Milano

Scuolabus: difesa Sy ricorre in Appello, completare perizia, non fu terrorismo

Gli avvocati dell'autista che dirottò il bus a San Donato puntano ad ottenere una diagnosi completa e la riqualificazione dei reati

Scuolabus: difesa Sy ricorre in Appello, completare perizia, non fu terrorismo

La difesa di Ousseynou Sy - l'autista senegalese che il 20 marzo 2019, dirotto', tenne in ostaggio e poi diede alle fiamme un bus con 50 bambini, due insegnanti e una bidella a San Donato Milanese, fortunatamente senza provocare vittime - ha depositato oggi in cancelleria il ricorso in Appello, dopo che il 48enne, il 15 luglio scorso, era stato condannato a 24 anni per sequestro di persona a fini terroristici o eversivi, strage, incendio, lesioni, e resistenza a pubblico ufficiale. A pronunciare la sentenza di primo grado era stata la Corte d'Assise di Milano, nel collegio presieduto dal giudice Ilio Mannucci Pacini, nell'aula bunker di San Vittore.

In base a quanto apprende l'AGI, per i due avvocati di Sy, Giovanni Garbagnati e Andrea Germani, che in primo grado avevano assunto la difesa d'ufficio dopo un cambio di legale, sono due i punti da sottoporre ad un giudizio di secondo grado. Il primo riguarda la riqualificazione del reato, chiesta in primo grado dal pm Luca Poniz, e accolta dalla Corte, da sequestro di persona semplice a sequestro con fini terroristici ed eversivi, un reato che rientra in quello di attentato agli organi costituzionali. Per la difesa andra' discusso nuovamente anche l'assunto che Sy avesse agito con finalita' terroristiche. In secondo luogo, la perizia psichiatrica sull'imputato, che sarebbe incompleta. Lo specialista Lattuada che incontro' l'imputato a San Vittore, infatti, avrebbe avuto un primo incontro con lui in cui avrebbe negato il vizio di mente; poi avrebbe parlato di "sospetto di vizio parziale di mente" a seguito di un secondo incontro con Sy, quando - una volta instaurata la 'relazione terapeutica' - il 48enne si sarebbe aperto, raccontando la sua volonta' di 'vendicare' i bambini migranti morti nel Mediterraneo.

In seguito, l'Assise aveva richiesto una perizia, che pero' non e' stata fatta - a detta dei difensori - in maniera completa anche a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia. Il solo colloquio da remoto dei periti incaricati dai giudici non sarebbe bastato a giudicare Sy capace di intendere e di volere; inoltre non sarebbero stati fatti dei test psicodiagnostici essenziali per valutare la sua personalita'. Test che erano stati giudicati - erroneamente, secondo la difesa - superflui. Gli avvocati puntano quindi ad ottenere una diagnosi completa e la riqualificazione dei reati. Nei prossimi giorni la richiesta sara' inoltrata alle parti civili (si erano costituiti, fra gli altri, il Comune di Crema, e le famiglie dei bambini presenti quel giorno) e al pubblico ministero.







A2A
ZX