Milano

Sardone (Lega): lotta al terrorismo, all'antisemitismo e al fanatismo

Nicolò Rubeis

Silvia Sardone da alcuni giorni è sotto scorta per le minacce di morte ricevute per le sue posizioni sul velo islamico e sulle moschee abusive

Sardone (Lega): lotta al terrorismo, all'antisemitismo e al fanatismo

Silvia Sardone, eurodeputata e commissaria provinciale della Lega a Milano, da alcuni giorni è sotto scorta per le minacce di morte ricevute per le sue posizioni sul velo islamico e sulle moschee abusive. Le battaglie che ha portato avanti "contro l'islamizzazione dell'Europa" le ha racchiuse in libro, 'Mai sottomessi - Cronache di un’Europa islamizzata', che "racconta la pericolosa deriva dell’Europa di fronte all’islamismo". Sabato la Lega manifesterà proprio a Milano "in difesa dei valori dell'Occidente". Per Sardone sarà l'occasione per "ribadire l'importanza della lotta al terrorismo, all'antisemitismo e al fanatismo islamista".

Sardone, il suo è un libro "di accusa contro l’ipocrisia delle istituzioni europee che rinnegano la nostra identità". Ci spieghi meglio.
Al Parlamento Europeo da tempo conduco una battaglia per segnalare la totale incoerenza delle istituzioni europee. Esprimono vicinanza alle donne iraniane per la loro battaglia contro l’imposizione del velo islamico e poi promuovono costantemente il velo nelle comunicazioni istituzionali e sui social. Nei dibattiti più volte ci siamo concentrati sul tema dell’islamofobia senza considerare le persecuzioni dei cristiani e l’antisemitismo crescente. Continuiamo inoltre a nascondere la nostra identità per uno stucchevole politicamente corretto. Vediamo scomparire crocifissi e presepi nelle scuole ma allo stesso tempo non si condanna l’Islam radicale che diffonde, per esempio, una visione della donna sottomessa.

Attualmente è sotto scorta. Come vive questa situazione?
Mi lasci dire che trovo incredibile che in Italia, non in Iran o in Arabia Saudita, una donna non sia libera di esprimere le proprie opinioni sul velo islamico, sull’islamizzazione dell’Europa e sulle moschee abusive. Ho ricevuto una marea di minacce di morte a me e i miei figli. La mia colpa? Voler difendere i diritti e i nostri valori di fronte a un Islam che prende forza in Europa. La scorta non è sicuramente una bella esperienza ma continuo ad andare avanti a testa alta, senza paura e con la forza delle idee. Credo sia una battaglia da portare avanti con coraggio.

Recentemente ha detto che il suo essere "una donna libera ed emancipata dà fastidio perché sono il contrario di quello che vogliono".
Le minacce di morte hanno molto spesso un contenuto di insulto legato al mio essere donna. Evidentemente per qualcuno, anche tra giovani di seconda generazione, il ruolo della donna è essere in disparte, in silenzio, senza opinioni. Non possono sopportare che io difenda i diritti di tante donne islamiche oppresse e che voglia difendere diritti e valori dell’Occidente.

Oltre al tema dell'identità, per voi c'è anche quello della sicurezza.
È evidente il collegamento tra immigrazione e insicurezza. Il 32% della popolazione carceraria italiana è composta da stranieri. In certe strutture carcerarie si arriva persino al 80%. A Milano, secondo la Questura, il 74% delle rapine in strada e il 95% dei furti con destrezza sono compiuti da stranieri. Così tanti stranieri finiscono per ingrossare le fila della criminalità.

Non a caso avete scelto Milano per il presidio di sabato 'a difesa dell'Occidente'. Che manifestazione sarà?
Sarà una piazza con lo scopo di ribadire l’importanza delle libertà e della democrazia, della lotta al terrorismo, all’antisemitismo e al fanatismo islamista. Le conquiste e i diritti fondamentali che qualificano l’Occidente non possono essere messi in discussione.

Nel centrodestra, però, in molti hanno espresso preoccupazione per la vostra manifestazione, specie per il rischio di attirare contestatori e situazioni di pericolo.
Se manifestare per la difesa dei nostri diritti e dei nostri valori diventa motivo di preoccupazione vuol dire che veramente stiamo indietreggiando pericolosamente su ciò che siamo. Non dobbiamo avere paura di portare avanti la nostra identità e di opporci all’estremismo e a un’Europa succube dell’Islam.

Dispiaciuta per la diffida del nipote di Oriana Fallaci?
Mi sembra stucchevole come polemica. Oriana Fallaci, il suo personaggio e i suoi insegnamenti sono profondamente radicati in chi, come noi, difende l’Occidente e i suoi valori. Diceva “Vi sono momenti, nella vita, in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo. Un dovere civile, una sfida morale, un imperativo categorico al quale non ci si può sottrarre.” È proprio quello che penso, soprattutto in questo momento è importante portare avanti posizioni forti e non mostrarsi deboli verso chi ci attacca.

Ma si aspettava tutte queste difficoltà sull'immigrazione anche con la destra al governo nazionale?
L’Ue continua a tenere un atteggiamento ondivago sulla questione immigrazione: da una parte finalmente parla di necessità di controllo dei confini e di limitazione dell’immigrazione irregolare, dall’altra sostiene tesi buoniste in Parlamento e nelle commissioni negli anni è stata invitata persino Carola Rackete. L’Italia si trova a dover fronteggiare, da sola, una situazione difficile. Stiamo lavorando sull’aumentare il numero dei Centri di permanenza per i rimpatri e portando avanti accordi con i Paesi del Nordafrica che la sinistra incredibilmente boicotta.







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