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Milano
Sangare: "Mentre la accoltellavo, Sharon Verzeni mi ha urlato: 'Sei un codardo'"

Moussa Sangare e Sharon Verzeni

Sangare: "Mentre la accoltellavo, Sharon Verzeni mi ha urlato: 'Sei un codardo'"

Omicidio di Sharon Verzeni: è stato dettagliato l'interrogatorio di convalida dell'arresto di Moussa Sangare davanti alla gip Raffaella Mascarino e al pm Emanuele Marchisio. Come riferisce Fanpage, Sangare ha spiegato: "Ho incrociato la ragazza prima da davanti". Poi ha detto di averla "seguita da dietro". Il primo fendente non è stato fatale: Sharon ha cercato di fuggire ma è stata presto raggiunta dall'uomo: "Lei ha urlato chiedendo ‘perché', dicendo ‘sei un codardo, sei un bastardo‘. Poi ho ripreso la bici e velocemente mi sono allontanato".

Sangare ha incrociato sette persone prima di accoltellare Sharon Verzeni

I fatti sono avvenuti come noto nella notte tra il 29 ed il 30 luglio a Terno d'Isola. Sangare è stato fermato un mese dopo per omicidio aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi. Quella notte, Sangare è uscita dalla casa che occupava a Suisio con un coltello da cucina. Ha inforcato la bici ed ha incrociato sette persone, tutti uomini, prima di Verzeni. Tra questi una  coppia di ragazzini, che ha minacciato con il coltello prima di dileguarsi per cercare un'altra potenziale vittima. Sino all'incontro con Sharon Verzeni alle 00:50 in via Castegnate. La donna era uscita da sola per una camminata notturna. "L'ho toccata sulla spalla con la mano sinistra, ha iniziato a tremare", prosegue nel suo racconto il 30enne "sapevo che volevo accoltellarla, se mi avesse spintonato forse sarei scappato". Prima di colpirla, le avrebbe detto: "Scusa per quello che sta per accadere". Dopo il delitto, la fuga attraverso i campi: "Il giorno dopo abbiamo fatto una grigliata con gli amici".

Nella tasca di Sangare gli appunti su un altro accoltellamento mortale

Un ulteriore dettaglio inquietante è emerso: Sangare teneva in tasca ha un foglietto scritto a penna con appunti su un omicidio del 2021, a Venezia. Lo riferisce il Corriere. Il caso era quello di un nigeriano di nome Moses che aveva ucciso a coltellate la moglie: "Non so perché avessi quel biglietto, ero interessato a questa notizia. Guardo polizieschi e sono interessato a casi dove l’assassino utilizza i coltelli".

 

Il Codacons: "Indagare su negligenze e omissioni delle autorità locali"

Pochi giorni fa è anche emerso che il giovane avrebbe tentato di fare del male anche alla propria stessa sorella. Sangare era insomma un soggetto notoriamente pericoloso. Tanto che ora gli inquirenti potrebbero riaprire alcuni cold case avvenuti tra la Bergamasca ed il Milanese, seguendo la pista della serialità. Ma nessuno è intervenuto. Per questo il Codacons ha annunciato la richiesta alla Procura della Repubblica di Bergamo di estendere le indagini verso gli enti locali competenti: "Dopo le gravi dichiarazioni della sorella di Moussa Sangare, nonostante tre denunce per violenze e lettere rivolte al sindaco e agli assistenti sociali, nessuno si sarebbe attivato per bloccare i maltrattamenti e aiutare il giovane a uscire dalla dipendenza da droghe".

La nota prosegue:  "Vogliamo capire se, alla luce di quanto riportato dai mess media, vi siano state negligenze e omissioni da parte delle autorità locali che abbiano in qualche modo contribuito a determinare la tragica morte di Sharon Verzeni. Va accertato se l'Asl territoriale, l'amministrazione comunale e gli altri organi competenti siano stati effettivamente informati della pericolosità di Sangare e quali misure abbiano adottato a tutela della famiglia e della collettività, e se siano stati seguiti tutti i protocolli previsti per i casi di denuncia per violenze, maltrattamenti e tossicodipendenza".


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