Milano
Scala, Pereira: "Arabia Saudita nel cda? L'ha voluto la Lega"
Alexander Pereira, racconta come è nato l'ingresso dell'Arabia Saudita nel cda del Piermarini
Scala, Pereira: "A parlarmi dell'interesse dei sauditi fu la Lega"
"Il primo a parlarmene e' stato Max Ferrari, un consigliere del governatore della Lombardia, Attilio Fontana, dicendomi che l'Aramco, la compagnia petrolifera saudita, sarebbe stata felice di fare qualcosa con la Scala. Il 9 luglio scorso lo stesso Ferrari ne dette notizia su Arab News, il giornale saudita in inglese". Il sovrintendente della Scala, Alexander Pereira, ne parla durante un'intervista a La Stampa, in cui si dice "sorpreso" delle polemiche sorte intorno all'ipotesi di ingresso dell'Arabia Saudita nel Cda del Piermarini, che in qualita' di socio fondatore permanente verserebbe 15 milioni di euro in cinque anni. In cambio garantirebbe l'apertura di un conservatorio a Riad "con i docenti dell'Accademia: lezioni di musica, di comunicazione, di marketing. Il tutto pagato all'Accademia altri 7 milioni, sempre in tre anni", spiega il sovrintendente. E aggiunge "i sauditi vogliono sistemare il Conservatorio in un'ex scuola femminile ermeticamente chiusa, praticamente una clausura, che cosi' diventerebbe un luogo aperto. Una scelta simbolica". Pereira racconta che tutto e' cominciato quando il principe Badr, titolare del ministero della Cultura saudita, ha letto l'articolo di Arab News manifestando interesse.
"Percio' l'ho invitato alla Prima del 7 dicembre - dice il sovrintendente - Prima dello spettacolo, abbiamo parlato per due ore e mezzo con i responsabili dell'Accademia della Scala. Il principe ha spiegato che il suo Paese e' interessato a una partnership con la Scala sul modello di quella del Louvre con Abu Dhabi. In novembre, aveva anche incontrato a Pietroburgo il ministro Bonisoli, e ne aveva parlato anche con lui. Io sono andato in Arabia in gennaio. Da li' e' nato il nostro progetto". Il sindaco Beppe Sala, che e' anche presidente del Cda scaligero era al corrente del suo progetto? "Certamente. L'ho chiamato il 17 gennaio dall'Arabia per illustrarglielo. L'unica perplessita' che ha espresso e' stata sulla forma del contributo saudita, cioe' se debba arrivare dalla Banca statale, dall'Aramco, dal Ministero o da una persona fisica". Secondo il sovrintendente austriaco, dietro a questa polemica c'e' qualcuno che vuol farlo fuori: "Credo che ci sia qualcuno che sta, come si dice in italiano, montando la panna? Se e' un tentativo di farmi fuori, vuol dire che sono disperati. La mia riconferma non dipende da un singolo progetto". E ricorda che la Scala costa "circa 125 milioni, come gli altri grandi teatri europei, l'Ope'ra o la Staatsoper di Vienna o quella di Monaco. Solo che li' lo Stato copre il 75-80% del budget, a Milano meno di un terzo. Ogni anno la Scala deve quindi trovare almeno 45 milioni dai privati. Io li trovo".