Milano

Sanità, bagarre in Consiglio: passa l'inammisibilità del referendum

a cura della redazione

Majorino: "Colpo di mano della destra che impedisce ai cittadini di pronunciarsi sulle scelte che governano la sanita' lombarda"

Sanità, bagarre in Consiglio: passa l'inammisibilità del referendum

Con 45 voti favorevoli su 47 presenti il Consiglio regionale oggi ha approvato l'ordine del giorno della maggioranza che delibera l'inammissibilità della proposta di referendum abrogativo relativa a tre parti del testo unico delle leggi regionali in materia di sanità.

La proposta, sottoscritta da 117 cittadini, era stata presentata lo scorso 27 luglio ed era stata esaminata dall'ufficio di presidenza del Consiglio regionale il 25 agosto

La proposta, sottoscritta da 117 cittadini, era stata presentata lo scorso 27 luglio ed era stata esaminata dall'ufficio di presidenza del Consiglio regionale il 25 agosto, che non avendo raggiunto l'unanimità, aveva demandato la questione all'Aula. "La maggioranza del Consiglio tira dritto e rifiuta il confronto.

Il comitato promotore: "Affronto verso elettori lombardi"

Si tratta di un affronto nei confronti degli elettori lombardi e dei principi di base della democrazia'', dichiarano i rappresentanti del comitato promotore, Marco Caldiroli (Medicina Democratica), Federica Trapletti (Cgil), Vittorio Agnoletto (Osservatorio Salute), Massimo Cortesi (Arci) e Andrea Villa (Acli). ''Anziché una valutazione giuridica, sono motivazioni politiche, quelle che hanno orientato la maggioranza nell'impedire lo svolgimento di un'iniziativa di democrazia diretta come il referendum previsto dalla legislazione regionale", attacca il comitato referendario, che domani alle 17 s'incontrerà al Pirellone per decidere come proseguire. Tra le ipotesi c'è anche il ricorso al Tar.

Majorino (Pd): "Colpo di mano della destra che impedisce ai cittadini di pronunciarsi sulle scelte che governano la sanita' lombarda"

 Siamo di fronte a un "colpo di mano della destra che impedisce ai cittadini di pronunciarsi sulle scelte che governano la sanita' lombarda. E' un atto di violenta e arrogante debolezza che non credo abbia precedenti in nessun consiglio regionale d'Italia. E' evidente la volontà di non disturbare gli interessi di coloro che si arricchiscono grazie alle insostenibili liste di attesa della sanità pubblica. Noi continueremo a sostenere l'idea di una sanita' pubblica e accessibile a tutti e lo faremo dentro e fuori dal Consiglio regionale". Lo dichiara Pierfrancesco Majorino, capogruppo del Pd in Consiglio regionale della Lombardia, dopo che questa mattina l'assemblea, a maggioranza di centrodestra, ha votato un proprio ordine del giorno che dichiara l'inammissibilita' dei tre quesiti referendari depositati a fine luglio da associazioni, sindacati e cittadini che miravano ad abrogare quelle parti della legge regionale sulla sanita' che statuiscono la "equivalenza" e la "parita'" tra la sanità privata e quella pubblica in Lombardia. Per protesta contro la decisione e, ancora prima, contro il metodo adottato dalla maggioranza di centrodestra, in particolare per non aver concesso al comitato referendario di controdedurre e per non avere ammesso nemmeno la richiesta della minoranza di sospendere la procedura e di aprire il dialogo con lo stesso comitato, Pd, Movimento 5 stelle, Patto Civico e Alleanza Verdi sinistra non hanno partecipato alla votazione, sollevando in Aula cartelli con scritto "la destra toglie la parola ai lombardi", "Sulla tua salute decidono loro", "la destra ha paura della voce dei lombardi".

Il centrodestra: “Proposta folle che distruggerebbe la sanità lombarda, modello per l’intero Paese"

In merito sono intervenuti i capigruppo di maggioranza Corbetta (Lega), Garavaglia (FdI), Figini (FI), Basaglia Cosentino (Lombardia ideale), Gallizzi (Noi moderati).

“I quesiti proposti nel testo sono tecnicamente inammissibili e insanabili. Sono stati formulati in modo sbagliato. E comunque qualora i lombardi fossero stati chiamati alle urne con questo referendum avrebbero votato per distruggere il sistema sanitario lombardo di fatto portando le strutture private a curare solo i cittadini benestanti: esattamente il contrario degli obiettivi che, invece, le giunte di centro destra negli anni si sono prefissate, ovvero dare modo a tutti, indipendentemente dal loro reddito, di rivolgersi a strutture pubbliche o private”.

 

Il centrodestra: "L’eventuale approvazione dei quesiti referendari determinerebbe il blocco totale della sanità"

“L’eventuale approvazione dei quesiti referendari – proseguono i capigruppo di maggioranza – determinerebbe il blocco totale della sanità lombarda fondata, appunto, sulla sinergia tra pubblico-privato con strutture accreditate e contrattualizzate, modello di efficienza riconosciuto a livello nazionale. Impostazione, tra l’altro, presente anche nelle Regioni guidate dal centro sinistra”.

Le strutture private rappresentano circa il 30% dell’offerta di ricovero in ambito sanitario e la quasi totalità dell’offerta residenziale in ambito sociosanitario, nonché il 40% delle prestazioni di specialistica ambulatoriale. Tutto questo conta circa 33mila dipendenti su un totale di 137mila della sanità lombarda.

La maggioranza: "Non diamo spazio a sinistra scriteriata che vuole smantellare la sanità"

Noi a una sinistra scriteriata che vuole smantellare la sanità e i servizi che oggi rappresentano un modello di eccellenza a livello nazionale non possiamo assolutamente dare spazio. Ci spiace prendere atto che PD e compagni al posto di porsi in maniera costruttiva per contribuire ad affrontare le attuali difficoltà in tema di sanità – le stesse presenti in maniera ben più accentuata nelle altre Regioni - si mette a fare questi giochini per prepararsi la prossima campagna elettorale per le europee” concludono Garavaglia, Corbetta, Figini, Cosentino e Gallizzi.







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