Milano
San Siro, nel dibattito ritorna anche l'ipotesi dei due stadi
La proposta partita da Fratelli d'Italia di mantenere il vecchio impianto e realizzarne uno nuovo divide. Giungi (Pd) apre: "Idea non da respingere"
Giungi (Pd): "Doppio stadio? Non è un'idea da respingere immediatamente"
Due stadi? "Non è un'idea che può essere immediatamente respinta, va comunque vagliata e soprattutto dibattuta con le squadre". Lo ha detto il consigliere comunale del Pd e presidente della Commissione consiliare Olimpiadi Alessandro Giungi, a margine della Tavola Rotonda su San Siro, interpellato da Mianews, in merito alla proposta avanzata da Fratelli d'Italia e in particolare da Ignazio La Russa per la nascita di un comitato che sostenga la coesistenza di due stadi, senza abbattere San Siro.
"Credo che su questo aspetto sia necessario capire se c'è un interesse da parte di coloro che nell'altro stadio dovranno andare a giocare, ovvero o il Milan o l'Inter. Bisogna che le società dicano la loro su questo aspetto, perché sono due impianti, quindi immagino che uno diventerebbe appannaggio dell'Inter e uno del Milan", ha concluso.
Monguzzi (Verdi): "No al nuovo impianto"
"Noi siamo contro il consumo di suolo. C'è già San Siro. Si può ristrutturare, non si capisce perché bisogna farne uno di fianco per di più su un prato verde molto bello". Così Carlo Monguzzi, capogruppo dei Verdi in Comune, interpellato da Mianews, a margine della seconda edizione della Tavola Rotonda su San Siro organizzata da Coordinamento San Siro, ha commentato la proposta di Fratelli d'Italia di far nascere un comitato a favore dei "due stadi" spiegata lunedì da Ignazio La Russa che avrebbe già individuato anche i possibili presidenti del comitato, Ernesto Pellegrini e Maurizio Dallocchio.
Facchetti: "Due stadi? Dovrebbero essere in punti diversi della città"
"Non riesco a immaginarmi due stadi. Se ci dovessero essere stadi diversi in punti diversi della città, ipotesi che era stata avanzata con le precedenti gestione dei club, in zone dove non c'era nulla e si potevano far crescere costruendo impianti nuovi. Faccio fatica a immaginarmi due stadi a cento metri uno dall'altro, mi sembra un po' insensato". Lo ha detto Gianfelice Facchetti, attore e figlio dell'ex bandiera dell'Inter Giacinto, interpellato da Mianews.
Trotta: "Ipotesi due stadi difficile da sostenere"
"Penso che due stadi vicini a San Siro rappresentino un'ipotesi difficile da sostenere. E' vero che nella maggior parte delle città europee ci sono più stadi, le squadre di calcio sono proprietarie dei loro stadi e ci sono stadi comunali, ma non attaccati l'uno all'altro. Due stadi nella stessa zona francamente mi sembra un'ipotesi difficile da sostenere. Sostenere un'idea che ci siano più stadi in una città come Milano ovviamente non è una cosa che si può fare prima delle Olimpiadi, ma è un processo che si dovrà avviare e mi sembra un'idea del tutto corretta". Lo ha detto Claudio Trotta, promoter e uno dei promotori del Comitato Sì Meazza, a margine della Tavolo rotonda su San Siro, interpellato da Mianews.
Sulla possibilità di aprire un dialogo con il Comitato a favore dei due stadi, Trotta ha detto: "Penso che bisogna dialogare con tutti, ma il Comitato Sì Meazza è nato con un compito principale: evitare che lo stadio venga demolito. Vogliamo restare focalizzati su questo tema, nemmeno considerando progetti alternativi per adesso. Io personalmente apprezzo il progetto Aceti e Magistretti, ma è prematuro. Il tema ora è che lo stadio di San Siro non va demolito", ha concluso.
De Chirico (FI): "Sul tema stadio in maggioranza è il caos"
"Da quando Sala ha dichiarato la pubblica utilità del progetto del nuovo distretto sportivo e d'intrattenimento a San Siro è un susseguirsi di dichiarazioni. C'è chi chiede di promuovere il dibattito pubblico, chi chiede che decida i milanesi attraverso il referendum, chi sta raccogliendo firme illustri per salvare il Meazza, chi organizza incontri in teatro e chi vuol costituire il comitato per i due stadi. Poi ci sono tre presidenti di commissioni comunali (Fedrighini, Ceccarelli e Giungi) che chiedono attraverso una lettera che siano le loro commissioni ad occuparsi del nuovo stadio, ma escludono la presidente della commissione Sport, Angelica Vasile, dalla questione. Sul tema del nuovo impianto sportivo, nella maggioranza che amministra Palazzo Marino regna il caos totale con gli esponenti della variopinta sinistra milanese alla ricerca di un salvagente per non perdere la faccia dopo le promesse elettorali". Lo dichiara Alessandro De Chirico, capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino.
Monguzzi: "Dibattito pubblico obbligatorio, non ci sono più scuse"
Monguzzi è tornato oggi sul tema della stadio: "Mentre il Comune si perdeva in osservazioni ostative e richieste di pareri, il Comitato Colibrì promotore della campagna “Sai che puoi” ha inviato un quesito alla Commissione Nazionale Dibattito Pubblico, inviando tra i vari allegati la Deliberazione della Giunta Comunale del 5/11/2021 sull’interesse pubblico relativo allo Stadio. La presidente della Commissione, Caterina Cittadino, ha così risposto: “…nel caso di specie, l’opera di cui trattasi rientra nella tipologia delle infrastrutture.. .per le quali le soglie dimensionali previste dall’allegato 1 del DPCM n. 76/2018 per l’obbligatorietà dei dibattiti pubblici, sono stabilite nella misura in cui gli investimenti complessivi superino i 300 milioni di euro al netto di IVA, a meno che l’opera non sia inserita fra quelle del PNRR o del PNC…”.
Ora non ci sono più scuse, è indispensabile approntare con urgenza il Dibattito Pubblico informando e coinvolgendo i cittadini". Così il capogruppo dei Verdi in Comune, Carlo Monguzzi. "Abbiamo chiesto il dibattito pubblico secondo il Regolamento Comunale - aggiunge Monguzzi -, ci è stato detto che un codicillo cozzava contro la Legge Nazionale, allora abbiamo presentato un provvedimento per eliminare il codicillo, e abbiamo chiesto comunque il Dibattito Pubblico Nazionale, ma ci è stato detto che la legge sugli stadi avrebbe derogato l’obbligo del medesimo.Ora tutto è più chiaro e semplice, anche se abbiamo perso 20 giorni e facciamo nostro il pensiero del Comitato Colibrì: “negli ultimi 10 anni Milano ha dato il meglio di se’ quando si è aperta all’ascolto autentico di tutte le persone, soprattutto sui temi su cui si è deciso di non schierarsi in campagna elettorale. Non vogliamo vedere la città e la sua amministrazione tornare agli anni bui in cui le decisioni venivano prese senza consultare i cittadini”. Se il Comune avesse ascoltato il compagno Monguzzi, si sarebbero evitati questi giorni assurdi", conclude lo stesso consigliere.