Milano

Sanità lombarda, Di Marco (M5S) rilancia: "Ats unica". L'intervista

di Nicolò Rubeis

Il capogruppo del M5S Lombardia Nicola di Marco: "Sanità, premesse non rassicuranti. Si va verso una sempre maggiore privatizzazione del sistema"

Sanità lombarda, Di Marco (M5S) rilancia: "Ats unica"

"Le premesse di questa nuova legislatura non sono rassicuranti e si va verso una sempre maggiore privatizzazione del sistema sanitario: non si vede un'inversione di tendenza". Il capogruppo del M5s Lombardia Nicola Di Marco, dopo le prime audizioni in Commissione dell'assessore lombardo al Welfare Guido Bertolaso, riprende le battaglie sulla sanità già portate avanti in campagna elettorale. "Si sono resi conto che qualcosa non sta funzionando" commenta il pentastellato in un'intervista ad Affaritaliani.it Milano, parlando dell'apertura del centrodestra a valutare eventuali modifiche alla riforma sanitaria targata Letizia Moratti. E rilanciando anche una proposta che il M5s ha già depositato: superare l'attuale assetto e istituire un'unica Agenzia di tutela, l'Ats Lombardia.

Di Marco, Bertolaso dice che la riforma è valida anche se c'è qualcosa da sistemare. Vi aspettate coinvolgimento?

All'interno del centrodestra hanno le idee confuse. Ricordo bene quelle settimane passate in Aula nel novembre 2021 dove come opposizioni abbiamo fatto ore e ore di interventi per contrastare la riforma e far comprendere che stava andando nella direzione sbagliata. Eppure non siamo stati ascoltati un granché, nemmeno quando Moratti aveva avanzato le sua ambizioni personali.

Intanto l'assessore è stato già audito più volte in Commissione.

E nei primi Consigli regionali ha parlato di un rischio caos rispetto al modello regionale lombardo costituito da Ats e Asst. Forse si sono accorti che queste strutture non dialogano tra loro e che spesso, per l'autonomia a loro concessa, hanno sistemi informativi diversi. E questo è inaccettabile.

Per questo rilanciate sull'Ats unica?

La sua istituzione servirebbe a centralizzare programmazione e prevenzione oltre a tutto ciò che riguarda gli interventi e il fabbisogno dei cittadini che non può essere parcellizzato sulle varie aziende locali. La nostra non è solo una provocazione: questo modello è già in uso in altre Regioni, alcune anche del centrodestra come il Veneto. Una proposta che metterebbe anche fine all'indegno poltronificio che ha riguardato queste strutture appannaggio dei vari gruppi politici e dove si creano i maggiori scontri per occupare posizioni di prestigio.

Intanto con il Pnrr la Lombardia ha già realizzato 105 Case di Comunità su 187.

Sì, ma abbiamo scoperto in questi giorni che in solo il 5% delle Case di Comunità è previsto un servizio vaccinale. Soltanto nel 12% è presente un punto prelievi e solo in un terzo delle strutture c'è il medico di base. Insomma, è successo quello che avevamo previsto.

Ossia?

Nonostante le dichiarazioni in pompa magna della campagna elettorale, sono state semplicemente riadattate strutture già esistenti. Sono state cambiate le targhe e tagliati nastri ma all'interno si continuano a svolgere attività che venivano svolte prima. Non sono state implementati quei servizi, quindi è un modello che non sta funzionando.

E poi c'è sempre il tema delle liste d'attesa.

Nonostante le delibere di stanziamento di nuovi fondi ci troviamo ancora con questa situazione che non consente di avere una piena visione del sistema. Lo stesso Bertolaso ci ha comunicato che ancora viene consentito al sistema privato e pubblico, da parte della Regione, di non mettere a disposizione il 100% delle agende che riguardano le prestazioni sanitarie. Viene violata la normativa ma Regione non applica sanzioni a questi processi né ci risulta abbia mai sciolto contratti per chi non le condivide. Questo influisce sul fatto che i cittadini continuano a rivolgersi alle strutture a pagamento. E adesso Bertolaso rimanda a gennaio 2024 l'eventuale istituzione dell'agenda unica che loro annunciano da cinque anni.

Oggi avete aderito alla manifestazione di Medicina Democratica proprio per sollecitare la Regione su questi temi?

Per dare una 'sveglia' insieme agli altri gruppi di opposizione.  Vogliamo stimolare la cittadinanza a uscire da una sorta di assuefazione nei confronti di questo sistema. Non è detto che le cose debbano andare sempre così. Il messaggio è simile a quello che si legge sulle etichette delle sigarette: 'La destra nuoce gravemente alla salute'. E noi non vogliamo che i lombardi diventino come quei fumatori che non riescono a staccarsi da una cosa che inizialmente sembrava attraente, ma che non lo era.







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