Milano
Scuola, occupato il liceo milanese Manzoni
Prima occupazione del 2022: a fare da apripista è il liceo classico di Milano Alessandro Manzoni, in mobilitazione già da venerdì
Scuola, occupato il liceo milanese Manzoni
Prima occupazione del 2022: a fare da apripista è il liceo classico di Milano Alessandro Manzoni, in mobilitazione già da venerdì. Dopo essere entrati regolarmente alle 8 nell'edificio di via Orazio, gli studenti oggi si sono radunati nel cortile interno per un'assemblea. Anche nel 2021, il Manzoni di Milano inizio' l'anno con un'occupazione con i ragazzi che passarono la notte del 12 gennaio nell'istituto che era chiuso per il lockdown. Al centro della protesta le politiche del governo in ambito scolastico in questi due anni di pandemia e clima interno alla scuola con assenza di dialogo con professori e dirigenza.
"Covid, autogestiremo in modo responsabile"
"Negli ultimi due anni la scuola e' stata oggetto delle decisioni di politici che, a piu' riprese, hanno dimostrato la loro incompetenza" e quando sono tornati in presenza "abbiamo trovato una scuola piu' attenta a valutarci in modo ossessivo che a trasmetterci delle vere conoscenze": per questo gli studenti del liceo classico Manzoni di Milano hanno voluto dare "un segnale forte" votando a grande maggioranza al termine dell'assemblea a favore dell'occupazione per una settimana della scuola.
"Delusi dalla pessima gestione dei contagi soprattutto all'esterno della scuola - scrivono in un comunicato - abbiamo deciso di dare un'altra forte dimostrazione: autogestiremo in modo responsabile e civile la nostra salute. Sara' obbligatorio l'uso della mascherina Ffp2, sara' costantemente garantito il distanziamento e l'aereazione dei locali e ci saranno ingressi contingentati nelle aule per evitare assembramenti". "Vogliamo che studenti e studentesse - proseguono - tornino a essere protagonisti all'interno della scuola, percio' porteremo avanti un nostro progetto di informazione e analisi critica con laboratori, collettivi e iniziative tenuti da noi studenti e ospiti esperti in diverse tematiche per creare finalmente un momento di formazione e insegnamento molto piu' profondo ed efficace di quello che ci viene attualmente fornito a scuola".
"Non vogliamo la Dad ma il vaccino obbligatorio"
"Paura" di tornare in Dad, di "rinchiuderci ancora nell'alienazione delle nostre stanze davanti a un computer": gli studenti del liceo classico Manzoni di Milano spiegano così alcune delle motivazioni che li hanno spinti a occupare la scuola. "Prendiamo una posizione forte a favore del vaccino obbligatorio", dicono gli studenti del Collettivo politico Manzoni
Le voci degli studenti del Manzoni occupato
La scuola dopo due anni di pandemia e' cambiata, di sicuro sono cambiati gli studenti, molti hanno delle lacune dovute alla Dad e difficolta' per il manifestarsi di disturbi psicofisici. Tutto questo non e' tenuto in alcuna considerazione. Sono questi, alcuni dei motivi della protesta del liceo classico Manzoni di Milano, che da questa mattina e' occupato a oltranza ("per tutta la settimana se non ci sgomberano prima"). A raccontare all'Agi i motivi dell'iniziativa e' Sebastiano, terza G, uno dei rappresentanti degli studenti scelto per parlare con i giornalisti, insieme ad un'altra studentessa, Anita. Senza urlare e mantenendo tutte le misure anti contagio, portano avanti le loro richieste: che poi si riassumono in "piu' attenzione, la giusta considerazione" per la futura classe dirigente del domani.
Gli studenti del liceo Manzoni sono consapevoli che questo non e' il momento ideale per protestare, perche' la quarta ondata della pandemia e' a picchi altissimi, ma "siamo arrivati a un livello di sopportazione massima. Siamo stremati dalla situazione e' vogliamo farci sentire. Stiamo vivendo una scuola che non riconosciamo come scuola". Quello che raccontano gli studenti, anche altri, come Ilaria, Leonardo e Stefano, che stanno lasciando l'istituto e' che il Covid ha fatto emergere molte problematiche preesistenti e si chiedono "come mai sia possibile che il sistema scolastico non sia minimamente cambiato, non abbia iniziato per esempio a prendere in considerazione l'aspetto psicologico in modo piu' serio". Servirebbe una messa in discussione della didattica alla quale si era abituati. "Non si tiene banalmente conto - continua Anita - che durante la Dad ci sono state difficolta' di apprendimento, molti di noi hanno delle lacune enormi per le materie trattate con la didattica a distanza. E questo non viene tenuto minimamente in considerazione. Ma e' solo uno dei tanti esempi"