Milano

Sanità, respinta la mozione di sfiducia. Maroni: mi ricandido

Come era preventivabile, è stata respinta la mozione di sfiducia al presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni dopo lo scandalo per le tangenti nel settore sanita'. L'aula ha bocciato la mozione presentata da Pd e Patto civico e sottoscritta anche dal M5S con 45 voti contrari e 31 favorevoli. Gli esponenti del Movimento Cinque Stelle sono stati espulsi dall'aula. I consiglieri del movimento in consiglio regionale hanno fatto seguire al voto alla mozione una protesta al grido di "onesta'" e con felpe bianche con la scritta 'Fuori dai Maroni'. Il presidente del consiglio, Raffaele Cattaneo, che aveva gia' avvertito i consiglieri di rispettare le norme dell'Aula, ha quindi proceduto all'espulsione dei consiglieri del M5S.

I consiglieri del M5S hanno tuttavia rifiutato di lasciare l'Aula, respingendo gli inviti dei commessi. Ai manifestanti sono state quindi tolte le tessere che attivano la postazione e il presidente del consiglio ha precisato che sono stati "espulsi dalla seduta". Non e' stato l'unico incidente: mentre il M5S continuava la propria protesta, infatti, Cattaneo ha proceduto con la ripresa dei lavori annunciando un ordine del giorno contro il quale si e' sollevato anche il resto della minoranza. Cattaneo ha quindi riunito i capigruppo senza sospendere la seduta, ribadendo al termine del confronto che l'Aula procedera' subito al voto della proposta di urgenza trasmessa da Maroni sul progetto di istituzione dell'Arac.

MARONI: MI RICANDIDO NEL 2018 - "La mia maggioranza compatta ha respinto la strampalata mozione di sfiducia presentata contro di me dalle opposizioni in Consiglio regionale. Ringrazio tutti i miei consiglieri e i miei assessori per la fiducia che mi hanno riconfermato. Anzi, prendo il voto di oggi come uno stimolo: non solo non mi dimetto, ma ho deciso di ricandidarmi alle prossime elezioni regionali nel 2018, per far rivincere il centrodestra". E' quanto scrive il governatore Roberto Maroni su Facebook.

NCD: OPPOSIZIONI E M5S VITTIME DELLA CAMPAGNA ELETTORALE - "Sbeffeggianti e irriguardosi, ma tristemente demagoghi e manettari, Cinque stelle e opposizioni (con sfumature) hanno cercato di distinguersi in Consiglio regionale buttandola in una farsa tragicomica. Forse vittime della prossima campagna elettorale di Milano. Ci sarebbe anche da ridere se non lo facessero coi soldi di tutti e se il tema sollevato non fosse drammatico. Oggi – legittimamente – hanno messo a tema la sfiducia a Roberto Maroni ma non avendo intaccato la maggioranza hanno organizzato la clac. La colpa: si è proposto come uomo del nuovo, della ramazza, ed invece alcuni dei suoi sono finiti nel vortice delle – sacrosante in alcuni casi – inchieste giudiziarie". Così ha commentato i fatti accaduti oggi Angelo Capelli, Capogruppo Ncd Consiglio Regione Lombardia.

"Chi ha sbagliato? Maroni a fidarsi, a non vigilare abbastanza? Per questo, bocca ai fischietti - come cobas o come direttori del traffico - hanno fatto sentire trombette e frifri tra i banchi del Pirellone: deve dimettersi. Hanno urlato, vestendo felpe di salviniana memoria. Anzi - ha proseguito l'esponente Ncd - deve proprio andare subito a casa, lui e tutta la sua Giunta. Qual è la sua colpa? Di cosa è reo? Perché Mantovani, altri suoi collaboratori ed ora Rizzi sono accusati a vario titolo di comportamenti che poco o nulla hanno a che vedere con quello di politici impegnati a ben governare. Dunque, per proprietà transitiva, anche Maroni ha fallito miseramente. In questo modo hanno creduto di mettere la Riforma del sistema socio-sanitario lombardo sul banco degli imputati, quasi fosse la colpevole. Ed invece oggi è uscita dall’aula vociante in tutta la sua statura: se siamo stati capaci di lavorare e approvarla con queste premesse, farla leggere, approfondire e approvare dagli operatori sanitari, dalle organizzazioni, dai territori, dall’apparato e persino dalla politica, con due anni di gestazione, vuol dire che il lavoro fatto – che è stato immenso – ha portato il frutto sperato, voluto. Ma va applicato, altro che buttarla nel cestino. Per questo abbiamo invitato pubblicamente a Maroni (riconfermandogli la fiducia) e a tutta la maggioranza di rilanciare l’azione politica e una Riforma che qualifica l’intero mandato. E su questo abbiamo chiesto d’intensificare la determinazione e la rapidità. Senza strumentalizzare le debolezze, come ha fatto invece qualcuno. La complessità, l’interconnessione e la profondità delle relazioni col territorio che la l.r. 23/2015 contiene chiedono una straordinaria decisione nell’applicazione. L’interesse dei cittadini e niente altro dimostrerà la nostra buona fede e la sua capacità di governo della Regione". 

