Milano

Santagostino: ricercatori internazionali per il nuovo comitato scientifico

-redazione

Un pool di autorevoli ricercatori internazionali per il nuovo comitato scientifico del Santagostino, tra innovazione sanitaria e ricerca clinica

Un pool di ricercatori internazionali per il nuovo comitato scientifico del Santagostino

Sono tra i più autorevoli e influenti scienziati al mondo i cinque membri esterni indipendenti che compongono il board del comitato scientifico del Santagostino. Il nuovo organismo si costituisce a partire dal prestigioso ingresso nella rete nazionale di sanità privata di UnipolSai lo scorso luglio di Enrico Bucci, professore aggiunto alla Temple University di Philadelphia presso il dipartimento di biologia e influente divulgatore scientifico di caratura internazionale, in qualità di direttore scientifico. L'obiettivo del comitato è quello di potenziare la ricerca clinica e l'innovazione diagnostica, utilizzando dati avanzati e integrandosi in una rete globale di esperti per rafforzare l'impegno del Santagostino nel contribuire all'evoluzione della sanità, combinando expertise accademica e ricerca scientifica con la pratica clinica.

Il pool di autorevoli esperti

Nomi autorevoli, impegnati in attività e progetti di ricerca riconosciuti a livello globale su tematiche complesse che possono avere un impatto significativo nell’avanzamento delle scienze mediche e nella cura di patologie diffuse: il prof. Giuseppe Novelli, responsabile dell'Unità di ricerca sulla genetica umana presso l'Università di Roma Tor Vergata (Italia) dove, negli ultimi dieci anni, ha sviluppato metodi originali lavorando su malattie multifattoriali e complesse e tecnologie diagnostiche innovative come la biopsia liquida per la caratterizzazione di mutazioni in diversi tipi di cancro; Angelo Parini, esperto in cardiologia, professore di Fisiologia presso la Facoltà di Farmacia e Medico Ospedaliero presso il CHU di Tolosa, noto per il suo lavoro di ricerca in biologia cellulare focalizzato sulla senescenza, con attenzione ai processi di fibrosi, infiammazione, stromali e di invecchiamento cellulare; Enzo Medico, professore ordinario di Istologia presso la Scuola di Medicina dell’Università degliStudi di Torino e direttore del laboratorio di Oncogenomica dell’IRCCS di Candiolo che si occupa di ricerca traslazionale genomica finalizzata all'identificazione di tratti molecolari associati all'aggressività neoplastica e alla resistenza/sensibilità a trattamenti terapeutici; la professoressa Franca Fraternali, esperta di Bioinformatica e Biofisica Computazionale, direttrice presso UCL di Londra dell'Istituto di biologia strutturale e molecolare dove ha creato un vivace ambiente multidisciplinare con una forte componente computazionale, anche in collaborazione con Google; Michele De Luca, professore ordinario di Medicina Rigenerativa all’Università di Modena e Reggio Emilia, uno dei principali scienziati al mondo nello studio della biologia delle cellule staminali epiteliali finalizzata all’applicazione clinica, il primo ad applicare le cellule staminali epidermiche per la cura delle grandi ustioni e autore della prima sperimentazione al mondo di terapia genica ex-vivo per la cura della forma Giunzionale dell’Epidermolisi Bollosa o “Sindrome dei Bambini Farfalla”.

Bucci: "Contributo bidirezionale tra innovazione sanitaria, ricerca e sperimentazione"

“L’importante contributo del comitato scientifico sarà bidirezionale, verso l’interno per trainare l’innovazione del Santagostino e verso l’esterno per realizzare progetti di ricerca e accelerare il progresso scientifico a favore anche della sanità pubblica che, per la più complessa natura burocratica e la difficoltà di accesso ai fondi pubblici, non può assumersi a priori il rischio di tentativi vani propri della pratica di sperimentazione che invece il privato ha già intrinseco nella sua natura imprenditoriale – commenta Bucci.

Foresti: "Comitato scientifico ponte tra mondo accademico e ricerca"

“L’innovazione sanitaria ci contraddistingue fin dalla nascita e con la creazione di un comitato scientifico, che crea un ponte con il mondo accademico e con la ricerca scientifica, intendiamo dare un impulso ulteriore alla qualità della nostra offerta sanitaria e in generale al progresso nella medicina – aggiunge Luca Foresti, Ceo di Santagostino – è questa la collaborazione che il privato può offrire alla sanità pubblica, sempre più appesantita da liste di attesa interminabili escarse risorse”.

I quattro interventi del comitato scientifico

Quattro saranno gli ambiti di intervento del neonato comitato scientifico:

1. contribuire all’innovazione e all’accesso da parte di Santagostino alle ultime tecnologie e best practice esistenti al mondo non ancora presenti in Italia ma che hanno superato la fase regolatoria in almeno un Paese europeo.

2. inserire Santagostino all’interno di un network mondiale di professionisti ed esperti in varie discipline che potranno essere facilmente interpellati di fronte alla necessità di interpretare e affrontare tematiche di cura complesse.

3. continuare nel lavoro di divulgazione medico scientifica che contraddistingue da sempre il Santagostino, attraverso vari strumenti, in primis Santagostino Monitoring - Osservatorio sulla Salute, un gruppo di studio che riunisce un pool di data scientist e professionisti sanitari per produrre ed elaborare dati e ricerche sul tema della sanità, della prevenzione, del benessere.

4. quarto ambito, ma non ultimo per importanza, sfruttare l’importante mole di dati elaborati da ciascuno dei 39 centri sul territorio per stimolare la ricerca clinica con evidenze che possono essere utili anche all’esterno per favorire l’avanzamento nelle cure mediche, pubblicando studi e analisi su riviste scientifiche peer reviewed a nome Santagostino.

Incrementare la ricerca: il nuovo studio sulla puntualità dei pazienti

Con l’aiuto dei prestigiosi componenti del Comitato Scientifico e sotto la guida del direttore scientifico Enrico Bucci, Santagostino intende sempre più incrementare le proprie attività di ricerca legate alle tecniche genomiche avanzate e di diagnostica molecolare, insieme allo sviluppo di servizi d’avanguardia per i propri pazienti, medici e per tutta la comunità in cui siinserisce la rete territoriale dei propri poli ambulatori. L’attività in ambito scientifico del Santagostino, del resto, è iniziata da tempo. Un esempio è proprio di questi giorni, lo studio “Patient's punctuality in an outpatient clinic: therole of age, medical branch and geographical", pubblicato sulla rivista peer reviewed BMCHealth Services Research, a firma di Benedetta Cerruti, Davide Garavaldi del team di Data Science del Santagostino e del dottor Alberto Lerario, neurologo del Santagostino, che esamina l'influenza di fattori demografici e geografici sulla puntualità dei pazienti.

Lerario: "Fondamentale ottimizzare i tempi nella gestione clinica"

"La rilevanza del tema oltre l’aneddoto», spiega il dottor Alberto Lerario, «è legata all’ottimizzazione dei tempi nella gestione clinica, fondamentale per migliorare il servizio sanitario. Il mancato rispetto degli orari daparte dei pazienti complica la gestione delle agende, aumenta i costi, prolunga le sedute cliniche e influenza significativamente la soddisfazione degli altri pazienti in attesa. Anche un anticipo eccessivo può creare problemi logistici, basti ricordare la gestione degli assembramenti durante imomenti più critici della pandemia». Se la maggior parte dei pazienti (84,4%) arriva entro l’orario della visita la percentuale di pazienti puntuali aumenta linearmente con l'età: i pazienti più giovani effettivamente sono meno puntuali rispetto a quelli più anziani.

 







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