Milano
Scuola-lavoro in Regione, sì a test di lingua per stranieri
Passa con l’astensione del Pd il progetto di legge sulla qualità, l’innovazione e l’internazionalizzazione nei sistemi di formazione e lavoro in Lombardia. “Sventato il tentativo di blitz leghista che, come per la legge sul turismo, anche in questo provvedimento ha cercato di inserire con un paio di improvvidi emendamenti il solito marchio ideologico anti stranieri, abbiamo contribuito, con l’accoglimento delle nostre richieste, a far licenziare una legge equilibrata per il sistema formativo lombardo, nonostante alcune criticità di fondo a partire dalla cristallizzazione dello strumento della dote come accesso al sistema formativo e dalla necessità di coordinare la normativa regionale con le recenti disposizioni nazionali della Buona Scuola e del Job Act – ha detto il consigliere Pd Fabio Pizzul –. Attraverso l’approvazione di puntuali emendamenti e ordini del giorno siamo riusciti a migliorare il provvedimento, assicurando l’attivazione dei nuovi bandi per le doti formazione professionale all’interno dell’IPM Beccaria e ad impegnare la Giunta a dare continuità di risorse per la disabilità, ottenendo l’impegno di Regione Lombardia ad assicurare il contributo per la copertura dei costi per il trasporto e l’assistenza agli studenti disabili per la parte residua dell’anno scolastico 2015-2016"
“Ma quale boomerang! L’emendamento approvato in aula è praticamente identico a quello da noi proposto. La Lega Nord ha ottenuto quello che si era prefissata: forse l’opposizione non si è accorta che da adesso gli stranieri saranno obbligati a svolgere un test di italiano per accedere alla formazione professionale. L’atteggiamento schizofrenico del PD è dovuto al fatto che si sono ritrovati a votare lo stesso emendamento che in precedenza avevano osteggiato.” Così Massimiliano Romeo, capogruppo del Carroccio al Pirellone, ha invece replicato alle affermazioni degli esponenti del Pd. “Siamo soddisfatti – ha aggiunto il firmatario dell'emendamento e vicecapogruppo della Lega Fabio Rolfi – per l’accoglimento dell’emendamento firmato dal sottoscritto e riguardante gli stranieri e la formazione professionale. Con questa modifica vogliamo garantire il corretto svolgimento dell’attività didattica. L’immigrato che non conosce l’italiano non può seguire i corsi correttamente, ma soprattutto arreca un grosso danno, rallentando o addirittura bloccando l’apprendimento degli studenti, italiani e non, che invece conoscono la lingua.” “Il nostro emendamento introduce una verifica di conoscenza linguistica, con apposito test. Chi dimostrerà di non s aper la lingua sarà obbligato a impararla, svolgendo un corso di italiano, parallelo alla formazione, durante l’anno scolastico. Abbiamo scelto quindi di tradurre questo principio inserendolo nella legge, proprio per non demandare ulteriormente alla lungimiranza dei singoli centri di formazione.” “Inutile nasconderlo, il lassismo di chi governa il Paese ha dimostrato che la vera e unica integrazione è quella muscolare, e passa dall’imporre a chi vuole rimanere sul nostro territorio regole precise a cui attenersi. La nostra è una norma di buon senso e chi non la vuole rispettare, scansando persino il dovere di imparare la lingua del paese ospitante, può tranquillamente tornarsene a casa propria"
"In Consiglio regionale si è parlato di miracolo: la Lega infatti ci ha provato ancora, ma stavolta l’è andata proprio male. L’Aula ha infatti accolto la proposta che ho presentato per il Patto Civico, evitando che si ripetesse come la settimana scorsa un altro caso albergatori”. Questo il commento di Umberto Ambrosoli, Patto Civico, Coordinatore del centrosinistra dopo l’approvazione all’unanimità, in Consiglio regionale della Lombardia, dell'ODG n. 25679 legato al progetto di legge regionale su istruzione e formazione. "La Lega ha tentato con un emendamento di trasformare una buona Legge, quella sulla Istruzione e formazione, presentando l’ennesimo emendamento propagandistico contro gli immigrati. Nel merito, si è sollevato il problema della scuola elementare Manzoni di Brescia dove, in due classi, non ci sono altri che bambini stranieri. Un caso che rischia presto di ripet ersi anche altrove: logica conseguenza della constatazione secondo la quale ci sono sempre più bambini figli di immigrati, e sempre meno bambini lombardi. Nel 1999 quando gli immigrati erano di oltre 850 mila in meno rispetto ad oggi, con il DPR 394 lo Stato ha dato alle scuole i criteri per la formazione delle classi. Criteri ovviamente derogati là dove la popolazione delle singole scuole lo permette”. “Oggi –ha sottolineato Ambrosoli nel suo intervento in aula- ci sono di fatto quartieri delle nostre città –come quello dove gravita la scuola Manzoni di Brescia- dove la percentuale di stranieri residenti è tale da non rendere possibile altro che le classi composte in necessaria deroga a quei criteri. Il principio di mettere un tetto alla presenza di bambini immigrati, ipotizzato dalla Lega, per poter essere attuato ha bisogno comunque di una diversa – più equilibrata – distribuzione della popolazione strani era sul territorio lombardo. C’è quindi bisogno di una maggiore integrazione, non di ulteriori chiusure e muri burocratici. Quella integrazione che si pone come antidoto alla ghettizzazione che produce bacini scolastici come quelli di Brescia”. “Accogliendo questo nostro ragionamento l’Aula ha modificato l’emendamento della Lega, approvando all’unanimità un Ordine del Giorno che impegna la Giunta, d’intesa con il governo e gli enti locali, a politiche di integrazione che affrontino e risolvano situazioni come quelle richiamate".
