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Scope Ratings: la crescita italiana c’è ma è vulnerabile

IMPRESE-LAVORO.COM - Milano - Secondo le ultime analisi di Scope Ratings in Italia la moderata crescita dell’1 per cento del PIL nel 2016 e la sua attesa continuazione nel 2017 e 2018 sono vulnerabili all’incertezza politica. Inoltre, la politica fiscale italiana deve mantenere un delicato equilibrio tra il risanamento dei conti pubblici ed il sostegno alla ripresa economica. Grazie alla continua generazione di avanzi primari moderati in un ambiente di modesta ripresa economica e tassi d’interesse bassi, Scope prevede un assestamento del rapporto debito-PIL intorno al 130%.  Di questi temi e di altro si parlerà giovedì 30 marzo alle 14:00 presso la sede ABI a Milano durante il convegno organizzato da Scope dal titolo “The credit outlook in Italy and Europe”.  In un rapporto pubblicato in data odierna, Scope prevede che l'economia italiana crescerà nel 2017 ad un tasso dell'1%, che si confermerà anche nel 2018. L’attività economica resta sospinta dalla ripresa della domanda interna con segnali incoraggianti anche dal settore manifatturiero – l’Italia è seconda in Europa e settima nel mondo nel settore – che è in crescita di tre punti rispetto al 2014. Il tasso di disoccupazione rimane tuttavia elevato, nonostante il Job’s Act, e la produttività continua ad essere bassa. “La situazione di incertezza politica e la frammentazione dei partiti - ha dichiarato Giacomo Barisone, Head of Public Finance di Scope - sono fattori che possono minare le prospettive di crescita e contribuire al rallentamento nel portare avanti le riforme strutturali. Comunque il Governo Gentiloni – ha affermato poi Barisone – intende continuare gradualmente a ridurre il rapporto debito-PIL nel 2017 e 2018. Come dimostrato nel recente passato le criticità legate all’elevato debito pubblico sono mitigate da una struttura del debito con una vita media di 6.8 anni e una base ampia di investitori domestici che rappresentano una protezione nel caso di rialzi improvvisi dei tassi di interesse. Per quanto riguarda il settore bancario, Scope ritiene che i crediti in sofferenza delle banche italiane non rischiano di provocare fallimenti bancari diffusi o di pesare materialmente sulle finanze dello Stato e che le misure introdotte hanno iniziato a risolvere tali criticità.

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