Milano
Salvini al citofono: sterile la polemica su giornalisti e poliziotti presenti
Oppositori di Salvini si schierano contro forze dell'ordine e giornalisti. Le elezioni si vincono con proposte, non con polemiche insensate
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L'ultima cagata che ho sentito nella crociata contro Salvini è che i giornalisti hanno la colpa di averlo registrato mentre citofonava a un tipo chiedendogli se era uno spacciatore. Secondo gli oppositori di Salvini è colpevole anche la schiera di poliziotti e carabinieri che non gli avrebbero impedito di fare quel che ha fatto. Ora, io capisco che quello che ha fatto Salvini sia contestabile. Quello che però mi scandalizza è chi tira in mezzo i giornalisti o addirittura i carabinieri. I carabinieri erano là perché sono la sua scorta. Perché è preciso dovere dello Stato difendere i leader, tutti i leader politici, quando questi si recano in posti che potrebbero essere pericolosi. E i giornalisti? Io penso che dobbiamo smetterla di pensare che i giornalisti siano dei missionari. Gli operatori che erano là che cosa avrebbero dovuto fare? Girarsi dall'altra parte di fronte a quella che evidentemente è una notizia? Notizia non è solo quello che ci piace, ma anche quello che non ci piace. E non censuriamo nulla, o almeno ci proviamo. Che cosa avrebbero dovuto fare i colleghi? Dire: ehi Salvini, visto che quello che stai facendo è assurdo, noi non ti riprendiamo? E se domani Zingaretti, o Salvini, o qualunque personaggio pubblico pestasse una persona in mezzo alla strada gli operatori, visto che è un reato, dovrebbero decidere di non riprenderlo? Oppure lo riprendono e poi si accende il dibattito? Forse che nel passato non sono stati ripresi Berlusconi e le sue barzellette, Bossi e il suo dito medio, Renzi e le sue polemiche, Moro e i suoi discorsi infiniti eccetera eccetera? Allora smettiamola: non è chiedendo ai carabinieri di fermare un politico che devono proteggere, o chiedendo ai giornalisti di non riprendere un politico che fa cose, che si vincono le elezioni. Si vincono avanzando proposte e nelle urne.
fabio.massa@affaritaliani.it