"Un emendamento discriminatorio della Lega che avrebbe ostacolato l’accesso ai corsi professionali agli stranieri si è trasformato, dopo una riscrittura imposta dall’assessorato, in una misura che aiuta l’integrazione con un aumento degli investimenti per la Regione - così Gianmarco Corbetta, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle della Lombardia - . Da un ostacolo all’integrazione ad un investimento per l’integrazione: noi siamo favorevoli, ma si tratta di un autogol della Lega Nord che voleva solo alzare il polverone per raggranellare due voti. Anche l’emendamento sulle quote calmierate degli alunni stranieri nelle classi è stato accantonato (a favore di una mera raccomandazione al governo) perché palesemente inutile, essendo una competenza statale. Più in generale la legge approvata, con l’astensione del M5S, non porta nulla di nuovo rispetto a quanto si fa già oggi. Anzi, erigendo a principio di legge alcune pratiche utilizzate fino ad oggi, si rischia di irrigidire il sistema che invece dovrebbe essere molto reattivo ai mutamenti della società. La legge inoltre porta con sé il rischio di ridurre l’offerta di formazione da parte di enti pubblici. Bene il “sistema duale” con l’alternanza tra scuola-lavoro, la promozione delle tecnologie digitali per la didattica, il sistema di rating per gli enti formativi, il supporto alla vocazione imprenditoriale, la promozione dello “smartworking” ma fino ad oggi sono mancati totalmente i monitoraggi e i controlli sul sistema di erogazione dei fondi di formazione professionale della nostra regione e in particolare sulla dote. Siamo quindi contrari che la dote diventi un rigido principio di legge.”
"La legge che abbiamo approvato in Aula si basa su due pilastri: saldare l'asse tra le politiche del lavoro e quelle della formazione, e favorire la crescita culturale e professionale dei nostri giovani e, più in generale, di tutti i cittadini lombardi. Ora sarà possibile innovare il nostro sistema educativo e produttivo per rispondere al meglio alle sfide che ci attendono». Così il Presidente del Gruppo Forza Italia in Consiglio regionale Claudio Pedrazzini. «In particolare – sottolinea il Presidente azzurro –, dal punto di vista dell'istruzione, si promuove il consolidamento del sistema duale attraverso il rafforzamento dell'alternanza scuola-lavoro e dell'apprendistato. Un ulteriore intervento importante è la promozione delle r eti sia orizzontali, penso ai poli tecnico professionali, che verticali, come i percorsi di specializzazione post titolo di secondo ciclo, per rendere stabile il collegamento tra le istituzioni scolastiche e le imprese lombarde e il legame tra gli indirizzi di studio e i fabbisogni di competenze del sistema lombardo. Sarà inoltre valorizzato ulteriormente il merito, premiando i ragazzi e le migliori esperienze del territorio». «Per quanto riguarda invece il tema del lavoro – conclude Pedrazzini –, questa legge rende stabile lo strumento della Dote, individuandolo come sistema unitario per le politiche attive del lavoro basato sulla centralità della persona e sulla sua libertà di scelta dell'operatore per fruire di servizi personalizzati. Si tratta di principi parzialmente adottati a livello nazionale con il programma di Garanzia Giovani e più in generale con il Jobs Act. Infine, vengono promossi e sostenuti i mod elli di welfare aziendale e di smartworking per garantire interventi di avanguardia nei sistemi e modelli organizzativi del mercato del lavoro"
