Milano

Scalo Romana in asta, ora Catella è davvero in pole position

di Francesco Floris

La gara per il sito delle Olimpiadi entra nel vivo: se nessuno offre il 20% in più dei competitor si va in asta a rialzo. Come per “Pirelli 39”, vinto da Coima

Scalo Romana in asta, ora Catella è davvero in pole position

I rumors sono girati per giorni negli ambienti immobiliari milanesi. Ora la conferma ufficiale. Il futuro dello Scalo Romana si deciderà – molto probabilmente – con un'asta al rialzo. “È prevista una fase di rilanci se tra l’offerta più alta e una o più delle altre offerte dovesse sussistere uno scarto compreso entro il 20 per cento”. Lo fa sapere ad Affaritaliani.it Milano FS Sistemi Urbani, proprietaria dell'area che nel 2026 sarà il cuore pulsante dei Giochi Olimpici invernali di Milano-Cortina, ospitando il Villaggio Olimpico. È infatti difficile che nelle proposte presentate in prima battuta qualcuno dei concorrenti superi di oltre un quinto la cifra dei competitor. Il termine di presentazione delle offerte è fissato per fine ottobre. Nei giorni successivi si terrà l'eventuale fase a rilanci. Senza un prezzo minimo di base d'asta, alla presenza di un notaio che supervisionerà sulle operazioni e con la possibilità, per chi vende, di valutare l'adeguatezza della proposta economica.

Sono sette le cordate finanziario-immobiliari-assicurative che a fine luglio hanno presentato a FS Sistemi Urbani un'offerta economica non vincolante per l'area dello Scalo Romana. Ora resta da vedere quanti e chi saranno i concorrenti disposti a partecipare nella gara a chi offre più soldi. Affaritaliani.it Milano può confermare che alcuni player della partita si stanno già defilando. È il caso di Redo sgr, il nuovo asso pigliatutto dell'housing sociale a Milano, nata due anni fa come costola lombarda di InvestiRE, la società di gestione del risparmio di Banca Finnat, e con importanti investitori istituzionali fra i propri quotisti come Cassa depositi e prestiti, Fondazione Cariplo, Intesa Sanpaolo, Unicredit, Regione Lombardia, Cassa italiana Previdenza e Assistenza Geometri, Generali, Banco BPM, Aler Milano e Telecom Italia. Si è presentata in cordata con gli sviluppatori immobiliari di EuroMilano e i tedeschi di Patrizia Immobilien (Fondo Patrizia) potendo contare nel proprio apparato tecnico-manageriale anche su un una figura che le Olimpiadi invernali le ha già fatte: Andrea Sica, ex responsabile project control per l'Agenzia Torino 2006, la stazione appaltante che 15 anni fa ha realizzato le opere per i ventesimi Giochi olimpici invernali, quelli di Torino. Ora si defila dalla corsa a sette su Scalo Romana proprio per volontà del fondo tedesco che ha ritenuto di non proseguire.

In pole position parte invece la compagine guidata da Coima di Manfredi Catella insieme a Covivio e Prada. C'è un precedente che li dà favoriti: Pirelli 39. La gara di vendita per il cosiddetto “Pirellino” nel 2019. Grattacielo anni '50 di 90 metri e 26 piani che il Comune di Milano ha messo in vendita con la stessa procedura. L'anno scorso se lo è aggiudicato proprio Coima sgr, durante un'asta durata più di un'ora con rilanci ogni tre minuti. Si è partiti dalla cifra di 87 milioni di euro per arrivare all'offerta definitiva più che doppia: 175 milioni. Anche su Porta Romana Catella ha degli assi nella manica rispetto ai competitor. A cominciare dagli alleati di peso (Covivio e Prada), strategici per l'area in questione. Ma soprattutto i 400 milioni di euro che tre delle prime cinque Casse professionali italiane (Cassa forense, Cassa commercialisti e Inarcassa) hanno scommesso sul nuovo fondo lanciato dalla società per l'occasione: Coima Esg City Impact Fund. Una potenza di fuoco che permette spazi di manovra (e di offerta) che altri non hanno. A cominciare dalla possibilità di effettuare rialzi su mandato fiduciario degli investitori. Un dettaglio che può fare la differenza fra vincere o perdere quella che, ad oggi, è la partita urbanistico-immobiliare più importante per la Milano dei prossimi dieci anni.

L'area di 187.300 mq dello Scalo Romana, infatti, oltre al Villaggio Olimpico da convertire in residenze universitarie dopo la manifestazione a cinque cerchi, è strategica per il futuro della città: si trova a 2,6 km dal Duomo. Sulla “circle line” del servizio ferroviario metropolitano e nel crocevia di un mega distretto meneghino in evoluzione. Che può già ora contare su Fondazione Prada, il Symbiosis business district proprio di Covivio, Nexxt – il nuovo headquarter di Fastweb –, il campus Sanaa dell'Università Bocconi, in futuro la nuova sede di A2A – multiutility dell'energia controllata dai Comuni di Milano e Brescia – in piazza Trento. Infine il Programma di riqualificazione su Pompeo Leoni (fra viale Isonzo e Ripamonti) su 313.652 mq complessivi di superficie a destinazione residenziale, commerciale, produttiva, direzionale, aree verdi e per lo sport, la cultura e il tempo libero. Secondo l'ultimo accordo siglato nel 2014 fra Ministero dello Sviluppo Economico, Comune di Milano e Invitalia, Pompeo Leoni è destinato ad ospitare in via Ripamonti 88 anche il nuovo incubatore di imprese (“smartcity Lab”) che nella gara indetta da Invitalia è stato aggiudicato a ottobre 2019 all'impresa di costruzioni pugliese Ar.Co. Srl per 2,9 milioni di euro. Mentre il Piano di governo del territorio di Milano (Pgt) ha previsto sull'area un deposito per autobus elettrici di ultima generazione.

Francesco Floris/Fabio Massa

frafloris89@gmail.com

fabio.massa@affaritaliani.it








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