazione si riferisce, pero', l'assoluzione di Antonio Giulio Rognoni, ex dg di Ilspa,  dalla turbativa d'asta in quanto pur ritenendo "accertate plurime condotte (...) dirette ad alterare" il "regolare svolgimento" della gara per la Piastra, il Tribunale ha "erroneamente ritenuto" la loro "irrilevanza penale". Un ulteriore motivo di appello riguarda l'assoluzione dal tentato abuso di ufficio di Paris e di Piergiorgio Baita.

 







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