Milano

Scala, chi dopo Meyer? Ortombrina, Fuortes, Meyer stesso...

Redazione

Si aprono le danze: Meyer fa in scadenza nel 2025 ed il ministro Sangiuliano vuole un Sovrintendente italiano. Ma non è così semplice

Scala, chi dopo Meyer? Ortombrina, Fuortes, Meyer stesso...

Partita più che aperta alla Scala per la nomina del Sovrintendente. Dominique Meyer va in scadenza nel 2025. Sala qualche giorno fa ha aperto ad una possibile proroga. Ma è da tempo che da Roma spira un vento che spinge verso la nomina di un Sovrintendente italiano. Cosa sta succedendo? Un recente articolo de La Verità prova a fare il punto. E' ferma intenzione del ministro Gennaro Sangiuliano imporre il nome di un italiano alla guida della Scala, dopo venti anni in cui i nomi sono stati quelli di Lissner, Pereira, Meyer.  Ma il ministro avrebbe fatto anche qualcosa di più: avrebbe fatto pervenire al cda della Scala la richiesta informale di convergere sul nome di Fortunato Ortombina, sovrintendente della Fenice di Venezia considerato vicino al centrodestra.

Perchè Sala spinge per una proroga di Meyer

Mossa inusuale e a quanto pare non recepita benissimo dal sindaco di Milano Beppe Sala. Secondo il quale il ministero dovrebbe semplicemente ratificare la decisione del cda. Da qui l'avvio dei ragionamenti su una possibile proroga per Meyer. Anche perchè lo stesso Sala vede ormai la fine del proprio mandato e non vorrebbe farsi carico di una decisione che lascerebbe poi in eredità ad altri. A  supporto di questa soluzione si sarebbe già schierato anche il direttore musicale Riccardo Chailly assieme ad altri consiglieri. Non siamo ancora allo scontro.

Scala: le riserve di Ortombrina e la pista Fuortes

Anche perchè ci sarebbero altre difficoltà da limare. L'intenzione del ministero è di dividere le cariche di sovrintendente e direttore artistico. Ma sarebbe proprio Ortombrina, che alla Fenice ricopre il doppio incarico, a non essere disponibile a prendere uno solo dei due ruoli. Resta quindi aperta anche la pista che conduce a Carlo Fuortes, al quale il governo vuole compensare le dimissioni da ad della Rai.







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