ALFIERI (PD): "AMPIA COPERTURA POLITICA A RIZZI" - Durante il dibattito che ha preceduto il voto sulla mozione, il democratico Alessandro Alfieri ha accusato Maroni di "ampia copertura politica" da parte della Giunta a Fabio Rizzi,  padre della riforma della sanita', poi sospeso dal suo partito. Alfieri, primo a prendere la parola, ha infatti ripercorso quanto emerso finora dalle indagini della magistratura e ha poi sostenuto che c'e' stata "ampia copertura politica a chi oggi sta in galera e che definiva il programma sanitario" della Regione. Al governatore l'esponente Pd ha poi contestato "scelte organizzative sbagliate" nel definire il nuovo assetto socio-sanitario e la presenza di "in sistema di controlli non ascoltato". "Il problema non e' mettere altri strumenti - ha detto Alfieri - ma farli funzionare e il problema sono gli uomini". Per il Pd quindi Maroni "che aveva invocato le ramazze" per fare pulizia ha "fallito la missione".

ROMEO (LEGA): "GIUNTA ESTRANEA AGLI SCANDALI" - Per il capogruppo della Lega Nord nel Consiglio regionale lombardo, Massimiliano Romeo, non c'è "nessun coinvolgimento della giunta" negli scandali che hanno colpito la sanità lombarda e Roberto Maroni, con la sua esperienza di ministro dell'Interno, è la guida più autorevole possibile in fatto di lotta alla corruzione. Lo ha detto nel suo intervento in occasione della discussione sulla mozione di sfiducia. "I controlli ci sono, ma i contratti sono 58mila e non possiamo pensare di controllare tutto. Maroni ha poi messo in campo anche un piano straordinario, azioni di sistema, non mi sembra non ci sia impegno e determinazione in questo campo. Alla luce di quanto messo in campo chi più autorevole di Maroni? Votiamo contro perché sappiamo già di avere una guida più che autorevole" ha osservato l'esponente leghista". La Lega non e' responsabile degli errori di Fabio Rizzi cosi' come Giorgio Napolitano non puo' esserlo di quelli di Maria Paola Canegrati. Così ha quindi aggiunto Romeo, che durante il suo intervento in Consiglio regionale della Lombardia, in occasione della discussione della mozione della sfiducia a Roberto Maroni, ha ricordato come l'ex Capo dello Stato avesse nel 2009 conferito una onorificienza all'imprenditrice arrestata, nominandola Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana. "Il tentativo (dell'opposizione ndr) di coinvolgere tutto il partito - ha detto Romeo - e' come se si tentasse di coinvolgere la presidenza della Repubblica sulla Canegrati. Cosi' subdoli - ha concluso - non saremo mai".

 

I GIOVANI DEMOCRATICI  E LA "QUESTIONE MOLARE" - Fuori dal palazzo regionale, in mattinata si è svoto il flash mob dei giovani democraticii, che hanno voluto sollevare la "questione molare". 'Armati' di scope da befane che fanno eco alle ramazze promesse da Roberto Maroni, sotto gli slogan 'Nuova Lega, vecchi vizi' e 'il sistema Lombardia tutti i soldi porta via', i giovani del Pd hanno manifestato contro Maroni e la gestione della Regione, circondati da ruspe e dentiere giocattolo a richiamare lo scandalo degli appalti truccati nel settore odontoiatrico. "Maroni - ha detto il segretario metropolitano del Pd, Pietro Bussolati - deve prendere atto che Regione Lombardia e' costantemente piena di scandali e questo succede perche' non e' riuscito a fare quello che aveva promesso: fare pulizia all'interno della Lega e di Regione Lombardia. Oggi noi manifestiamo come giovani democratici perche' deve rendere atto politicamente di questo. Ci sono troppi fatti gravi - ha concluso - che riguardano la gestione di Regione Lombardia, sono meglio le dimissioni, andare al voto e sottoporsi al giudizio dei cittadini". Il presidio di protesta dei giovani democratici e' stato inscenato di fronte al Pirellone dove oggi si riunira' il Consiglio regionale, la cui seduta ha tra i diversi punti all'ordine del giorno anche la mozione di sfiducia al presidente della Regione.

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I SINDACATI CHIEDONO UNA "SERIA RIFLESSIONE" SULLA RIFORMA - Cgil, Cisl e Uil nel frattempo chiedono a Maroni risposte concrete sull'attuazione della riforma sanitaria, e su temi quali riduzione dei Ticket o rette delle case di riposo: "Le ultime vicende giudiziarie che hanno coinvolto i vertici della sanità lombarda - recita una nota - evidenziano che nel sistema le risorse per i cittadini si possono e si devono trovare anche eliminando le illegalità e distorsioni denunciate. Non è più rinviabile una seria riflessione sulle cause della diffusa corruzione nel sistema sanitario lombardo, evidenziata a più riprese dall’intervento della magistratura: servono atti concreti, misure amministrative, ma soprattutto una decisa volontà di recidere il rapporto tra politica e corruzione e di introdurre una netta discontinuità con il sistema costruito nelle recenti legislature: la Lombardia non merita di essere all'attenzione nazionale solo per le vicende giudiziarie ma per la qualità del servizio reso ai cittadini".







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