Sanità lombarda, la legge del Pd riporta indietro le lancette di 30 anni - Affaritaliani.it

Milano

Sanità lombarda, la legge del Pd riporta indietro le lancette di 30 anni

Redazione

La legge di iniziativa popolare del Pd sulla sanità popolare sarebbe anche condivisibile. Ma dicano che voglio eliminare l'equivalenza pubblico privato...

Lombardia, la legge del Pd sulla sanità riporta indietro le lancette di 30 anni

L'esito della due giorni del Partito Democratico sulla sanità lombarda è una legge di iniziativa popolare, e che dunque dovrà essere presentata ai cittadini e da loro firmata. Che cosa c'è scritto in questa legge di iniziativa popolare? Prima di tutto è formata da quattro soli punti (più un quinto, che è il vero punto fondamentale). I primi quattro punti vorrebbero proporre qualcosa che - nella normativa - già esiste.

Sanità, il Pd e "l'universalità del servizio"

Prima di tutto "L'universalità del servizio". Spiega il Pd: "Il SSR lombardo è un servizio universale, disponibile cioè per ciascuna persona presente sul territorio regionale, nel rispetto dell’art.32 della Costituzione che “tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”, secondo i princìpi fondamentali sanciti dalla Legge 833/78 istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale" eccetera eccetera. Di fatto il primo punto non fa che riaffermare quanto già esiste, andando a insistere sulla valorizzazione di "tutte le Professioni sanitarie, sociosanitarie, tecnico-amministrative sociali ed educative, la compartecipazione dei Comuni alla programmazione e alla verifica dei risultati, la collaborazione con le Università anche al fine di sviluppare le attività di ricerca e innovazione, la collaborazione con gli enti del Terzo Settore anche ai fini della co-programmazione e co-progettazione". Come si può non essere d'accordo?

Esattamente come la questione della prevenzione, punto sul quale tutta la sanità nazionale e internazionale (oltre che tutte le Regioni, Lombardia compresa) sta battendo molto. Scrive il Pd: "Il Servizio Sanitario Regionale riconosce alla Prevenzione, in tutte le sue accezioni, attività e articolazioni, la centralità nella programmazione e nel finanziamento, attraverso il continuo potenziamento delle risorse umane ed economiche, per la tutela della salute umana, degli animali e dei contesti ambientali". Anche qui, difficile dissentire.

Servizi territoriali e case di comunità

C'è poi la questione della priorità dei servizi territoriali, e si torna a parlare delle case di comunità. Considerato che la riforma che era stata varata era proprio su questo, tutti (maggioranza e opposizione) la pensano allo stesso modo. Se poi le case di comunità sono state "popolate" bene o male, è una questione diversa e non c'è bisogno di una legge. Ultimo punto, il governo pubblico degli erogatori. Qui c'è effettivamente qualcosa, ovvero l'obbligo per i privati di aderire al "Centro Unico di Prenotazione regionale". Se questo non dovesse avvenire allora non ci sarebbe l'accreditamento. Detta in parole povere: o i privati mettono in comune le agende oppure sono fuori dal sistema regionale. Questo è davvero giusto, ed è davvero nuovo.

Il resto invece serve solo a far passare un altro concetto, che però non è scritto. O quantomeno non chiaramente. E' all'articolo 2: "le parole della lettera b-bis) del comma 1 da “equivalenza” sino a “promuovendo” sono cassate". Ecco, in quella "cassazione", cancellazione, c'è l'addio al sistema integrato pubblico-privato di oggi. Per gli addetti ai lavori è tutto chiaro.

Alla fine il punto del Pd è eliminare l'equivalenza pubblico privato

Ma un cittadino che si dovesse trovare a dare la sua firma e leggesse i primi quattro articoli non la metterebbe? Ovviamente sì, la metterebbe. Peccato che sia l'ultimo punto, quello non esplicitato, ad essere importante. Il Pd infatti vuol cassare questo concetto che è alla base di tutta l'architettura sanitaria lombarda: "Equivalenza e integrazione all’interno del SSL dell’offerta sanitaria e sociosanitaria delle strutture pubbliche e private accreditate, garantendo la parità di diritti e di obblighi per tutti gli erogatori di diritto pubblico e di diritto privato".

Non esattamente un dettaglio. In effetti il Pd scrive che "l’offerta sanitaria e socio-sanitaria delle strutture pubbliche e delle strutture private accreditate è governata dalla programmazione pubblica regionale secondo i bisogni di salute della popolazione lombarda, ed è conformata ai principi della integrazione, della trasparenza e della sussidiarietà -e non dell’equivalenza- tra pubblico e privato". Tutta la riforma della sanità proposta è questo: eliminare l'equivalenza pubblico privato (ovvero il cittadino va dove gli pare), e rimettere il pubblico sul piedistallo. Il che è legittimo, ma basterebbe dirlo chiaramente.








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