Milano

Sanità, Moratti: "I primi ospedali di comunità entro fine anno"

Dopo l'approvazione della riforma della sanità, l'obiettivo è l'apertura "di un ospedale di comunità e due case di comunità per provincia entro fine anno

Sanità, Moratti: "I primi ospedali di comunità entro fine anno"

Dopo l'approvazione della riforma del sistema socio-sanitario lombardo, l'obiettivo e' l'apertura "di un ospedale di comunita' e due case di comunita' per provincia entro la fine dell'anno. Stiamo completando la mappatura con i sindaci". A dirlo e' la vicepresidente e assessore al Welfare della Regione Lombardia, Letizia Moratti, nel corso di una conferenza stampa. "Il primo appuntamento che abbiamo e' il 10 dicembre con la consegna ad Agenas dell'elenco delle case e degli ospedali di comunita' sul territorio regionale. Siamo in dirittura d'arrivo", ha sottolineato Moratti. Poi "ci sara' un passaggio in giunta entro il 20 dicembre", termine entro il quale l'elenco dovra' essere consegnato al governo. Le risorse di cui dispone la legge lombarda sono 2 miliardi di euro, di cui 1,2 miliardi dal Pnrr e 800 milioni di risorse regionali. I tempi di realizzazione sono: per le case di comunita': 80 nel 2022, 60 nel 2023, 60 nel 2024; per gli ospedali di comunita': 24 nel 2022, 18 nel 2023, 18 nel 2024.

Pizzul (Pd): "Fontana e Moratti descrivono una realtà parallela"

 "Fontana e Moratti descrivono una realtà parallela. La Lombardia non ha affatto anticipato il Pnrr, ma ha dovuto, su richiesta del Governo, colmare un ritardo pazzesco sulla medicina territoriale e infatti le case di comunità in altre Regioni esistono già da anni mentre in Lombardia no, e non certo perché qui arrivassero meno risorse che altrove" Lo dichiara il capogruppo del Pd in Regione Lombardia Fabio Pizzul a commento della conferenza stampa del presidente Fontana e della vicepresidente Moratti a illustrazione della legge di riforma della sanità lombarda approvata ieri dal Consiglio regionale della Lombardia.

"Quanto ai tagli - prosegue Pizzul - bisogna precisare che il fondo sanitario nazionale è cresciuto costantemente tranne nei difficili anni della crisi dello spread, dopo la fine del governo Berlusconi, e gli anni in cui è cresciuto di più sono stati quelli dopo la riforma Maroni, con i governi guidati dal PD. Quanto ai lavori d’Aula, si è discusso a lungo, e lo ha fatto solo la minoranza, non per gentile concessione di qualcuno ma perché il Pd lo ha preteso, utilizzando un articolo del regolamento che permette una deroga a legislatura al contingentamento dei tempi. Lo abbiamo fatto perché l'ascolto in commissione non c'è stato, né delle istanze delle opposizioni né del mondo sanitario, e infatti pochissime loro proposte sono state fatte proprie dalla maggioranza. In Aula, il centrodestra è stato granitico, ostile ad ogni emendamento delle minoranze, anche perché il presidente ha impedito, usando una sua prerogativa, che si utilizzasse in alcun caso il voto segreto. Questa è una legge calata dall’alto, imperniata sulle stesse scelte ideologiche degli ultimi 20 anni, e speriamo che quelle sulla sanità territoriale non siano solo parole e che i cittadini possano davvero avere una sanità più vicina come il Pd ha proposta ormai da tempo.”







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