Milano

Sardone (Lega): tre moschee in via Padova? Si sta formando un ghetto islamico

Eleonora Bufoli

Sulla moschea in via Esterle, Silvia Sardone attacca l’amministrazione comunale e la maggioranza: “Un vero e proprio regalo alla comunità islamica"

Milano, Sardone (Lega): "Tre moschee in via Padova? Si sta formando un ghetto islamico"

“Al di là dell’evidente islamizzazione di Milano a partire da via Padova, lì manca un commissariato, avrebbe fatto bene a tutti, altro che moschea”. Silvia Sardone, consigliera comunale in quota Lega ed europarlamentare, raggiunta da Affaritaliani.it Milano, condanna la costruzione della moschea in via Esterle – “l’ennesima, visto che solo lì ce ne sono tre” – e attacca il sindaco Sala per non aver fermato la creazione di moschee abusive nei condomini.

Cosa ne pensa della presenza di una moschea di 1500 mq in via Esterle?
Quella sarà la terza moschea in una via. Sono tre le moschee in via Padova e quella di via Esterle gestirà 3500 fedeli. L’imam si dimentica che nella sua comunità di fedeli in via Padova 144 pregava Issam Shalabi, il terrorista legato all’Isis arrestato in via Meucci nel 2018. Inoltre i 1500 metri quadrati costeranno solo 480mila euro: una cifra irrisoria rispetto ai prezzi di mercato della via. È un vero e proprio regalo.

Non è un modo per utilizzare uno spazio abbandonato come gli ex bagni pubblici?
Gli ex bagni pubblici di via Esterle si potevano utilizzare per altri scopi, per i servizi del quartiere, per un commissariato ad esempio. Invece il Pd ha deciso di destinarli a moschea ed è evidente che lo faccia per avere rapporti con la comunità islamica per fini elettorali.

La costruzione della prima moschea in uno stabile pubblico non potrebbe essere un nuovo punto di riferimento per la comunità di fedeli ed evitare così la creazione di moschee abusive?
No, perché continua la presenza di moschee abusive sul nostro territorio. Recentemente c’è stata l’apertura dell’ennesima moschea abusiva in Ponte Lambro dove l’imam ha detto che il covid era una punizione contro gli infedeli e inneggiava Hamas quando c’è stato l’attacco ai giovani in Israele lo scorso 7 ottobre. Questo non è compatibile con la nostra idea di democrazia. Trovo scandalosa questa mossa del Comune di creare un ghetto in via Padova. 3 moschee in una via significa questo. Già ora in alcune traverse non senti più parlare italiano, non vedi più una donna con il velo islamico. Non voglio questo per la mia Milano: non è integrazione.

L’amministrazione comunale come sta affrontando la questione delle moschee abusive?
Non lo sta facendo. Sala non le chiude le moschee abusive. Lo ha dichiarato in campagna elettorale ma non l’ha mai fatto. È solo un regalo alla comunità islamica. Più volte abbiamo chiesto che la predicazione dell’imam sia in italiano e che i fondi siano certi e trasparenti. Al Pd non interessa nulla di questo.

Secondo la Casa della cultura islamica, la moschea in via Esterle sta ricevendo finanziamenti e raccolte fondi anche da parte dei fedeli.
A noi non è dato sapere da dove arriveranno i finanziamenti. A Strasburgo la moschea più grande d’Europa la stanno realizzando con i fondi del Qatar e Turchia.

Non crede all’apertura dimostrata da Asfa Mahmoud, presidente del consiglio direttivo della Casa della cultura musulmana, che la moschea “sarà aperta a tutta la città”, nell’ottica di una città internazionale come Milano?
Se l’imam mi iniziasse a spiegare perché nella sua moschea pregava anche il terrorista. Qua stiamo sottovalutando il problema. Al di là dell’evidente islamizzazione di Milano a partire da via Padova. Lì manca un commissariato, avrebbe fatto bene a tutti. Manca in quel municipio di 180mila abitanti. Parliamo d servizi importanti. Occorre la certezza dei fondi e le prediche in italiano. Io abito lì. Non voglio che la mia via sia un ghetto, non voglio sentirmi straniera a casa mia.







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