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Milano
Sea e aiuti di Stato, l'Ue 'assolve' l'Italia: "Salvi 1700 posti"

La Commissione europea ha chiuso l'indagine a carico dell'Italia per gli aiuti alle compagnie responsabili dei servizi di terra degli aeroporti milanesi, perche' non contrari alle regole sugli Stati dell'Ue. La decisione si riferisce ad un accertamento avviato nel luglio del 2014 per l'iniezione di 25 milioni di euro da parte di Sea Handling, di proprieta' statale, nelle casse di Airport Handling, la societa' che gestisce i servizi di terra negli aeroporti di Milano Linate e Milano Malpensa. A sua volta Airport Handling aveva rilevato una parte delle attivita', dei clienti e dei dipendenti di un'altra societa' per i servizi di terra presente negli scali milanesi e controllata da Sea. Sea Handling aveva ricevuto 359 milioni di euro di aiuti di Stato illegali che la Commissione nel 2012 aveva ordinato di recuperare. Secondo l'esecutivo comunitario "non c'e' continuita' economica" tra le due societa' Sea Handling e Airport Handling "in quanto in sostanza le loro condizioni operative differiscono materialmente" . Gli aiuti di Stato a Sea Handling contrari alle norme Ue quindi non devono essere recuperati da Airport Handling.

La decisione odierna della Commissione Europea "assicura il futuro di Airport Handling e dei suoi 1700 lavoratori, certificando che l'obbligo di restituzione degli asseriti aiuti di Stato a Sea Handling (peraltro contestati da Sea con ricorso alla Corte UE ancora pendente), estinto con la liquidazione di quest'ultima, non puo' piu' essere attribuito a nessun altro soggetto". E' quanto scrive la societa' in una nota. "Questa vicenda complessa si conclude dunque senza licenziamenti e senza sanzioni, e con la conferma delle prospettive di sviluppo di Airport Handling che, dopo la cessione del 30% alla societa' potra' vedere l'esercizio da parte di quest'ultima del proprio diritto ad accrescere la sua partecipazione, di controllo, fino al 70%". "Non e' stato facile - dichiara Pietro Modiano, presidente di Sea - Bisognava fare tante cose insieme: accettare la necessita' di chiudere un'azienda delicata nel nostro sistema aeroportuale come Sea Handling, gravata da una sanzione per aiuti di Stato e che continuava a generare margini negativi rilevanti, e farlo senza mettere sul lastrico i suoi dipendenti e senza produrre vuoti operativi; creare quindi una nuova azienda in grado di stare sulle proprie gambe e di attrarre nuovi investitori, e farlo senza ledere le regole di discontinuita' della Commissione Europea, che non avrebbe potuto ammettere una nuova Airport Handling che fosse la vecchia Sea Handling sotto mentite spoglie e non fosse meritevole di investimenti privati, e ha infatti indagato per accertarlo. E bisognava agire in fretta e senza clamori, per evitare ripercussioni, alimentate anche da qualche anti-europeismo strumentale, in un settore cosi' delicato del nostro territorio e della nostra economia. La decisione della Commissione dice in modo ufficiale che ci siamo riusciti e ne siamo orgogliosi".

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