Milano
SDN, il digitale pronto a ridisegnare il servizio sanitario
Giovanni Gorgoni: “Non esistono altri modelli di tale entità al mondo”
SDN, il digitale pronto a ridisegnare il servizio sanitario
Il digitale è uno degli strumenti scelti dal Governo per ridisegnare il servizio sanitario del futuro.
Dal PNRR arriveranno circa 2,5 miliardi di investimenti, 1,3 miliardi per creare un'infrastruttura dati omogenea sulterritorio nazionale e 1 miliardo per attivare i servizi di telemedicina. Una grande opportunità ma con nodiancora da sciogliere.È stato questo uno dei temi dibattuti nel corso della 16esima edizione di Salute Direzione Nord, all’internodella rassegna Direzione Nord – A TRUE EVENT, nella cornice del Palazzo delle Stelline di Corso Magenta 61a Milano
Gabbrielli (Iss): “Nella telemedicina servono criteri base uniformi a livello nazionale”
“La telemedicina è territoriale, non è che tutti debbano fare le stesse cose, ma bisogna usare dei criteribase che devono essere uniformi su tutto il territorio nazionale” dichiara Francesco Gabbrielli, direttore delcentro nazionale per la telemedicina e le nuove tecnologie assistenziali dell’Istituto Superiore di Sanitàdurante il suo intervento. Nel sottolineare l’importanza dell’ interoperabilità dell’innovazione tecnologicalegata alla telemedicina Gabbrielli ha precisato: “Non è possibile che una regione faccia come se gli altri nonesistano. E questo aspetto deve essere pensato fin dall’inizio della progettazione dell’intervento”.
Giovanni Gorgoni: “Non esistono altri modelli di tale entità al mondo”
“La sfida che ha assunto l’Italia è da far tremare i polsi: non esistono altri modelli di tale entità almondo”, commenta Giovanni Gorgoni, Direttore generale AReSS Puglia, l’Agenzia Regionale per la Saluteed il Sociale. La Puglia è tra le regioni che già si stanno muovendo su questo fronte: “L’esperienza piùimportante – illustra Gorgoni – è quella della COReHealth. La piattaforma, al momento sta reclutando lepazienti con tumore al seno, appoggiandosi alla preesistente rete organizzativa delle breast unit: l’obiettivoè agganciare 23 mila donne”. In cantiere c’è però già l’idea di abilitare altre quattro linee: mieloma,scompenso cardiaco, emofilia, artrite reumatoide. Quella che si prospetta tuttavia, non è soltanto una sfidatecnologica. È soprattutto culturale. Per i cittadini, ma anche per le istituzioni.
Alessandro Venturi: “Si corre il rischio di creare una grande infrastruttura soffocando lacreatività dei singoli”
“Non vorrei che il sistema pubblico immaginasse una piattaforma unica destinata a guardare al passato enon al futuro”, avverte Alessandro Venturi, Presidente Fondazione IRCCS San Matteo di Pavia, Membro delCda di Fondazione The Bridge. “Si corre il rischio di creare una grande infrastruttura soffocando la creativitàdei singoli, delle grandi imprese e delle piccole realtà”. Una struttura che potrebbe non intercettare ibisogni di salute emergenti: “Per esempio quelle dei tre 3 milioni di giovani dai 12 ai 22 anni con disturbi delcomportamento alimentare”, dice ancora Venturi che tra le insidie segnala l’interpretazione italiana dellanormativa sulla privacy: “Mentre in Europa il regolamento serve a far circolare in maniera sicura i dati, inItalia serve a fermarli”.
Nadia Martini: “Il regolamento è nato da una rivoluzione culturale che ci insegna un metodo”
Lo conferma, Nadia Martini, Partner, Head of Data Protection Italy Rödl & Partner. “Il regolamento è natoda una rivoluzione culturale che ci insegna un metodo per chiederci quali sono i dati che stiamo utilizzandoe, sulla base delle loro caratteristiche, di identificare il livello di rischio per prendere le più opportunemisure”. Qualcosa sembra stia cambiando negli ultimi anni, ma ancora non è abbastanza.
Barbara Meda: “Una piattaforma paziente-centrica per i bisogni di telemedicina”
Le aziende intanto si stanno muovendo. ab medica, che già con Regione Lombardia aveva lavorato alprogetto CReG, ha oggi nel carnet Maia Connected Care, una piattaforma, spiega Barbara Meda, MarketingManager Telemedicina ab medica, “che nasce con l’idea di essere paziente-centrica, con un’architetturamodulare che vanno dal telemonitoraggio, alla presa in carico, a un ambiente di televisiva, fino alla terapiae alla teleriabilitazione”.
Giulia Arpinati: “Generare valore per il paziente e sostenibilità economica del servizio”
Fondamentale tuttavia sarà anche accompagnare le organizzazioni nella transizione digitale. “È qualcosache stiamo facendo rivolgendoci soprattutto a erogatori di sanità privata e mondo socio assistenziale”,dice Giulia Arpinati, Business Solution Manager di Comarch Healthcare. “Ai nostri clienti cerchiamo difornire due punti fissi: il primo è come generare valore per il paziente, il secondo è la sostenibilitàeconomica del servizio”.