Milano
San Siro, Pastorella (Azione): "Chiudere prima del voto, ma tenendo la barra dritta"
Secondo la consigliera comunale di Azione Giulia Pastorella sullo stadio "arrivati a questo punto non si vedevano grandi alternative". Ma ora il Comune "non si faccia imporre condizioni sui costi di demolizione o di bonifica". L'intervista

San Siro, Pastorella (Azione): "Chiudere prima del voto, ma tenendo la barra dritta"
"Arrivati a questo punto non si vedevano grandi alternative" rispetto alla vendita di San Siro a Milan e Inter, ma adesso è fondamentale che il Comune "tenga la barra dritta e non si faccia imporre condizioni sui costi di demolizione o di bonifica" secondo la deputata e consigliera comunale di Azione Giulia Pastorella. "Su questo tema ci si giocherà parte delle prossime elezioni", prosegue Pastorella. "Riuscire ad arrivare a una conclusione di questa storia prima del voto sarebbe un modo per mettere a tacere polemiche e divisioni, ricompattando la maggioranza e tutelando anche il sindaco Sala dalle critiche per la gestione dei negoziati". L’intervista.
Pastorella, su San Siro si vede finalmente il traguardo?
Vendendo lo stadio ai club riusciremo a mantenere quelli che erano gli obiettivi principali, ossia riqualificare il quartiere, tenere le squadre a Milano ed evitare che si moltiplicassero gli impianti. In questo momento, è la soluzione più percorribile che arriva dopo molto - secondo noi troppo - tempo, nonostante il Consiglio comunale da anni avesse dato indicazioni chiare. Ciò che non è rimandabile è la riqualificazione del quartiere. Alcune criticità rispetto ai rumori o alla viabilità non possono essere risolte con la Ztl che si comincerà a sperimentare a San Siro. Servono soluzioni più durature.
Pezzi di maggioranza sono ancora contrari all'abbattimento di gran parte dell'impianto attuale.
Capisco i nostalgici, anche io sono legata a San Siro. Ci ho anche giocato con la squadra femminile del Comune. Ma dobbiamo anche capire che il mondo cambia e l'abbattimento parziale, quasi totale, ha senso nel momento in cui sorgerà un altro stadio lì di fianco. Pace alla nostalgia, bisogna guardare al futuro e alle esigenze delle squadre e della città. Uno stadio nuovo e meglio gestito darà anche meno problematiche sul fronte del disturbo della quiete. Una ristrutturazione sarebbe stata l'opzione migliore ma nel momento in cui tecnicamente non è fattibile, è inutile immaginare scenari che non esistono. Bisogna fare i conti con la realtà: la rifunzionalizzazione di ciò che resterà di San Siro è l'unica strada adesso percorribile.
Il quartiere è già in forte crescita anche se rimangono delle aree complesse. Che riqualificazione vi aspettate?
Se è vero che una parte del quartiere è in grande espansione, dall'altro lato ci sono anche zone molto critiche, basta attraversare la piazza per vederle. Adesso, nel momento in cui il Comune cede un'area così importante, è giusto chiedere il dovuto alle due società, senza farsi imporre condizioni per esempio sui costi di abbattimento. Il privato fa gli interessi privati. Spetta al pubblico, con gli strumenti a disposizione, indirizzare al meglio gli interessi e far sì che ne beneficino le aree più complicate.
Sicuramente le squadre chiederanno uno sconto…
Qualunque cittadino o azienda, se può risparmiare, prova a farlo. A questo punto il Comune deve tenere la barra dritta per evitare di rimetterci. Non giudico e non commento la valutazione dell'Agenzia delle Entrate che è un ente terzo e indipendente. Però è ovvio che se da 197 milioni si toglie la quota dell'abbattimento, forse il gioco non vale più la candela. Il Comune deve negoziare il più possibile per non incorrere in costi supplementari.
L'impressione è che il Comune non abbia mai avuto il coltello dalla parte del manico.
Politicamente credo che abbiamo ottenuto alcuni risultati sui paletti, sulle volumetrie e sulla riqualificazione. La sensazione, però, è che il coltello dalla parte del manico ce l'abbiano loro. Se almeno alla fine di questa storia si riuscisse a dimostrare che il Comune ha ottenuto il massimo dalla situazione presente, evitando di ritrovarsi sul groppone una struttura difficilmente mantenibile e gestibile e di rimetterci fondi pubblici, penso che sarebbe un buon messaggio per i cittadini, come lo sarebbe chiudere rapidamente questo accordo con i club. Su questo tema ci si gioca veramente una parte delle elezioni.
In che senso?
Il grosso punto di domanda che c'è da anni attorno a questa storia rappresenta un vulnus politico pericoloso per la maggioranza. Se questo progetto andrà in porto, metterà anche a tacere alcune divisioni. Anche perché si potrà finalmente di dire di aver risolto il tema San Siro con un programma e una direzione chiara. Questo metterà un pochino più al sicuro anche il sindaco Sala che è stato molto criticato, anche da noi, per la gestione di questi negoziati. E credo che trovare una quadra su questo grande argomento urbanistico e sportivo rassicurerà anche la città e l'opposizione. Sarebbe un modo per ricompattarsi e non avere più polemiche sullo stadio.