A- A+
Milano
San Siro, la vicenda infinita dello stadio. Ecco che cosa è successo

Stadio San Siro

San Siro, la vicenda infinita dello stadio. Ecco che cosa è successo


La questione San Siro continua a infiammare il dibattito pubblico, non solo a Milano, ma a livello nazionale. Il simbolo per eccellenza del calcio milanese, la “Scala del Calcio”, sembra destinato a scomparire, lasciando dietro di sé una scia di polemiche e incomprensioni. Le ultime notizie parlano chiaro: Milan e Inter hanno deciso di abbandonare definitivamente l’idea di una ristrutturazione di San Siro, puntando invece su un nuovo stadio. La vicenda, che ormai si trascina da anni, ha raggiunto il culmine con l’incontro tra i club e il sindaco Giuseppe Sala, il quale ha confermato che la ristrutturazione non è più un’opzione.

Un patrimonio architettonico controverso

San Siro è più di uno stadio. È un pezzo di storia, un simbolo non solo del calcio, ma della città stessa. Ma gli anni passano e il tempo, insieme ai costi di manutenzione, hanno posto l’impianto sotto una lente di ingrandimento. Già nel 2019, Inter e Milan avevano espresso l’intenzione di costruire un nuovo stadio, più moderno e funzionale. Le società non vedevano più in San Siro una struttura capace di garantire i profitti necessari e la competitività con i grandi club europei. Il progetto della ristrutturazione ha fatto naufragio per una serie di motivi, tra cui i costi proibitivi e i vincoli imposti dalla Soprintendenza sul secondo anello dello stadio, dichiarato patrimonio tutelato.

I costi: un ostacolo impossibile

Secondo le stime fornite dalle società, ristrutturare San Siro sarebbe costato almeno 350 milioni di euro, una cifra che avrebbe potuto facilmente raddoppiare, considerando i vincoli e le complessità tecniche legate alla struttura esistente. Inter e Milan, dunque, hanno deciso di abbandonare il progetto e di puntare su una nuova costruzione. Il piano delle squadre, ora, è quello di costruire un nuovo stadio nelle immediate vicinanze, mantenendo San Siro solo per altri usi, ancora da definire.

Sala e la lotta per Milano

Il sindaco Giuseppe Sala non ha nascosto la sua frustrazione per l’evoluzione della vicenda. Milano, simbolo di modernità e innovazione, si ritrova a fare i conti con una “commedia all’italiana”, come l’ha definita Barbara Berlusconi, ex dirigente del Milan. Una vicenda che ha visto troppe giravolte, ritardi e scelte mancate, fino a giungere a una situazione di stallo. E ora? L’unica via d’uscita sembra essere quella di vendere San Siro ai club, una soluzione che però deve ancora essere discussa nei dettagli. L’Agenzia delle Entrate è stata incaricata di stimare il valore dell’area, ma il processo sarà lungo e complesso.

Le reazioni dei cittadini

Non sono mancate le proteste. Comitati cittadini si sono opposti a qualsiasi ipotesi di demolizione, chiedendo invece una rivalutazione del progetto di ristrutturazione. La sensazione comune è che la demolizione di San Siro rappresenterebbe non solo una perdita culturale e affettiva, ma anche un errore strategico per la città di Milano. Il “Meazza” non è solo uno stadio, è un simbolo e un’icona internazionale.

La fine di un’era?

La storia di San Siro sembra avvicinarsi alla sua conclusione. Se il progetto del nuovo stadio sarà portato avanti, San Siro sarà demolito entro il 2027. Una fine che lascia l’amaro in bocca a molti, tra tifosi, cittadini e anche personaggi illustri del mondo dello sport e della politica. Ma il calcio moderno richiede strutture all’avanguardia, capaci di generare profitti e garantire ai club competitività a livello internazionale. La vicenda San Siro ha messo in luce le sfide di bilanciare tradizione e modernità in una città che vuole essere il simbolo dell’innovazione.

Questa vicenda, ormai nota a tutti, si è trasformata in un emblema delle difficoltà italiane nel conciliare il passato con il futuro. Milano dovrà scegliere se guardare avanti, abbandonando un pezzo della sua storia, o trovare una soluzione che possa salvare San Siro, ma a che costo?


Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Angelo Maria Perrino - Reg. Trib. di Milano n° 210 dell'11 aprile 1996 - P.I. 11321290154

© 1996 - 2021 Uomini & Affari S.r.l. Tutti i diritti sono riservati

Per la tua pubblicità sul sito: Clicca qui

Contatti

Cookie Policy Privacy Policy

Cambia il consenso

Affaritaliani, prima di pubblicare foto, video o testi da internet, compie tutte le opportune verifiche al fine di accertarne il libero regime di circolazione e non violare i diritti di autore o altri diritti esclusivi di terzi. Per segnalare alla redazione eventuali errori nell'uso del materiale riservato, scriveteci a segnalafoto@affaritaliani.it: provvederemo prontamente alla rimozione del materiale lesivo di diritti di terzi.