“Il sistema di istruzione e formazione lombardo già oggi rappresenta un’eccellenza unica nel panorama nazionale, sapendo valorizzazione la persona e tutelare la liberà di scelta. Con questo provvedimento vogliamo garantire ai nostri ragazzi un modello ancora più all’avanguardia capace di affrontare al meglio le future sfide del mondo del lavoro, confermando il buon governo che ha caratterizzato gli ultimi 20 anni di Regione Lombardia prima con Formigoni e ora con Maroni”. Con queste parole il capogruppo del Nuovo Centrodestra, Luca Del Gobbo, è intervenuto in Consiglio Regionale in occasione della sua dichiarazione di voto sulla legge. “Oggi dalla nostra Regione - prosegue Del Gobbo – lanciamo un segnale positivo non solo per il mondo della formazione ma anche a tut te le istituzioni nazionali e territoriali: in Lombardia le cose funzionano. E con la legge votata oggi funzioneranno ancora di più. Sarà più stretto il legame tra scuola e mondo del lavoro e più attinente ai bisogni del sistema produttivo la formazione dei corsi. Senza dimenticare la giusta attenzione al valore educativo dei percorsi regionali e la valorizzazione delle eccellenze”. Il capogruppo del Nuovo Centrodestra, Luca Del Gobbo, ha indicato infine un obiettivo politico preciso per Regione Lombardia, “quello di riaprire il confronto con lo Stato per il riconoscimento economico dei primi due anni dei percorsi di IFeP dal momento che assolvono, come qualunque altro percorso statale, l’obbligo d’istruzione. Anche in questo caso, come in molti altri, la Lombardia svolge un ruolo suppletivo che implica un importante esborso di risorse proprie".
L'ASSESSORE APREA PRESENTA LA LEGGE/ "Il fulcro di questa proposta di legge e' rappresentato da un deciso orientamento in senso duale del sistema educativo lombardo, per dare una risposta ai problemi della disoccupazione giovanile e della dispersione scolastica, a partire da un sistema di orientamento permanente e potendo contare sul coinvolgimento del tessuto produttivo ed economico regionale". Lo ha spiegato l'assessore all'Istruzione, Formazione e Lavoro di Regione Lombardia Valentina Aprea, commentando l'approvazione della Legge 'Qualita', innovazione ed internazionalizzazione nei sistemi di istruzione, formazione e lavoro in Lombardia'".
"L'impianto normativo salda l'asse tra le politiche del lavoro e quelle della formazione che ora si integrano e si qualificano ulteriormente con l'innovazione e l'internazionalizzazione. "Ora che anche a livello nazionale sembra essersi fatto largo lo slogan che ha accompagnato la mia esperienza di assessore all'Istruzione, Formazione e Lavoro in Regione Lombardia 'Studiare in azienda, trovare lavoro a scuola', superando l'ideologica netta separazione tra chi studia e chi lavora - ha proseguito Aprea -, i tempi per una riforma in senso duale sono maturi e sostenuti dalle nuove disposizioni nazionali".
Con la nuova legge sara' rafforzato il legame tra gli indirizzi di studio e i fabbisogni di competenze delle imprese, per ridurre il mismatch (la sproporzione) tra le competenze acquisite dai giovani nel sistema di istruzione e formazione e quelle richieste dal mercato del lavoro. "In questa ottica - ha spiegato l'assessore Aprea - abbiamo deciso di introdurre costi standard differenziati in base alla qualifica e al diploma conseguito nell'istruzione e formazione professionale e nella formazione tecnica post diploma. Inoltre, prevediamo fin da subito che una quota di almeno il 5 per cento di studenti raggiunga il titolo di qualifica e diploma attraverso l'apprendistato, che ora ha anche una disciplina piu' favorevole per l'intervento del legislatore nazionale nel senso della costruzione di un sistema duale attraverso l'apprendistato di primo e terzo livello. "Siamo intervenuti anche in materia di alternanza - ha precisato l'assessore Aprea - altro argomento di particolare interesse per il livello nazionale: tutti gli studenti dei percorsi professionalizzanti sono chiamati a realizzare un'alternanza scuola/lavoro che va da un minimo di 200 ore l'anno fino a 450 ore l'anno, in linea con la Buona scuola".
