Milano
Salva Milano, Fedrighini: "E' un condono, voterei contro. I campanelli d'allarme c'erano"
Il consigliere del gruppo misto rievoca un odg del 2020 che palesava i rischi di procedure troppo semplificate: "Non c'è nessuna Milano da salvare, e qualunque provvedimento non dovrà essere esteso al resto d'Italia". L'intervista
Salva Milano, Fedrighini: "E' un condono, voterei contro. I campanelli d'allarme c'erano"
"I campanelli d'allarme sulla troppa semplificazione urbanistica c'erano tutti…" afferma il consigliere comunale milanese del gruppo misto Enrico Fedrighini citando un ordine del giorno del 2020 votato dall'Aula di Palazzo Marino che "metteva nero su bianco i rischi di procedure troppo semplificate" e chiedeva evidenza pubblica per ogni progetto. Intanto in città continua il dibattito sul Salva Milano: "Ma non c'è nessuna Milano da salvare" commenta Fedrighini. "Qualunque provvedimento dovrà essere una sorta di condono rivolto al passato, non un'estensione al resto d'Italia di quanto ha fatto Milano". L'intervista.
Fedrighini, praticamente chiede di sconfessare tutte le politiche dell'ultimo decennio sull'urbanistica.
Qui bisogna ammettere una cosa: quanto è successo a Milano non è successo per fortuna in altre città italiane. Si è puntato molto sulla semplificazione, che per l'operatore privato è un elemento importante per attirare investimenti, rispetto a criteri di valutazione dell'impatto dell'intervento realizzato che richiedono dei tempi che però sono giustificati dall'interesse pubblico. Anche non consumando un cm quadrato di suolo, si creano operazioni urbanistiche con impatti non ripagati esclusivamente dagli oneri di urbanizzazione. Se fai una torre e non prevedi un asilo, un parcheggio o delle strade, è un problema.
La città, però, ha continuato a trasformarsi. Come si bilanciano i due aspetti?
Le inchieste non riguardano i grandi progetti urbani come gli scali ferroviari o Expo. Questi erano percorsi di trasformazione urbana assoggettati a procedure pubbliche come accordi di programma o convenzioni con i privati. Quello di cui si stava occupando l'odg del 2020 - e oggi la magistratura - riguarda tutta quella serie di trasformazioni capillari che non erano soggette a procedure di evidenza pubblica e che per ragioni comprensibili di velocizzazione rischiavano di sfuggire a un controllo pubblico sull'impatto che queste opere avevano. Aspetto che non si è saputo cogliere.
Nel Pd ci sono diverse posizioni sul Salva Milano. Il sindaco ha anche puntato il dito su quelli che in passato hanno governato la città insieme a lui.
Una delle cose che mi danno fastidio, è usare la politica come strumento di ricatto o per colpevolizzare. Io non colpevolizzo singolarmente solo Sala, come non colpevolizzo i singoli assessori all'Urbanistica e non mi piace che un sindaco faccia scaricabarile su degli assessori. Io credo che ci sia stata un’accondiscendenza eccessiva da parte dell'amministrazione rispetto a quelli che erano degli interessi e delle richieste di velocizzazione private senza contro-bilanciare tutto questo con quello che è il mestiere dell'amministratore, ossia tutelare l'interesse pubblico.
Come risponde a chi dice che Milano è cresciuta?
Sicuramente la città è cresciuta in termini di investimenti, ma a beneficio di chi? Questa è una cosa di cui un amministratore dovrebbe rendersi conto. Milano è diventata molto attrattiva per chi vuole investire sul mattone, ma il resto delle persone che compongono la città - insegnanti, medici, studenti ma anche dipendenti del Comune - quali benefici hanno avuto? Assoggettarsi e appiattirsi su quanti investimenti ottiene Milano dal punto di vista di capitali finanziari mi sembra riduttivo, specie da parte della sinistra.
Adesso cosa succede?
L'unica via di uscita è ammettere di non aver seguito le indicazioni del Consiglio comunale, come documenta quell'odg in tempi non sospetti. Non sopporto il termine di 'condono'. Bisogna ammettere di avere sbagliato e aver lasciato maglie troppo larghe alla semplificazione procedurale. Non sto parlando di reati penali, ma questa è un'inchiesta che secondo me riguarda crimini urbanistici. Il problema è di natura urbanistica. Bisogna chiedere un condono per quanto è stato realizzato e intervenire sul Pgt affinché questo non avvenga più.
Quindi niente Salva Milano?
Io voterei contro. Non c'è nessuna Milano da salvare, semmai bisogna andare verso un'urbanistica che privilegi l'interesse pubblico e avere chiaro che qualunque provvedimento deve essere, nella sostanza, una sorta di condono rivolto al passato, non un'estensione di quanto ha fatto Milano al resto d'Italia.