Sanità, Rizzi: "Tangenti? Era solo un prestito. E Longo è un cacciaballe"
Fabio Rizzi, l'ex braccio destro di Roberto Maroni al centro dello scandalo Sanità per le presunte tangenti nell'ambito delle assegnazioni di appalti per service odontoiatrici, ha reso dichiarazioni spontanee davanti al gip Rosaria Pastore, ricostruendo dal suo punto di vista diversi aspetti critici dell'inchiesta. E ha parlato del suo portaborse Mario Longo. Che, nonostante "l'amicizia pluriventennale (...) è uno che amplifica sempre tutto per farsi grande, è un cacciaballe anche nel millantare amicizie e poteri". Rizzi ha anche affermato che Maria Paola Canegrati, la 'zarina' degli appalti per i service odontoiatrici "non ha bisogno di me per vincere gli appalti" e "si muove in totale autonomia". Vero che la donna ha finanziato la sua campagna elettorale, ma durante i loro incontri non si sarebbe mai parlato di sue partecipazioni agli appalti.
QUEI 50MILA EURO: PRESTITO O TANGENTE? - I magistrati della Procura di Monza tuttavia contestano sia a Rizzi che a Longo una tangente da 50mila euro, che sarebbe transistata sui conti di Stefano Lorusso. Mentre Longo parla di un "contributo per degli eventi" e di un prestito personale da 7mila euro che non aveva nulla a che vedere con gli appalti, Rizzi ha invece affermato: "Parte di questi soldi sono andati a me, ma non per la tangente: solo perché avevo prestato dei soldi a Longo per i nostri rapporti in comune per la società 'Lorimed'. Quella che sembra una tangente era solo una restituzione di un debito che Mario aveva da tempo con me".
RIZZI VOLEVA ABBANDONARE LA POLITICA - La Lorimed, nelle dichiarazioni di Rizzi, doveva essere la chiave per un progetto imprenditoriale all'estero "in prospettiva di una mia definitiva uscita dalla politica e per il mio futuro. Nego di aver preso tangenti, io dalla politica non ho mai preso una lira. Anzi forse ci ho solo rimesso".