"Abbiamo deciso di consolidare il Sistema lombardo della Dote Unica Lavoro - ha continuato l'assessore Aprea -, che ha dato ottimi risultati in termini di inserimenti lavorativi, anche per i giovani dai 15 ai 29 anni interessati dal programma 'Garanzia Giovani', che ne ha mutuato i principi ispiratori e il modello organizzativo. Mentre a livello nazionale il quadro ancora non e' definito, in Regione Lombardia portiamo avanti la nostra politica attiva universale, basata sul principio di centralita' della persona, che, in piena liberta', puo' scegliere di fruire presso la nostra rete di operatori pubblici e privati accreditati, di misure integrate di formazione e accompagnamento al lavoro, proporzionate in base al profilo personale di occupabilita'".
Soffermandosi sul differente approccio sistemico con cui Regione Lombardia ha affrontato il tema del mercato del lavoro, l'assessore Aprea ha spiegato che "A livello nazionale si sta costruendo un modello basato sulla centralita' degli operatori pubblici quale unica porta di ingresso alle politiche attive del lavoro; a livello regionale agiamo sul versante della qualita' del servizio erogato, intervenendo sul potenziamento degli standard di servizio con riferimento ai costi e alla qualita' in relazione ai risultati attesi. Abbiamo inoltre meglio definito le regole di ripetizione nel tempo e introdotto un sistema di rating per il monitoraggio e il controllo delle politiche e degli operatori. A differenza del livello centrale che adotta un approccio burocratico di gestione delle politiche attive e distingue gli operatori in base alla loro natura giuridica, in Regione Lombardia puntiamo sulla competitivita' quale leva di miglioramento anche per i centri per l'impiego pubblici e valutiamo tutti sulla base dei risultati raggiunti in termini occupazionali". In questo quadro, con la nuova legge si punta anche ad accrescere l'importanza della rete territoriale e di partenariato tra soggetti accreditati al lavoro e soggetti istituzionali del territorio per integrare servizi ed azioni a favore dell'inserimento o re-inserimento lavorativo
Nell'ottica di fornire ai nostri giovani e alle aziende tutti gli strumenti per essere competitivi nel mercato del lavoro - ha precisato l'assessore Aprea - la legge individua nell'internazionalizzazione e nell'innovazione le due leve strategiche per innalzare il livello formativo degli studenti e per migliorane l'occupabilita'". In particolare, nel testo della legge la promozione dell'utilizzo delle nuove tecnologie e la definizione di percorsi formativi all'estero per studenti, docenti e lavoratori vengono identificate come attivita' prioritarie. Per questo sono stati inseriti interventi quali il forte sostegno a progetti di mobilita' trasnazionale, la messa a regime degli interventi di 'Generazione Web' per la scuola digitale, l'utilizzo della 'Dote Merito' per coprire percorsi di studio. "L'innovazione dell'organizzazione del lavoro nelle aziende - ha aggiunto l'asse ssore Aprea - attraverso il sostegno delle misure di welfare aziendale e di smartworking con cui viene promossa la diffusione di forme flessibili in ordine a tempi, spazi e strumenti di lavoro nonche' per la promozione di servizi di welfare aziendale, territoriale e contrattuale, anche con il coinvolgimento del partenariato economico e sociale". "Regione Lombardia - ha spiegato l'assessore - si concentrera' prioritariamente sulla diffusione di buone prassi, sulla promozione di benefit destinati ai lavoratori, per i quali le norme nazionali prevedono gia' la defiscalizzazione, per fruire ad esempio di servizi di trasporto, sanitari e socio-assistenziale".
"Diamo avvio alla nascita della declinazione lombarda di un sistema duale istruzione/lavoro - ha detto ancora l'assessore Aprea - facendo ancora una volta da apripista nel quadro nazionale inevoluzione. E' grazie a questa percezione del cambiamento e alla capacita' di saperlo inte rpretare con strumenti innovativi che Regione Lombardia puo' vantare ottimi risultati a livello nazionale e porsi come best practice". "Esprimo soddisfazione - ha concluso l'assessore Aprea - per l'approvazione della legge regionale in materia di istruzione, formazione e lavoro, di mia iniziativa. Ringrazio i colleghi del Consiglio Regionale che hanno creduto nel progetto e hanno contribuito al raggiungimento dell'obiettivo di dotare il sistema lombardo di un provvedimento che non solo consolida le politiche di Regione Lombardia piu' innovative e di maggior successo, ma che proietta il sistema lombardo nel futuro, considerato anche il mutato contesto normativo nazionale. Fondamentale in questo senso e' stato il lavoro delle Commissioni che, in un clima di confronto e collaborazione, ha permesso di perfezionare il testo di legge, rendendolo piu' organico, concreto e dando giusto valore a tutti gli elementi di interesse e innovazione".